Mario Draghi premiato dal Politecnico di Torino per l’innovazione in Europa

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Il Politecnico di Torino ha conferito a Mario Draghi il premio internazionale “PoliTO Foresight and Innovation”, un riconoscimento nato per valorizzare le competenze e la visione strategica nel campo dell’innovazione, sia a livello nazionale che internazionale. La cerimonia si è svolta il 21 maggio 2025 presso le OGR di Torino, nell’ambito dell’evento intitolato “Innovation in Europe: an urgent challenge”, una tavola rotonda di alto profilo moderata dalla giornalista Alessandra Perera.

Un premio alla leadership e alla lungimiranza

Alla presenza del Rettore Stefano Paolo Corgnati, di esponenti delle istituzioni europee e del mondo scientifico, Draghi ha ricevuto il premio alla prima edizione del “PoliTO Foresight and Innovation”. La motivazione, pronunciata da Giovanni Federigo De Santi, chairman dell’Energy & Climate High Level Group, ha sottolineato il ruolo dell’ex Presidente della BCE e del Consiglio italiano come statista globale, capace di guidare l’Europa attraverso le sue trasformazioni più complesse con integrità, saggezza e visione strategica.

“Il suo impegno per l’innovazione – ha affermato De Santi – e la capacità di anticipare i cambiamenti lo rendono una figura eccezionale e ispiratrice, soprattutto per le nuove generazioni”.

Un simbolo dell’impegno del Politecnico per l’innovazione

Il premio, presentato per la prima volta durante gli EU-Italy Energy Days dello scorso gennaio, è parte di una strategia dell’Ateneo torinese volta a instaurare un dialogo costante con i decisori politici e le figure di riferimento nella costruzione del futuro europeo.

Il Rettore Corgnati ha dichiarato: “Il riconoscimento a Mario Draghi rappresenta il nostro impegno a promuovere l’innovazione come motore di sviluppo e competitività. Con questo premio vogliamo mantenere un dialogo saldo con chi guida con visione e coraggio l’Europa di domani”.

Un evento di rilevanza europea

Alla tavola rotonda “Innovation in Europe: an urgent challenge”, hanno partecipato anche Geraldine Naja, Direttrice Commercializzazione e Competitività dell’Agenzia Spaziale Europea, e Lucilla Sioli, Direttrice per l’Intelligenza Artificiale e l’Industria Digitale della Commissione Europea. I relatori hanno discusso le sfide urgenti dell’innovazione in Europa, sottolineando l’importanza di integrare tecnologia, sostenibilità e visione politica.

Festival dell’Economia Civile 2025: a Firenze quattro giorni dedicati a sostenibilità e inclusione

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Dal 2 al 5 ottobre torna l’appuntamento con l’economia civile. Imprese, startup, scuole e cittadini protagonisti dell’innovazione sociale.

Le date e la location: il Festival torna a Firenze dal 2 al 5 ottobre

Torna per la settima edizione il Festival nazionale dell’economia civile, in programma a Firenze dal 2 al 5 ottobre 2025. Un evento atteso da istituzioni, aziende e cittadini, che negli anni si è affermato come punto di riferimento per chi promuove un’economia più giusta, inclusiva e sostenibile.

Nel 2024 l’iniziativa ha registrato oltre 2.500 presenze in quattro giorni, segno di un crescente interesse verso i modelli economici orientati al bene comune.

Sostenibilità e inclusione al centro della manifestazione

Il Festival nasce da un’idea di Federcasse (l’Associazione nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) ed è promosso insieme a Confcooperative, con l’organizzazione a cura di NeXt – Nuova Economia per Tutti e della Scuola di Economia Civile (Sec), e il contributo di Fondosviluppo.

Al centro dell’iniziativa ci sono i grandi temi della contemporaneità:

Ambasciatori dell’economia civile: startup, scuole e cittadini protagonisti

Uno degli aspetti più distintivi del Festival è la valorizzazione di progetti concreti, realizzati da imprese, studenti, enti del terzo settore e innovatori civici, che propongono modelli replicabili di economia civile. A questi soggetti viene assegnato il titolo di “ambasciatori dell’economia civile”, simbolo del loro impegno attivo per uno sviluppo più equo e sostenibile.

Un programma ricco di eventi, tavole rotonde e laboratori

Durante le quattro giornate fiorentine si alterneranno:

Il Festival rappresenta così una piazza pubblica di dialogo e co-progettazione, dove si incontrano visioni e pratiche per costruire insieme un futuro sostenibile.

Dove trovare tutte le informazioni utili

Per restare aggiornati sul programma, gli ospiti e le attività del Festival, è possibile consultare il sito ufficiale:
👉 www.festivalnazionaleeconomiacivile.it

La rivoluzione verde dell'industria fashion

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L'industria della moda è storicamente una delle più inquinanti al mondo, responsabile di una significativa quota di emissioni di gas serra e di inquinamento delle acque. Secondo studi recenti, la produzione tessile globale rappresenta circa il 10% delle emissioni mondiali di carbonio e utilizza un'enorme quantità di acqua dolce. Di fronte a queste preoccupazioni, l'adozione di modelli di economia circolare e di pratiche di moda eco-sostenibile sta emergendo come una risposta necessaria e innovativa.

Cos'è l'Economia Circolare?

L'economia circolare è un modello economico che punta a ridurre al minimo i rifiuti e a massimizzare l'uso delle risorse. In pratica, questo approccio mira a "chiudere il cerchio" del ciclo di vita dei prodotti, promuovendo il riciclo, il riutilizzo e la rigenerazione dei materiali. Nell'ambito della moda, questo significa passare da un modello di produzione lineare ("prendi, produci, smaltisci") a uno circolare, dove i capi d'abbigliamento e gli accessori vengono progettati per essere durevoli, riparabili e riciclabili.

L'esempio di BigBag di Alessandra Pellegrini

BigBag è un brand innovativo che punta sulla sostenibilità e sull'economia circolare per ridurre l'impatto ambientale della moda. L'azienda si distingue per l'uso di materiali riciclati e processi di produzione a basso impatto, contribuendo attivamente alla lotta contro gli sprechi. BigBag propone borse e accessori realizzati con tessuti rigenerati, promuovendo un modello di consumo più consapevole. Inoltre, grazie alla possibilità di restituire i prodotti usati per il riciclo, il marchio incoraggia un ciclo produttivo virtuoso, in linea con i principi dell'economia circolare.

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Moda eco-sostenibile: verso un futuro responsabile

La moda eco-sostenibile si concentra sull'uso di materiali ecologici, processi di produzione etici e la riduzione degli sprechi. Questo settore si sta evolvendo rapidamente, spinto dalla crescente consapevolezza dei consumatori riguardo all'impatto ambientale dei loro acquisti. Ecco alcune pratiche chiave adottate dalle aziende che abbracciano la sostenibilità:

  1. Materiali Sostenibili: L'uso di tessuti naturali e organici, come il cotone biologico, la canapa e il lino, è in aumento. Anche i materiali riciclati, come il poliestere ottenuto dalle bottiglie di plastica, stanno diventando popolari. Questi materiali riducono la necessità di risorse vergini e limitano l'inquinamento.
  2. Produzione Etica: Le aziende di moda eco-sostenibile spesso collaborano con fabbriche che rispettano i diritti dei lavoratori e promuovono condizioni di lavoro sicure. Questo non solo migliora la qualità della vita dei lavoratori, ma crea anche un legame più forte con i consumatori, che sono sempre più attenti all'etica delle loro scelte di acquisto.
  3. Riduzione degli Sprechi: Alcuni marchi stanno adottando tecniche di produzione "zero-waste" per minimizzare gli scarti. Inoltre, la moda "slow fashion" promuove la creazione di capi di alta qualità, destinati a durare nel tempo, contrastando l'uso e getta tipico della "fast fashion".
  4. Riciclo e Upcycling: Un numero crescente di brand sta investendo nel riciclo di abiti usati e scarti tessili per creare nuovi prodotti. L'upcycling, che consiste nel riutilizzare vecchi indumenti per dar vita a nuove creazioni, sta diventando una tendenza sempre più diffusa tra i designer attenti all'ambiente.

L'esempio di Horda Brand Streetwear

Horda Brand è un marchio di abbigliamento streetwear che si distingue per l'impegno verso la sostenibilità e l'uso esclusivo di tessuti naturali. Fondata con la missione di creare capi di alta qualità rispettosi dell'ambiente, Horda Brand offre una gamma di prodotti realizzati in 100% cotone e 100% cotone organico. Inoltre, il marchio si caratterizza per le sue particolari etichette realizzate in carta Eco-Card che se piantata da vita a delle vere e proprie piante. Per esempio se acquisti ora una maglia Horda e segui le istruzioni che trovi sulle etichette presto ti trovrei a occupare di una nuova pianta di basilico. Tra qualche tempo invece potrai far crescere la tua personale pianta di pomodori.

  1. Lascia la carta semi a bagno in acqua per una notte.
  2. Tagliala a pezzetti e piantala in un vaso, coperta da almeno 1 cm di terra.
  3. Posiziona il vaso davanti ad una finestra e bagnalo tutti i giorni per veder spuntare i primi germogli.
  4. Sposta il vaso all’esterno e continua ad annaffiare la pianta per farla crescere rigogliosa.

Il ruolo dei consumatori nell'economia circolare

I consumatori hanno un ruolo cruciale nella promozione della moda eco-sostenibile e dell'economia circolare. Scegliendo di acquistare da marchi sostenibili, investendo in capi di qualità e adottando abitudini di consumo responsabili (come il noleggio di abiti o la partecipazione a programmi di riciclo), possono influenzare positivamente l'industria della moda.

Vantaggi della moda eco-sostenibile

  1. Riduzione dell'impatto ambientale: L'utilizzo di materiali sostenibili e il riciclo riducono il consumo di risorse naturali e limitano l'inquinamento, contribuendo a preservare l'ecosistema.
  2. Risparmio economico: La produzione di capi durevoli e di qualità può ridurre i costi a lungo termine, sia per i produttori che per i consumatori. Inoltre, il riciclo e l'upcycling offrono opportunità di risparmio e innovazione.
  3. Valore etico esociale: La moda sostenibile promuove il rispetto dei diritti umani e condizioni di lavoro dignitose, costruendo fiducia e fedeltà tra i consumatori.

Mobilize e Free To X uniscono le forze per accelerare la mobilità elettrica in Italia

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In una mossa destinata a ridefinire il panorama della mobilità elettrica in Italia, Mobilize, il marchio del Gruppo Renault dedicato alle nuove forme di mobilità, ha annunciato una partnership strategica con Free To X, filiale di Autostrade per l’Italia specializzata nella ricarica rapida. Questo accordo prevede l’ingresso di Mobilize come azionista significativo in Free To X, segnando un passo cruciale nella costruzione di una rete di stazioni di ricarica ad alta potenza nel Paese.

Un progetto per il futuro della mobilità

L’operazione, ancora soggetta alle necessarie autorizzazioni, rappresenta una pietra miliare nella strategia di Mobilize per affermarsi come leader europeo nel settore della ricarica rapida. “L’avvio di una partnership con Autostrade per l’Italia è un passo significativo nella nostra missione di guidare la transizione verso la mobilità sostenibile,” ha dichiarato Gianluca De Ficchy, CEO di Mobilize.

L’obiettivo principale è espandere ulteriormente la rete di stazioni di ricarica ad alta potenza (HPC) già esistente, che attualmente conta 110 stazioni con una potenza fino a 400 kW, collocate principalmente lungo le autostrade italiane. Queste infrastrutture, disponibili per tutti i fornitori di servizi di mobilità, sono progettate per soddisfare le crescenti esigenze dei viaggiatori elettrici.

Una partnership strategica

L’investimento di Mobilize non si limiterà a potenziare la rete autostradale: uno degli obiettivi dichiarati è infatti quello di estendere l’infrastruttura di ricarica anche al di fuori delle autostrade. “Siamo orgogliosi di unire le forze con Mobilize per fornire soluzioni di ricarica veloci e super veloci per i viaggiatori, incentivandone la crescita anche fuori dalla rete autostradale,” ha spiegato Giorgio Moroni, CEO di Free To X.

Un’alleanza per la sostenibilità

La collaborazione tra Mobilize e Free To X conferma l’importanza del ruolo delle infrastrutture nel percorso verso una mobilità sostenibile. Con questa partnership, entrambe le aziende intendono rispondere alle sfide della transizione ecologica, facilitando l’adozione di veicoli elettrici grazie a una rete di ricarica capillare, efficiente e accessibile.

Questa operazione consolida inoltre la posizione di Free To X come protagonista nel settore della mobilità a basse emissioni, rafforzando il suo ruolo di leader in un mercato in rapida crescita.

Con l’impegno congiunto di due attori di primo piano, il futuro della mobilità elettrica in Italia sembra più promettente che mai.

Fondazione Ricerca Molinette: tensioni sullo statuto e sulla carica ‘a vita’ del presidente Segre

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Clima teso durante l’ultimo consiglio di amministrazione della Fondazione Ricerca Molinette, oggi Ets (Ente del Terzo Settore) e presieduta dall’imprenditore Massimo Segre. Al centro della discussione, secondo quanto appreso da fonti ben informate, lo Statuto della Fondazione, in particolare l’articolo 9 che prevede la carica di presidente “a vita”.

La Fondazione Ricerca Molinette nasce nel 2001 grazie alla collaborazione tra l’Università degli Studi di Torino e l’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino. Costituita originariamente come Fondazione Internazionale di Ricerca in Medicina Sperimentale (FIRMS), ha lo scopo di sostenere e promuovere le attività dei gruppi di ricerca attivi all’interno dell’Ospedale Molinette di Torino. Oggi, a distanza di oltre vent’anni dalla sua fondazione, la governance dell’ente è al centro di un acceso dibattito.

Lo statuto e la carica ‘a vita’

Lo Statuto della Fondazione prevede, all’articolo 9, che il presidente rimanga in carica a vita, salvo rinuncia, dimissioni, impedimento permanente o decesso. Attualmente, la presidenza è ricoperta da Massimo Segre, noto imprenditore e finanziere torinese, figlio di Franca Bruna Segre, che fu la prima presidente della fondazione al momento della sua costituzione.

Durante l’ultimo consiglio di amministrazione, la durata della carica presidenziale è stata oggetto di una richiesta di revisione da parte di alcuni membri del board. Secondo quanto appreso, il vicepresidente Giovanni La Valle, direttore della Città della Salute di Torino, avrebbe proposto di modificare lo statuto affinché la carica del presidente non sia più “a vita”, ma elettiva.

La richiesta di modifica sarebbe motivata dalla natura stessa della Fondazione: pur essendo un ente senza scopo di lucro, i suoi fondatori sono esclusivamente enti pubblici – l’Università di Torino e la Città della Salute. Questa caratteristica, secondo La Valle, rende necessario un aggiornamento delle norme statutarie per allinearle a criteri di rappresentatività e trasparenza, più vicini alla natura pubblica dei soggetti fondatori.

Il dibattito interno e le posizioni

Alla proposta di La Valle si sarebbe unita anche quella di Stefano Geuna, rettore dell’Università di Torino e vicepresidente della Fondazione. Geuna avrebbe sottolineato l’importanza di avviare un dibattito sulla durata della carica e sulla necessità di stabilire criteri chiari per la nomina dei consiglieri del consiglio di amministrazione, per evitare il rischio di cooptazioni o scelte poco trasparenti.

La questione non riguarda solo la figura del presidente, ma investe anche la governance complessiva della Fondazione. Il dibattito, infatti, si inserisce in una cornice più ampia, dove la gestione di un ente con radici pubbliche deve rispondere a criteri di buona amministrazione e partecipazione democratica.

Le prospettive future

La discussione sullo statuto e sulla carica “a vita” del presidente della Fondazione Ricerca Molinette è destinata a proseguire nei prossimi mesi. Resta da capire se emergerà una convergenza tra i membri del board per un aggiornamento statutario che introduca meccanismi elettivi e trasparenti.

In gioco non c’è solo la figura del presidente, ma anche la credibilità e il ruolo della Fondazione stessa, che da oltre vent’anni rappresenta un punto di riferimento per la ricerca medica all’interno della Città della Salute di Torino.

Adria Shipping Summit 2024: successo e innovazione per il futuro della portualità dell’Alto Adriatico

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Il 23 e 24 ottobre 2024 si è tenuta la prima edizione dell'Adria Shipping Summit a Ravenna, un evento atteso da mesi e rinviato a causa dell’alluvione. L’iniziativa, ospitata presso la Sala Cavalcoli della Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna, ha riunito i principali attori del settore marittimo, portuale, logistico e produttivo dell’Alto Adriatico, ponendo al centro del dibattito il futuro del porto di Ravenna e del sistema portuale italiano.

L’evento ha celebrato la conclusione della prima fase del Ravenna Port Hub, un imponente piano di potenziamento infrastrutturale promosso dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro-Settentrionale, guidata dal presidente Daniele Rossi. Grazie a un investimento complessivo di un miliardo di euro, la realizzazione anticipata di questa fase rappresenta un passo fondamentale per il potenziamento della capacità operativa del porto, considerato strategico per l’Italia.

Le innovazioni presentate: il contributo di Advepa

Durante il summit, Advepa ha svelato in anteprima una delle sue più recenti innovazioni, una funzionalità AI integrata nella piattaforma 3D che riproduce fedelmente l'area del porto commerciale di Ravenna. L’azienda ha presentato "Dora," un avatar AI che permette di esplorare e acquisire informazioni dettagliate sull'Autorità Portuale del Mar Adriatico Centro-Settentrionale. Grazie a Dora, la comprensione delle dinamiche portuali e delle principali infrastrutture è diventata immediata e accessibile per tutti, dimostrando come la digitalizzazione possa rendere più trasparenti e fruibili i dati e le informazioni del settore.

Una nuova era per il Porto di Ravenna

Il piano Ravenna Port Hub include opere come la riqualificazione delle banchine esistenti, la costruzione di un chilometro di nuova banchina per il futuro Terminal Container, l’approfondimento dei fondali del porto canale a 12,5 metri, con l’obiettivo di raggiungere i 14,5 metri entro il 2026, e la creazione di oltre 200 ettari di aree attrezzate per la logistica e le imprese. Parallelamente, il potenziamento dell'intermodalità mira a collegare in modo più efficiente il porto con la rete logistica nazionale.

Il presidente Daniele Rossi ha sottolineato l'importanza strategica di questi investimenti, evidenziando come il potenziamento del porto rafforzi l'intera portualità italiana: “L’investimento rappresenta un punto di svolta per la capacità operativa del nostro Paese, permettendo al porto di Ravenna di incrementare il traffico merci e migliorare la sicurezza della navigazione e dei lavoratori.”

Le prospettive future

L’Adria Shipping Summit 2024 ha segnato l’inizio di una nuova fase per il porto di Ravenna e per l’intero sistema portuale del Nord Adriatico. Grazie alle innovazioni digitali e ai continui investimenti infrastrutturali, Ravenna si conferma una piattaforma strategica in grado di attrarre traffico internazionale e di favorire una crescita sostenibile, offrendo opportunità importanti per la logistica e per l’intera economia dell'area.

FONTE: Porto di Ravenna News

Fiera Didacta Puglia: innovazione e prospettive economiche per il futuro della scuola italiana

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Dal 16 al 18 ottobre 2024, Bari ha ospitato la prima edizione pugliese della Fiera Didacta Italia, evento di riferimento per l’innovazione scolastica e punto d’incontro tra aziende, istituzioni e operatori del settore educativo. La Fiera del Levante si è trasformata in un centro di dialogo con un’area espositiva di oltre 12.000 metri quadrati, dedicata a tecnologie, materiali didattici, arredi e soluzioni avanzate per il mondo della scuola. L’obiettivo della manifestazione è stato duplice: non solo esplorare come le nuove tecnologie possano supportare l’educazione, ma anche indagare il loro impatto economico e il potenziale ritorno sugli investimenti.

Il successo di Didacta edizione Puglia

L’introduzione di tecnologie avanzate nella didattica rappresenta, infatti, un’opportunità economica significativa per le scuole italiane. Non solo si prevede una crescita nella spesa pubblica e privata destinata a infrastrutture e dispositivi tecnologici, ma anche un miglioramento dell’efficienza e della qualità dell’istruzione. L'innovazione digitale in ambito educativo stimola infatti la nascita di nuovi modelli di apprendimento, creando scenari di sviluppo economico e opportunità di occupazione, in particolar modo in settori legati alla formazione STEM, coding e robotica.

Le aziende tecnologiche alla Fiera Didacta edizione Puglia: Advepa, Mr Digital e Deltacom

Tra le realtà protagoniste, aziende come Advepa, Mr Digital e Deltacom hanno presentato soluzioni che mirano a rendere l’educazione più dinamica, immersiva e inclusiva, contribuendo al contempo a incrementare il valore economico del settore educativo.

Advepa

Specializzata nella creazione di ambienti 3D immersivi, Advepa si è presentata a Didacta con il progetto Advepa Educational, in collaborazione con Google for Education. Questa piattaforma permette agli studenti di entrare in un ambiente 3D che simula un campus scolastico, accessibile tramite PC, visori e smartphone. Advepa Educational si rivolge alle scuole italiane non solo come strumento formativo, ma anche come modello di business innovativo: la creazione di una piattaforma proprietaria rappresenta infatti una forma di investimento a lungo termine, capace di generare risparmi sulle strutture fisiche e di fornire un’esperienza formativa arricchita dall’intelligenza artificiale.

Il sistema si integra con i dispositivi Chromebook, ottimizzando così la spesa dedicata ai device scolastici, riducendo la necessità di supporti fisici per l’istruzione e permettendo agli studenti di apprendere in un ambiente gamificato. L’utilizzo del 3D per percorsi di formazione orientati al lavoro, come i progetti di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), rappresenta inoltre una risorsa strategica per le scuole, che possono così dotarsi di strumenti al passo con il mondo del lavoro e incentivare collaborazioni con realtà produttive locali.

MR Digital

Presente con una gamma di proposte didattiche per coding, robotica e inclusione, MR Digital si è distinta per l’organizzazione di oltre 40 workshop, offrendo una panoramica delle nuove frontiere tecnologiche applicate all'istruzione. I corsi di MR Digital soddisfano pienamente i decreti ministeriali 65 e 66, promuovendo un’educazione attiva e interattiva, che riduce il divario digitale e prepara le nuove generazioni ad affrontare le sfide del mercato del lavoro. L’investimento delle scuole nelle tecnologie proposte da MR Digital permette non solo di adeguarsi agli standard educativi internazionali, ma di accedere a fondi e bandi pubblici per l’aggiornamento delle strutture educative. Il ritorno economico si riflette in un incremento di finanziamenti governativi per progetti STEM e, a lungo termine, in una riduzione della disoccupazione giovanile, grazie a competenze avanzate già acquisite in ambito scolastico.

Deltacom

Con oltre 20 anni di esperienza, Deltacom ha presentato alla fiera un’offerta completa per la progettazione di laboratori digitali, robotici e scientifici. Grazie a una struttura interna dedicata alla ricerca e sperimentazione, Deltacom supporta le scuole nella creazione di ambienti didattici all’avanguardia, proponendo laboratori per stampa 3D, robotica, realtà aumentata e virtuale. Deltacom non si limita alla fornitura di attrezzature, ma affianca le scuole nella gestione delle risorse, migliorando l’efficienza degli investimenti in tecnologia educativa. L’implementazione di questi laboratori comporta anche benefici finanziari a lungo termine. I laboratori infatti non solo favoriscono l’apprendimento, ma possono essere utilizzati per collaborazioni con aziende locali e stage, trasformando la scuola in un hub di innovazione a disposizione del territorio.

Intesa Sanpaolo al vertice della classifica 2024 di Extel

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Intesa Sanpaolo si conferma come una delle principali realtà europee nel settore bancario, conquistando nuovamente la vetta della classifica 2024 stilata da Extel per le relazioni con investitori istituzionali, analisti finanziari e per la gestione degli aspetti ESG (Environmental, Social, and Governance). Questo importante riconoscimento è il risultato di un sondaggio che ha coinvolto circa 1.800 investitori istituzionali e analisti finanziari, confermando l’eccellenza della banca in questi ambiti strategici.

Carlo Messina: miglior CEO del settorebancario europeo

Carlo Messina, CEO e Consigliere Delegato del gruppo, ha conquistato il titolo di miglior Chief Executive Officer nel settore bancario europeo per il settimo anno consecutivo, consolidando la sua leadership e la fiducia riposta da analisti e investitori. Anche il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo ha ottenuto il primo posto tra le banche europee per il terzo anno di fila.

Stefano Del Punta: miglior CFO per l’ottavo anno

Un altro riconoscimento di rilievo riguarda Stefano Del Punta, Senior Advisor del CEO, che per l’ottavo anno consecutivo è stato nominato miglior Chief Financial Officer del settore bancario europeo. A completare il quadro di successi, il team di Investor Relations, guidato da Marco Delfrate e Andrea Tamagnini, è stato riconosciuto il migliore d’Europa per il settimo anno.

Leadership sssoluta in ambito ESG

In ambito ESG, Intesa Sanpaolo ha mantenuto la prima posizione per il quinto anno consecutivo, dimostrando una grande attenzione alla sostenibilità e all’impegno sociale. Questi riconoscimenti riflettono l’efficacia della strategia del gruppo, che punta su un modello di business diversificato e resiliente, sostenuto da importanti investimenti in tecnologia.

L'importanza della trasparenza e della comunicazione responsabile

Carlo Messina ha sottolineato l’importanza di questi successi, ringraziando tutte le persone che lavorano nel gruppo per il loro contributo e ribadendo il valore della trasparenza e della comunicazione responsabile nel confronto con gli stakeholders. "La nostra capacità di raggiungere e superare gli obiettivi, con una forte sensibilità verso le tematiche ESG, continua a essere motivo di apprezzamento a livello internazionale", ha dichiarato Messina.

Music Brokers: come una start-up argentina ha rivoluzionato l'industria musicale globale

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Fondata a Buenos Aires nel 1997 da Federico Scialabba e Julian Cohen, Music Brokers ha rapidamente scalato le vette dell'industria musicale, trasformandosi da una piccola etichetta indipendente in un vero e proprio fenomeno mondiale. Oggi, l'azienda è studiata come un caso di successo nelle più prestigiose scuole di business internazionali, grazie alla sua capacità di identificare e capitalizzare su trend musicali emergenti, in particolare l'ascesa della musica lounge.

Una ricetta di successo: musica lounge e strategia innovativa

Il segreto del successo di Music Brokers risiede nella combinazione di un repertorio riconoscibile di brani classici, reinterpretati con arrangiamenti moderni e soft, e strategie di marketing e distribuzione estremamente efficaci. Questo mix ha permesso all'azienda di connettersi con un pubblico globale eterogeneo, creando un impatto socioculturale inaspettato. Il catalogo di Music Brokers spazia dalla Bossa Nova al Soft Jazz, dal Chill Out al Reggae, e più recentemente all’Afrobeats, tutti generi che risuonano ormai in ogni spazio retail sofisticato o ristorante trendy del mondo.

Il boom di Bossa ‘n’ Stones e il successo internazionale

Uno dei momenti più significativi nella storia di Music Brokers è stato il lancio di Bossa ‘n’ Stones nel 2004. Questo album pionieristico, che reinterpretava i classici dei Rolling Stones con un tocco di Bossa Nova, ha rappresentato un punto di svolta per l’azienda. La combinazione di versioni morbide di brani immortali con copertine seducenti ha catturato l'attenzione del pubblico e ha dato inizio a una serie di successi globali. Il modello è stato tanto efficace da essere copiato sia dai creatori stessi che dai concorrenti, ma ha anche aperto la strada a carriere artistiche di talento come quelle di Karen Souza, Sarah Menescal e altri.

L'approccio poliedrico degli artisti e la sfida dell’Intelligenza Artificiale

Un aspetto distintivo di Music Brokers è il modo in cui gli artisti lavorano all'interno dell'etichetta, spesso sotto pseudonimi e in progetti paralleli, per mantenere diverse carriere attive e finanziarsi. Questo approccio, che ricorda le pratiche delle star del Soul e del Rhythm’n’Blues degli anni ’50 e ’60, è stato criticato da alcuni come opaco, ma rappresenta una strategia vincente in un'epoca in cui l'intelligenza artificiale minaccia di sottrarre posti di lavoro ai musicisti. Federico Scialabba, con la sua esperienza come dj e imprenditore, ha saputo cogliere questa esigenza e trasformarla in una parte integrante del modello di business di Music Brokers.

Una presenza globale e una visione futuristica

Oggi, Music Brokers opera su scala globale, con sedi in Argentina, Brasile, Cile, Uruguay, Paraguay, Messico, Stati Uniti e Paesi Bassi, oltre a una partnership strategica in Spagna. L’azienda gestisce migliaia di playlist su piattaforme come Spotify, Apple, YouTube e Deezer, lanciando in media due canzoni al giorno. Nonostante l’importanza crescente dello streaming, Music Brokers continua a mantenere una solida presenza nel mercato dei prodotti fisici, che ancora rappresentano una parte significativa del loro fatturato.

Guardando al futuro, Music Brokers sta esplorando nuove direzioni musicali. Un esempio è il progetto "Spanish Flow", che fonde suoni spagnoli con flamenco e basi di chill e trap, mantenendo uno stile sottile e cool. Inoltre, l'azienda sta lavorando alla riscoperta del repertorio storico messicano, unendolo alla musica elettronica senza perdere l’autenticità delle voci tradizionali.

Riforma del Premierato: prospettive e criticità secondo Alfonso Celotto

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La riforma del premierato è al centro del dibattito politico italiano, sostenuta con forza dal governo guidato da Giorgia Meloni. Questa proposta di modifica costituzionale mira a ridefinire radicalmente il rapporto tra il potere politico nazionale e gli elettori, rendendo il sistema più diretto e, almeno sulla carta, più rappresentativo. Ma cosa comporterebbe realmente l'introduzione del premierato? Alfonso Celotto, avvocato e professore di Diritto Costituzionale all'Università di Roma Tre, ha recentemente analizzato i pro e i contro di questa riforma ai microfoni di LaPresse.

Cosa cambierebbe con il Premierato?

Il cuore della riforma del premierato risiede nella modifica del ruolo del Presidente della Repubblica e del processo di nomina del Presidente del Consiglio. Attualmente, è prerogativa del Presidente della Repubblica scegliere il capo del governo, come è avvenuto nel 2018, quando Giuseppe Conte è stato nominato nonostante il voto frammentato tra il Movimento 5 Stelle e il centrodestra. Con il premierato, invece, questa scelta verrebbe sottratta al Capo dello Stato e affidata direttamente agli elettori. Il primo Presidente del Consiglio verrebbe così scelto direttamente dal voto popolare, mentre in caso di crisi di governo durante la legislatura, la scelta del nuovo premier dovrebbe avvenire tra i membri della maggioranza parlamentare.

I pro e i contro della riforma

Secondo Celotto, la riforma avrebbe avuto un impatto significativo nel recente passato. Personalità come Mario Draghi, tecnocrate, o lo stesso Giuseppe Conte, non parlamentare, non avrebbero potuto assumere la carica di Presidente del Consiglio sotto il nuovo sistema proposto. La riforma punta infatti a garantire una maggiore rappresentatività, evitando che il governo sia frutto di equilibri politici lontani dalla volontà popolare espressa nelle urne.

Tuttavia, il compromesso tra stabilità e rappresentatività rimane complesso. Dal 2018, l'Italia ha visto una successione di governi di diversa natura politica, spesso frutto di coalizioni e compromessi parlamentari. Il sistema attuale, pur con le sue criticità, consente la formazione di governi anche in situazioni di instabilità, come avvenuto nel 1994 quando, dopo la caduta del governo Berlusconi, si scelse Lamberto Dini come Premier senza tornare alle urne.

Con il premierato, il sistema diventerebbe più simile a quello delle elezioni comunali o regionali, dove la caduta del sindaco o del presidente porta automaticamente a nuove elezioni. Questo potrebbe assicurare una maggiore coerenza tra il governo e la volontà popolare, ma rischierebbe di ridurre la flessibilità del sistema parlamentare, fondamentale per risolvere crisi politiche senza ricorrere sempre a nuove elezioni.

In sintesi

La riforma del premierato rappresenta un tentativo ambizioso di riformare il sistema politico italiano, cercando di bilanciare la necessità di stabilità governativa con una maggiore aderenza alla volontà degli elettori. Tuttavia, come evidenziato da Celotto, il percorso per raggiungere questo equilibrio è tutt'altro che semplice, richiedendo una riflessione profonda sugli effetti che tali cambiamenti potrebbero avere sulla democrazia italiana.