Le auto elettriche ci fanno risparmiare?

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AUTO ELETTRICHE - Le auto elettriche sono ormai una certezza per il futuro. Sono già oggi sempre più i possessori di questa categoria di veicoli. Tra questi ci sono io, Hamid-Reza Khoy, e voglio parlavi di quelli che sono i vantaggi del possedere questo tipo di auto, specialmente in termini monetari. Posso farlo poichè sono un possessore di questo tipi di veicoli e come mestiere mi occupo di revisione di conti. In questa analisi sono riportati sia i dati testati da me stesso in Svizzera, sia un confronto con quelli Italiani. Visto che le auto elettriche saranno il futuro non mancano neppure mie impressioni su quello che potrebbe essere e mi auspico sia l’evolversi del mercato dei veicoli elettrici.

Gli incentiva statali per l’acquisto di un’auto elettrica

Comprare un’auto elettrica ad oggi è ancora molto, per alcuni forse troppo, costoso. Se si guardano più attentamente i dati però si nota come nel tempo ci siano delle agevolazioni che aiutano ad abbattere notevolmente il costo. Per esempio, io nella mia esperienza, ho calcolato una media di risparmio annuale di  2.500 franchi con l’auto elettrica. In Italia invece il risparmio è stimato intorno ai 1.300 Euro. Già così in 10 anni si riuscirebbe ad ammortizzare la spesa iniziale. Ma questi tempi arrivano anche a dimezzarsi se si considerano le agevolazione messe in campo dalle istituzioni.

Nel Canton Ticino lo Stato offre 4.000 franchi per l’acquisto dell’auto e 500 per l’installazione della postazione per la ricarica a casa o in ufficio. Lo Stato Italiano invece ha messo a disposizione l’ecobonus grazie al quale sono previsti contributi fino a 8.000 euro (nel caso di rottamazione).

L’assicurazione per l’auto elettrica ha delle differenza

Il risparmio però non permettono di farlo solo gli incentivi statali ma anche altri fattori. Prima di andare a parlare dei consumi è bene guardare altri dati. In Italia per esempio l’assicurazione di un veicolo elettrico è più vantaggiosa rispetto a quella per le auto tradizionali. Si parla infatti di un risparmio di circa 150 euro l’anno. In Svizzera questo però non avviene infatti non troviamo differenze. In altri paesi, come Norvegia e Regno Unito, invece le assicurazioni per le auto elettriche sono maggiori rispetto alle tradizionali. questo è dovuto alla maggiore potenza che questi veicoli possiedono.

Non solo incentivi statali ma anche risparmio su bollo e tagliandi

Un discorso differente riguarda invece altre tasse sui veicolo, come la tassa di circolazioni e il tagliando. In Svizzera, nel Canton Ticino, il bollo porta ad un risparmio di 800 franchi l’anno. In Italia addirittura è gratuito per i primi 5 anni, mentre per i successivi è applicato uno sconto del 75%.

Anche in termini di tagliando si hanno dei risparmi, poiché la manutenzione che richiede un’auto elettrica è notevolmente minore. Per fare un esempio non c’è necessità di fare il cambio dell’olio e anche il consumo dei freni è ridotto grazie al recupero di energia che si ha in fase di decelerazione.

Per descrive i vantaggi dell’auto elettrica basterebbe parlare solo dei costi sui consumi

Le differenze sostanziali però si hanno per quanto riguarda i consumi e il loro costo. Per quanto mi riguarda con una media di 12 mila chilometri all’anno ho un risparmio nei consumi di 1.500 franchi. Per i prezzi italiani percorrere 100 km vuol dire spendere 2,58 euro per ricaricare una macchina elettrica contro i 9,6 della benzina. Questo porta ad un risparmio durante l’anno di 772,2 euro. I costi della ricarica di una macchina elettrica dipendono anche molto dall'utilizzo che se ne fa. Ad esempio se si percorrono viaggi lunghi che ci costringono ad usufruire dell’energia pubblica fanno sì che si ha un costo maggiore. Se invece si riesce a caricare sempre a casa, dove il costo dell'energia è minore, i prezzi vengono ulteriormente abbattuti.

Un mercato già in espansione ma l'auto elettrica  ancora non risponde ad alcune esigenze

Questi dati sono importanti e da valutare attentamente quando si pensa all'acquisto di un veicolo elettrico. Inoltre il mercato sta andando verso una direzione che porta ad un incremento del volume produttivo che porterà con gli anni anche ad una diminuzione di costi di acquisto dei veicoli. Ovviamente sono solo alcuni paesi, come Stati Uniti, Europa, Cina e Giappone, che posseggono persone con le disponibilità economiche per l’acquisto di un’auto elettriche. Tra queste c'è da sottolineare che i veri interessati ad oggi sono solo coloro che anno dell’auto un uso quasi esclusivamente urbano, o comunque a percorrenza limitata. Coloro che invece necessitano di effettuare viaggi più lunghi con una certa frequenza prediligono le auto ibride.

L’auto elettrica nel futuro di molte aziende

L’Europa e altri stati però stanno spingendo molto le case automobilistiche alla ricerca di miglioramenti nel campo dell’elettrico. Il primo modo che attuano è quello di imporre multe salatissimi a coloro che non rispettano i limiti all'emissione di CO₂. Proprio per questo Tesla ha stilato un rapporto di partnership con Fiat, con il quale ha venduto all’azienda italiana i certificati sull’emissione di  CO₂ per ridurre la penale sulle auto inquinanti.

Partnership come questa saranno importanti per il futuro dell’elettrico. Ma altrettanto importanti potrebbero essere gli accordi con i colossi dell’informatica e i produttori di energia elettrica. Queste partnership potrebbe portare solo vantaggi, sia ai produttori che hai clienti.Il modello di auto elettrica arriva anche in casa Ferrari, per saperne di più

Gli e-fuels: investimento ecosostenibile

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E-FUELS INVESTIMENTO ECOSOSTENIBILE - Per poter vivere in un mondo più sostenibile è necessario prendere più iniziative. Quando parliamo di ridurre le emissioni, tutti pensiamo alle fonti rinnovabili più comuni, come l’energia eolica. Per quanto sia necessario supportare le energie rinnovabili, queste hanno bisogno di tempo per essere realizzate. le persone più attente alla questione climatica osservano gli sviluppi degli e-fuels nel mondo con la speranza di sostituire i combustibili fossili al più presto.

E-fuels, carburanti a emissione ridotta

Gli electrofuels, abbreviati in e-fuels, sono dei carburanti sintetici che permettono di ridurre drasticamente le emissioni di CO₂. Questi combustibili sono creati a partire da fonti rinnovabili da cui viene presa l’energia elettrica che si trasforma poi in energia chimica. In sostanza sono dei combustibili climate-friendly. Per capire l’importanza degli e-fuels basti pensare che le loro emissioni di CO₂ sono minori del 70% circa rispetto ai combustibili fossili.

Non solo emettono pochissima anidride carbonica, ma sono anche in grado di assorbirla. Infatti durante la sintesi degli e-fuels si svolge un processo di cattura della CO₂. Questo perché per trasformare l’idrogeno negli altri e-fuels serve la combinazione con l’anidride carbonica: quindi anche la produzione aiuta a diminuire laCO₂. I nuovi combustibili possono rivoluzionare il mercato del carburante aiutando moltissimo l’ambiente.

I vantaggi degli e-fuels per le aziende

Non solo gli e-fuels rispettano l’ambiente, ma possono integrarsi più facilmente ai sistemi di combustione attuali. Per esempio, se un’industria volesse passare all’energia elettrica come unica fonte di energia, dovrebbe convertire tutto il suo sistema di combustione dei carburanti fossili. Invece, per il passaggio agli e-fuels, i cambiamenti necessari sarebbero molto più rapidi e meno costosi.

Gli e-fuels rappresentano un investimento ecosostenibile validissimo che ha ben poco da invidiare alle fonti rinnovabili. Essi infatti possono dare risultati in tempi più brevi, e inoltre ricevono sostegno sia da società che da istituzioni importanti. Basti pensare all’European Clean Hydrogen Alliance, un’alleanza promossa dall’Unione Europea per sostenere l’uso dell’idrogeno in tutto il vecchio continente. Il progetto pronostica di investire circa 430 miliardi di euro entro il 2030 per rendere l’idrogeno una realtà in molti ambiti, per esempio nell’applicazione industriale.

Un investimento ecosostenibile che potrebbe partire dall’Italia 

“Uno dei grandi passi avanti degli ultimi anni è l’appoggio delle istituzioni per i progetti sostenibili  – riflette Oliver Camponovo -. I primi protocolli di qualche anno fa non hanno mai trovato un forte riscontro come in questo periodo”.

A sostegno delle parole di Oliver Camponovo arriva il comunicato stampa di Unem. Il gruppo unem fa sapere di aver dato il via a Innovhub, uno studio di fattibilità, che prevede la progettazione per la futura realizzazione di un impianto dimostrativo di produzione di e-fuels. Innovhub ha lo scopo di le caratteristiche chimico-fisiche degli e-fuels ed utilizzarli in prove sperimentali su strada.

Innovhub prevede il coinvolgimento del team Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano. A quest'ultimo è riservato il compito di valutare tutte le variabili di natura economica associate alla realizzazione degli impianti di produzione di e-fuels in Italia. Si occuperà anche di effettuare un’analisi della situazione energetica italiana, in relazione al potenziale sviluppo di un mercato degli e-fuels.

NFT: mercato dell'arte e della cultura digitale decentralizzata

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NFT ARTE DIGITALE - La conversione al digitale è un fenomeno in corso da ormai molti anni. Con l’arrivo del Covid però ha subito un’impennata. Sono aumentate le ore in cui stiamo davanti ad un dispositivo digitale e aumentate sono anche le cose che vi possiamo vedere. Anche l’arte ha fatto il sui ingresso in rete, non solo con Showroom , gallerie e musei digitali, ma con vere e proprie opere d’arte digitale. Il tutto ha dato vita anche ad una nuova forma di mercato.

Il fenomeno dei NFT e dell’arte digitale

I gettoni non fungibili (NFT – “Non Fungible Tokens”) sono beni digitali.  Rappresentano una vasta gamma di oggetti unici, tangibili e intangibili. Si va da carte sportive da collezione a beni immobili virtuali e persino scarpe da ginnastica digitali, ma anche e soprattutto arte! Le caratteristiche chiave degli NFT sono la non-interoperabilità, l’indivisibilitâ, l’indistruttibilità e la verificabilità.

Uno dei principali vantaggi di possedere un oggetto digitale da collezione rispetto a un oggetto fisico è che ogni NFT contiene informazioni distintive. Tali informazioni lo rendono diverso da qualsiasi altro NFT e facilmente verificabile. Questo rende inutile la creazione e la circolazione di falsi oggetti da collezione perché ogni oggetto può essere ricondotto all'emittente originale.

Altri vantaggi dei gettoni NFT

A differenza delle criptovalute regolari, gli NFT non possono essere scambiati direttamente tra loro. Questo perché non ci sono due NFT identici - anche quelli che esistono sulla stessa piattaforma, gioco o nella stessa collezione. Pensate a loro come ai biglietti del festival. Ogni biglietto contiene informazioni specifiche, tra cui il nome dell'acquirente, la data dell'evento e il luogo. Questi dati rendono impossibile che i biglietti del festival possano essere scambiati tra loro.

La stragrande maggioranza dei token NFT sono stati costruiti utilizzando uno dei due standard di token Ethereum (ERC-721 e ERC-1155). Questi modelli creati da Ethereum consentono agli sviluppatori di software di distribuire facilmente i NFT. Inoltre garantiscono che siano compatibili con l'ecosistema più ampio, tra cui scambi e servizi di portafoglio come MetaMask e MyEtherWallet. Altre Blockchain a seguito del recente hype stanno altresì rilasciando i propri standards per costruire e ospitare NFT sulle loro reti blockchain.

© Dapper Labs

I record di NFT e Cripto Art

Gli NFT stanno entrando nel mainstream del mondo dell’arte, basta osservare quello che sta avvenendo in giro per il mondo. Tuttavia, il grande denaro nel business NFT recentemente non è stato solo negli artwork digitale, ma anche negli equivalenti digitali delle trading cards che i bambini degli anni '80 e '90 conoscono fin troppo bene. Un recente rapporto di settore di DappRadar, specializzato nell'analisi delle criptovalute e del loro utilizzo, ha rilevato che il volume del mercato è cresciuto fino a 342 milioni di dollari nel febbraio 2021. Questo è significativamente più di quanto è stato scambiato in NFT in tutto il 2020 (circa 200 milioni di dollari).

I mercati degli NFT e dell’arte digitale

I primi 3 mercati per gli NFT sono attualmente NBA Top Shot, OpenSea e CryptoPunks. NBA Top Shot è un prodotto di Dapper Labs, che ha guadagnato fama qualche anno fa con CryptoKitties e ha portato il trend delle trading card del basket al digitale. OpenSea ha opere d'arte digitali, così come oggetti da collezione come solo CryptoKitties - e CryptoPunks di Larva Labs è noto per i suoi unici personaggi pixel memorizzati su Ethereum.

DappRadar ha messo insieme un grafico di quali NFT hanno recentemente raggiunto i prezzi più alti. In testa alla lista c'è l'ormai popolarissimo artista Beeple, seguito da numerosi CryptoPunk NFT:

La cripto art e il suo significato oggi

La cripto art è l'espressione del nostro tempo, l'integrazione del fisico-virtuale pregna il nostro vivere quotidiano e tutte le sue attività. In questo contesto l'arte cripto lega la creazione artistica all'interazione digitale, creando una corrente artistica inclusiva che riflette lo spirito delle nuove generazione che andranno a modellare il mondo di domani. ¨  Nonostante da taluni possa essere considerata solo una moda del momento personalmente ritengo che la crypto art e gli NFT similmente alla blockchain e la decentralizzazione siano arrivati per rimanere e che gli artisti come anche le case d’arte ed i collezionisti hanno una nuova asset class su cui lavorare investire e diversificare.

L’arte e gli investimenti inaspettati

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ARTE INVESTIMENTI - Spesso pensiamo che l’arte sia solo mero piacere, un qualcosa da ammirare, dove andare a ricercare le passioni più profonde nostre e dell’artista. Se si esce dalla poesia della forma artistica si scopre però che con l’arte si possono fare ingenti investimenti, a volte anche totalmente inaspettati. Lo sa bene Angelina Jolie

L’arte non la ferma neppure il Covid

Se il mondo dei musei e delle città d’arte è in crisi per le chiusure forzate a causa dell’emergenza sanitaria, il mercato dell’arte va avanti a testa alta. Del resto, lo fa da secoli. Nonostante l’altalenante situazione economica e finanziaria, infatti, esso resta un settore forte, che ha dimostrato di riuscire a gestire le turbolenze. A raccontarne lo stato di salute ci sono ormai numerosi volumi e studi di settore. Emerge chiaramente che il mercato dell’arte e dei collezionisti è molto cambiato nel corso dell’ultimo decennio, destando l’interesse di analisti, investitori istituzionali e banche.

Ne è venuta fuori un’immagine rinnovata, in cui l’arte non rappresenta più quel bene rifugio utilizzato per proteggersi da crisi finanziarie o momenti di pausa, ma un proficuo investimento. Attira sempre più interesse in un modo attento e intelligente per diversificare le proprie ricchezze.

Il mercato dell’arte ha trovato molti nuovi investitori

Questo nuovo slancio ha creato molti benefici per il mercato, reso vivace e globale da una più attenta professionalità, una maggiore trasparenza ed una più fruibile accessibilità di dati. La maggiore concentrazione degli scambi avviene sul mercato americano, circa il 40%, seguito dal Regno Unito con il 22% e dalla Cina, la new entry che ci sottolinea la sempre più grande attenzione asiatica verso l’arte. Si difende bene la Francia ed anche l’Italia, con importanti collezionisti attivi anche su piazze straniere.

Dare la giusta importanza all’arte significa primariamente tutelarla e valorizzarla, nel rispetto di tutti coloro che la amano e la promuovono, anche recuperandola e tesaurizzandola attraverso l’importante mestiere del mercante d’arte.

Gli investimenti hanno preso piega anche online

Più attivo si è reso il canale di vendita online, che nel 2020, per gli ovvi motivi della pandemia, ha toccato cime mai raggiunte, con numerose gallerie che si sono rapidamente riorganizzate con specifiche piattaforme e viewing rooms per facilitare il contatto con la clientela.

Un esempio è Sotheby’s che ha raggiunto un volume di fatturato pari a $2,5 miliardi, grazie ad oltre 250 aste che hanno registrato un tasso medio di venduto dell’80%. Dai dati che la Sotheby’s ha pubblicato si nota che una grande percentuale di acquirenti è nuova del settore. Infatti il 30% degli acquisti è stato effettuato da coloro che non l'avevano mai fatto prima, con un incremento anche del numero di giovani.

Da non dimenticare, infine, il sistema delle fiere che ha creato edizioni online in sostituzione di quelle cancellate, com’è avvenuto, per fare un esempio autorevole, per Art Basel (Hong Kong e Basilea).

Angelina Jolie grazie ad un investimento d’arte riceve un doppio regalo

Ebbene per rimarcare quanto finora detto, è notizia di questi giorni la vendita, presso la casa d’asta Christie’s di Londra, da parte della celebre attrice Angelina Jolie di un dipinto, realizzato da Winston Churchill e acquistato con l’ex marito Brad Pitt nel 2011. Il quadra è un pezzo unico poiché è stato l’unico dipinto realizzato dal premier britannico. La sua realizzazione risale al gennaio 1943 e fu donata da Churchill in persona al presidente americano Franklin Delano Roosevelt. L'opera dal titolo "La torre della moschea Koutoubia" è partita da una stima di 1.500.000 sterline ed è stata al centro di un'accesa gara al rialzo tra quattro collezionisti. Alla fine il nuovo proprietario pagò cinque volte il prezzo della stima.

Un quadro oggetto di numerosi investimenti

Negli anni il quadro è passato per numerose mani, ogni volta con cifre da capogiro fino a quando nel 2011 fu comprato da Brad Pitt come regalo per l’allora moglie. Dopo il divorzio della coppia la tela ad olio è entrato a far parte della Jolie Family Collection. Qualche settimana fa Angelina però ha deciso di mettere all’asta il dipinto del premier inglese senza avere la minima idea dell’investimento che ne sarebbe venuto. L’incasso infatti ha raggiunto 8.285.000 sterline, commissioni incluse (pari a 9.577.460 euro).

Numerose sono le opere d’arte da cui si sono avuti investimenti inaspettati

La storia de “La torre della moschea Koutoubia” non è l’unica del suo genere. Per fare esempi più recenti si può far riferimento a tutte le aste con protagoniste le opere di Banksy. Le opere dell’artista, per lo più di strada, segnano record su record per prezzi di vendita. L’ultimo record è stato segnato da "Devolved Parliament", che raffigura la Camera dei comuni di Westminster in cui i deputati sono tutti scimpanzé. il dipinto è stato venduto all'asta da Sotheby's di Londra a 11,1 milioni di euro. Con Banksy la sorpresa non riguarda tanto quanto si può ricavare dalla vendita dell’opera quanto se poi entreremo in possesso o meno della stessa. Iconico è l’episodio della raffigurazione della "Girl with Balloon", che si è autodistrutto nel momento esatto in cui è stato aggiudicato il pezzo all’asta.

Si può investire nell'arte ma non sempre fila tutto liscio

Questo ci insegna che l’arte può generare dei grossi investimenti, ma può nascondere insidie dietro ogni angolo, data l’ecletticità dei suoi protagonisti. Altro dato da non sottovalutare è il pericolo di truffe, legato specialmente alla possibilità di imbattersi in falsi. Se sei interessato al mondo degli investimenti d’arte e vuoi sapere come proteggerti dai falsi e in quali rischi puoi incorrere, ti consigliamo questo approfondimento.