Clima teso durante l’ultimo consiglio di amministrazione della Fondazione Ricerca Molinette, oggi Ets (Ente del Terzo Settore) e presieduta dall’imprenditore Massimo Segre. Al centro della discussione, secondo quanto appreso da fonti ben informate, lo Statuto della Fondazione, in particolare l’articolo 9 che prevede la carica di presidente “a vita”.
La Fondazione Ricerca Molinette nasce nel 2001 grazie alla collaborazione tra l’Università degli Studi di Torino e l’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino. Costituita originariamente come Fondazione Internazionale di Ricerca in Medicina Sperimentale (FIRMS), ha lo scopo di sostenere e promuovere le attività dei gruppi di ricerca attivi all’interno dell’Ospedale Molinette di Torino. Oggi, a distanza di oltre vent’anni dalla sua fondazione, la governance dell’ente è al centro di un acceso dibattito.
Lo Statuto della Fondazione prevede, all’articolo 9, che il presidente rimanga in carica a vita, salvo rinuncia, dimissioni, impedimento permanente o decesso. Attualmente, la presidenza è ricoperta da Massimo Segre, noto imprenditore e finanziere torinese, figlio di Franca Bruna Segre, che fu la prima presidente della fondazione al momento della sua costituzione.
Durante l’ultimo consiglio di amministrazione, la durata della carica presidenziale è stata oggetto di una richiesta di revisione da parte di alcuni membri del board. Secondo quanto appreso, il vicepresidente Giovanni La Valle, direttore della Città della Salute di Torino, avrebbe proposto di modificare lo statuto affinché la carica del presidente non sia più “a vita”, ma elettiva.
La richiesta di modifica sarebbe motivata dalla natura stessa della Fondazione: pur essendo un ente senza scopo di lucro, i suoi fondatori sono esclusivamente enti pubblici – l’Università di Torino e la Città della Salute. Questa caratteristica, secondo La Valle, rende necessario un aggiornamento delle norme statutarie per allinearle a criteri di rappresentatività e trasparenza, più vicini alla natura pubblica dei soggetti fondatori.
Alla proposta di La Valle si sarebbe unita anche quella di Stefano Geuna, rettore dell’Università di Torino e vicepresidente della Fondazione. Geuna avrebbe sottolineato l’importanza di avviare un dibattito sulla durata della carica e sulla necessità di stabilire criteri chiari per la nomina dei consiglieri del consiglio di amministrazione, per evitare il rischio di cooptazioni o scelte poco trasparenti.
La questione non riguarda solo la figura del presidente, ma investe anche la governance complessiva della Fondazione. Il dibattito, infatti, si inserisce in una cornice più ampia, dove la gestione di un ente con radici pubbliche deve rispondere a criteri di buona amministrazione e partecipazione democratica.
La discussione sullo statuto e sulla carica “a vita” del presidente della Fondazione Ricerca Molinette è destinata a proseguire nei prossimi mesi. Resta da capire se emergerà una convergenza tra i membri del board per un aggiornamento statutario che introduca meccanismi elettivi e trasparenti.
In gioco non c’è solo la figura del presidente, ma anche la credibilità e il ruolo della Fondazione stessa, che da oltre vent’anni rappresenta un punto di riferimento per la ricerca medica all’interno della Città della Salute di Torino.