Ferrari riceve la certificazione Equal Salary

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FERRARI CERTIFICAZIONE EQUAL SALARY - Il mondo dell’automobilismo è da anni impegnato nel raggiungimento di obiettivi di sostenibilità. Non solo per dare il buon esempio al copioso numero di appassionati ma soprattutto per fare concretamente la differenza per un mondo che ha sempre più necessità di essere sostenuto. La casa automobilistica Ferrari non è da meno. Lo ha dimostrato in vari modi, per ultimo ottenendo la certificazione di Equal Salary.

L’automobilismo, i suoi protagonisti e il loro impegno nel sociale

L’automobilismo è forse un settore che si presenta sotto più aspetti e sfaccettature. Si passa dalla realizzazione delle auto che ogni giorno noi usiamo, alle auto di lusso, a quelle sportive utilizzate per un numero considerevole di discipline diverse tra loro, fino ad arrivare adesso anche alla cimentarsi nella ristorazione e moda. Dati tutti gli ambiti su cui spazia si fa presto ad immaginare la quantità di persone che per una via o l’altra è vicino a questo ambiente. Non solo appassionati di belle auto ma anche coloro che sono attratti dalle alte velocità e dai percorsi spericolati.

Una citazione molto famosa afferma: “da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Sono poche le cose che si possono dire più vere di questa affermazione e l'ambiente automobilistico lo sa bene. I mezzi di trasporto e le corse automobilistiche sono da sempre dentro l’occhio del ciclone per quanto riguarda l’inquinamento. I fatti sono uno dei fattori che più contribuiscono all’inquinamento globale. Ma loro stessi ne sono consapevoli e da anni stanno già mettendo in pratica soluzione per ovviare a questo problema. Per esempio si è alla ricerca di carburanti green e si stanno sviluppando motori elettrici sempre più efficienti e accessibili al grande pubblico. Ma non ci si limita a questo perché l’attenzione alla sostenibilità è per le cause automobilistiche a 360°. Non si guarda solo all’eco-sostenibilità ma anche a rispettare tutti gli altri obiettivi che fanno parte adesso dell’Agenda 2030 dell’Onu.

Ferrari e la certificazione Equal Salary

Tra le case automobilistiche più famose e più impegnate nel raggiungere gli obiettivi di sostenibilità troviamo Ferrari. Il suo impegno è totale e lo si vede in numerosi aspetti. Nel corso del 2020 ha annunciato di mettere in commercio entro il 2025 la prima auto elettrica e con Shell è da tempo impegnata nella ricerca di carburanti verdi. Sotto questo ultimo punto di vista ha ottenuto già dei riconoscimenti, che però non sono arrivati da soli. Infatti sempre nel 2020 Ferrari ha ottenuto la certificazione Equal Salary per la parità di retribuzione tra donne e uomini con le stesse qualifiche e mansioni. Ferrari è la prima società italiana ad aver ottenuto questa specifica certificazione. Louis Camilleri, Amministratore Delegato di Ferrari S.p.A., ha dichiarato:

 “Siamo fieri di ricevere questa certificazione, che rappresenta una pietra miliare importante nel percorso verso il miglioramento continuo del nostro posizionamento e delle nostre azioni per un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso delle differenze. La parità retributiva e di opportunità non riguarda solo un principio di equità. È un pilastro fondamentale per attrarre, trattenere e sviluppare i migliori talenti e stimolare così l’innovazione e la nostra crescita nel lungo periodo”.

Questo primo riconoscimento è arrivato in base ai criteri stilati dalla Commissione Europea, ma è stata confermata nel luglio 2021 anche con i criteri del Nord America. Possiamo portarvi alcuni dati ad esempio:

“La certificazione Equal Salary è un’ulteriore tappa di una crescita del contributo femminile all’interno della Società. Dal 2016 al 2019, in particolare, le dipendenti sono aumentate dall’11,5% a oltre il 14% dei 4.285 lavoratori complessivi (dati al 31 dicembre 2019) e hanno assunto progressivamente maggiori responsabilità e ruoli crescenti.”

Come Ferrari e l’esempio della certificazione Equal Salary siamo tutti chiamati a fare meglio

I buoni esempi sparsi per tutto il mondo delle grandi cose, con piccoli gesti, che si possono realizzare sono molteplici. Il caso sopra riportato riguarda una immensa realtà, che però potrebbe stare benissimo ferma e non fare nulla. Invece si impegna e non si ferma ai primi obiettivi ma guarda sempre avanti per fare ancora meglio. Come Ferrari anche noi dobbiamo metterci d’impegno con ognuna delle nostre azioni quotidiane, perché una cascata nasce da una singola goccia.

Autosufficienza energetica ed ecosostenibilità: un futuro prossimo?

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AUTOSUFFICIENZA ENERGETICA ECOSOSTENIBILITÀ - Realizzare una struttura totalmente autosufficiente a livello energetico, in grado di mantenersi attiva e indipendente rispettando tutti i principi di ecosostenibilità: una possibilità concretamente realizzabile e realmente vantaggiosa?

Ne parliamo con Fabio Mori, giurista aretino trentacinquenne, ideatore e Direttore dal 2016 del progetto Casa dell’energia - Urban Center ad Arezzo, una struttura recentemente recuperata nel cuore della città medievale toscana e diventata un polo multifunzionale in grado di ospitare e organizzare eventi, convegni, mostre di arte e offrire spazi di aggregazione e condivisione sociale.

La casa dell’Energia: il raggiungimento dell’autosufficienza energetica e di una maggiore ecosostenibilità

Costruito sulle fondamenta di un antico bastione a guardia delle mura trecentesche che ancora formano l’ossatura della struttura, divenuta poi a fine 800 sede di una storica fonderia cittadina, la fonderia Bastanzetti. L’edificio è stato riqualificato con l’intento di diventare un esempio di architettura ecosostenibile e volto all’autonomia energetica, tramite l’uso dell'energia solare.

Uno splendido esempio di connubio tra tecnologia, storia e archeologia industriale: da una fabbrica metallurgica grandemente energivora a immobile alimentato da energie rinnovabili, dove l’attento progetto tecnologico di ristrutturazione incentrato sull’ottimizzazione dei consumi a livello impiantistico ha consentito la realizzazione di una stabile che tende all’impatto ambientale zero (zero impact).

Attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici, vetri termoisolanti, tetto ventilato e pavimento radiante, con il sussidio di una pompa di calore che sfrutta il gap termico per produrre energia, sia il consumo di energie non rinnovabili che le emissioni di componenti inquinanti sono tenute a bassissimo impatto.

I vantaggi dell’autosufficienza energetica e della ricerca di ecosostenibilità

"La filosofia che sta alla base di questo progetto - ci spiega Mori - è fondamentalmente quella di creare le basi per impostare un nuovo modo di pensare il lavoro e la vita in generale."

Utilizzando in maniera costruttiva le possibilità infinite del progresso e della tecnologia come le armi più efficaci per custodire e proteggere l’ambiente circostante e trovando nel contatto con la natura e nella tutela del territorio un rinnovato senso della vita e delle relazioni umane.

Questi sono innegabilmente gli obiettivi di un progetto come questo. I vantaggi sono enormi per l’ambiente e per la salubrità della vita delle generazioni future; trovare un nuovo modello di vita più equo e sostenibile è la grande sfida di questo millennio e sicuramente la sfida più importante da vincere.

Non a caso la green economy viene vista unilateralmente come l’unica possibilità di migliorare il benessere umano, ridurre i danni ambientali prima che diventino irreversibili e ristabilire attraverso un cammino comune, una maggiore equità sociale.

"È ovvio - prosegue Fabio Mori - che dietro a realizzazioni di questa natura ci siano da prevedere investimenti importanti, con benefici visibili nel lungo periodo."

I costi iniziali devono essere sostenuti da capitali sostanziosi, questo al momento è l’unico svantaggio che personalmente vedo nella progettazione e messa in opera di ambienti ecosostenibili.

Ma è anche vero che sempre maggiore attenzione viene data alla cosiddetta “transizione ecologica” e si moltiplicano i contributi economici e i finanziamenti degli Stati per sostenere una nuova visione Green, sia del mondo dell'industria che della vita quotidiana. D’altronde, al netto degli interessi economici più potenti, questa è l’unica via per lasciare alle generazioni future la possibilità di un mondo ancora vivibile.

Un esempio da rendere noto e divulgare

Un’ idea, un progetto così caro a Mori da essere oggetto del suo libro di prossima pubblicazione, pensato e maturato durante i lunghi mesi del lockdown.

“Rinascita Ecologica" che sarà presentato il 15 luglio prossimo nella sala convegni della Casa dell’Energia, nasce dal desiderio di raccontare non soltanto un’esperienza lavorativa, ma per lanciare un messaggio positivo per ritrovare nel rispetto dell’ambiente e nella qualità delle relazioni il vero obiettivo per il futuro.

Nelle pagine del libro viene illustrata la storia della struttura e della sua rinascita eco sostenibile spiegata nei dettagli tecnici, ma soprattutto viene mostrato come un vecchio polo industriale si sia trasformato in un museo dell’efficienza energetica a livello urbano, non soltanto come esempio per una riconversione di ambienti lavorativi ma come guida a una nuova impostazione ecologica nelle abitudini di vita e nel mantenimento delle proprie abitazioni.

Il grande rinnovamento di cui abbiamo assoluta necessità, conclude Mori, deve partire sì a livello industriale, ma per poi arrivare nelle case e nelle abitudini quotidiane delle persone; in questo modo sarà veramente possibile invertire l’andamento verso un nuovo paradigma e una migliore qualità della vita per noi e per le generazioni future che erediteranno la Terra.