Tempo di lettura: 4 minutiE-COMMERCE MARKETPLACE - Il commercio è la vendita sono due aspetti delle nostre vite che da sempre ci accompagnano. A oggi però stanno vivendo un periodo di cambiamenti. Prima si poteva acquistare solo recandosi presso i negozi fisici, oggi ha preso sempre più piede la vendita online, che ti permette di ricevere la merce direttamente a casa tua. Tale servizio si sta allargando a macchia d’olio, tanto da comprendere ogni comparto dell’economia, sia per piccoli che grande imprese. Molti però, specialmente le piccole realtà, non hanno compreso l’importanza e la portata del e-commerce e dei marketplace. Cristina Giotto, direttrice di Ated-ICT ci spiega come tutto ciò sta avvenendo e quali sono le prospettive future.
Tutti pazzi per l’e-commerce, o quasi
La digitalizzazione è un processo ormai in atto e che non lascerà scampo a nessun settore economico. Se ne è reso conto anche il modo dell’arte. Per quanto riguarda il commercio, la più grande rivoluzione digitale interessa la possibilità di poter vendere i propri prodotti online e vederli arrivare in tutto il mondo. I primi a cogliere l’importanza di questo aspetto e capaci di farne già da qualche anno forte uso sono i settori della ristorazione e della distribuzione alimentare. Inizialmente i più presenti sul campo erano le grandi catene e i ristoranti delle metropoli, oggi, dopo gli eventi del 2020, hanno cominciato a farne parte anche le piccole realtà. Secondo le proiezioni di RetailX, a fine 2020 in Europa il mercato dell’e-commerce varrebbe 717 miliardi di euro, con un incremento del 12,7% rispetto al 2019, con un vero e proprio «boom» atteso per questo 2021.
Nonostante questi dati molti settori economici hanno ancora delle reticenze nei confronti del commercio elettronico, infatti l’accoglienza che c’è stata da parte di molti commercianti non è quella che ci si sarebbe aspettato.
Tentativo dei commercianti del Canton Ticino di creare una via alternativa al e-commerce
Durante un'intervista fattami al programma di Teleticino “La domenica del Corriere” ho avuto l'occasione di parlare un po’ di quello che è stato l’esempio svizzero e italiano riguardo all’esperienza e-commerce e marketplace. Ho infatti raccontato che negli ultimi mesi abbiamo osservato come alcuni commercianti si siano attrezzati in modo originale e creativo, ad esempio nell’utilizzo dei canali social. Li hanno spesso utilizzati molto bene per vendere le proprie collezioni e i prodotti, che noi acquirenti non potevamo andare ad acquistare nei negozi fisici. Come ated li abbiamo raccontati e valorizzati nei nostri articoli sulle varie testate con cui collaboriamo. Si tratta di #storievisionarie che davvero hanno mostrato come domanda e offerta fossero pronti a ritrovarsi attraverso le nuove strade digitali. Ma certamente è mancato uno spazio come un marketplace che li raccogliesse tutti, agevolandoli nella logistica, nell’integrazione delle soluzioni di pagamento, nella formazione alle nuove competenze digitali che servono per avere successo in un ambiente virtuale.
L’esempio italiano e ginevrino con l'e-commerce e i marketplace da cui dovremmo prendere spunto
Secondo uno degli ultimi report di The European House – Ambrosetti i marketplace risultano il settore economico a maggior crescita non solo dell’eCommerce, ma del totale dell’economia del settore privato nella vicina Italia. Si configurano come un attore chiave nello scenario retail e non solo. I marketplace rappresentano il comparto a crescita maggiore nel 2019, sia per fatturato che per occupazione. Vi gettano un occhio di riguardo retailer online, brand owner e dalle attività di customer care. E le stime sul 2020 sono di performance certamente con il segno più che positivo!
Esempio Italiano
Ci sono poi esempi decisamente incoraggianti come il round di finanziamento da 100 milioni di euro messo a segno da Everli, un marketplace digitale, attraverso il quale i consumatori possono scegliere il supermercato in cui acquistare, ordinare prodotti e riceverli in giornata tramite shopper Everli dedicati. Un’impresa che ha rivestito un ruolo di particolare importanza per i consumatori durante la pandemia dovuta al Covid-19. E nel settore moda, mi piace sempre citare Luisaviaroma, l'e-commerce italiano per lo shopping deluxe più famoso al mondo. Il negozio fisico e iconico di Firenze (con vetrine in Via Roma appunto) gioca oggi una minima parte nei conti del gruppo. La parte del leone è tutta appannaggio di una piattaforma online disponibile in 9 lingue (inglese, tedesco, cinese, russo, spagnolo, francese, coreano e giapponese) che assicura oggi il 92% delle vendite totali. Parliamo di un giro d'affari di 210 milioni di euro, con ordini spediti in tutto il mondo dalla sede di Firenze. Vengono garantite consegne gratuite e tasse di importazione incluse per quasi tutti i paesi del mondo. Un marketplace che negli anni si è posizionato all'interno del mercato del lusso come un punto di riferimento non solo per lo shopping tout court ma soprattutto per una experience a 360 gradi. E il tutto è partito da un negozio fisico!
Esempio di Ginevra
Come ospiti con me alla trasmissione c’erano anche Sébastien Aeschbach, co-fondatore di «Genève avenue» e Carlo Terreni, co-fondatore di NetComm Suisse, che hanno raccontato l’esperienza di Ginevra. Infatti tra i primi cantoni a muoversi verso l’e-commerce e forme di marketplace c’è stato Ginevra. Già dal 2018 lavora a una piattaforma per promuovere gli acquisti locali. «Genève avenue» raggruppa ora 170 commercianti.
«La nascita è stata accompagnata da entusiasmo e paura. Inizialmente i piccoli-medi commercianti non vedevano l’utilità delle vendite online ma la pandemia ha cambiato tutto».
Il progetto, nato a Ginevra con il supporto del Cantone, è un vero e proprio portale di acquisti online. Lo scorso anno ha contribuito alla vendita di oltre 50 mila articoli per una cifra d’affari che a Natale ha raggiunto quota 50 milioni. Questo concetto potrebbe trovare terreno fertile anche alle nostre latitudini. “In Ticino c’è una forte richiesta di vendita online”, conferma Carlo Terreni. “Da parte dei commercianti sta maturando un interesse che prima non c’era». Quello che ad oggi manca è un vero e proprio collettore per far decollare un progetto su larga scala anche a Sud delle Alpi».
Le problematiche per l’e-commerce e io marketplace per il Canton Ticino e l’impegno di Ated
L’ultimo anno ci ha insegnato che è necessario ripensare molte delle nostre abitudini più radicate. Il non accogliere l’idea di un marketplace si è rivelato davvero un grande danno economico e di perdita di opportunità. Molti commercianti avrebbero potuto vendere a noi clienti le loro merci attraverso negozi online o piattaforme digitali dedicate. Spiace davvero che in Ticino non ci sia (ancora!) strutturato con un’iniziativa forte e una risposta integrata. Soprattutto dopo che per mesi noi come ated-ICT Ticino abbiamo messo a disposizione progetti e studi di fattibilità per realizzare un marketplace del Ticino. Tutto questo sotto l’egida del Cantone. E anzi per il 2021, abbiamo ideato un “ated virtual network” che si propone l’obiettivo di aggregare in una piattaforma tutte le eccellenze ticinesi. Siamo apertissimi nel metterlo a disposizione del territorio, recuperando quanto già proposto e offerto nei mesi scorsi a tutte le istituzioni e operatori interessati.