Coworking: una soluzione sostenibile
COWORKING SOSTENIBILE - Quando si parla di sostenibilità si pensa subito a soluzioni “green”. In realtà dietro a questa parola si nasconde un significato molto più ampio che fa riferimento non solo ad una maggiore attenzione verso l’ambiente ma anche verso l’uomo. In questo contesto rientra il coworking che punta ad essere sostenibile proponendo soluzioni più attente alla salute del lavoratore e del Pianeta.
Il coworking come soluzione sostenibile
Il coworking è la condivisione di spazi di lavoro tra persone che non svolgono stesse mansioni e lo fanno per aziende spesso molto differenti tra loro. Con il coworking però coabitano uno stesso spazio lavorativo potendo tutti usufruire di servizi comuni. Questa attività permette molti vantaggi tra cui quello di lavorare in smart working, rimanendo vicino alla propria abitazione, ma non dovendo trasformare la casa in uno studio. Il dipendente ha quindi la possibilità di rimanere vicino alla propria famiglia pur essendo integrato in un ambiente lavorativo vero e proprio. Casa e lavoro rimangono così distinti.
Il coworking però implementa anche altre soluzioni sostenibili. Permette una riduzione degli sprechi, una diminuzione dei consumi, riciclo, riutilizzo dei materiali e molto alto. Mettere insieme realtà diverse permette anche di dare vita a idee innovative e che puntano alla sostenibilità per altri ambiti.
Avere spazi condivisi da lavoratori attenti a soluzioni sostenibili porta anche alla scelta di ambienti e arredi green e vantaggiosi per la salute dell’uomo e del pianeta.
Una piattaforma che rende il coworking ancora più sostenibile
Se il coworking è già di per sé sostenibile, l’idea di Sercam Advisory e Advepa Communication contribuirà a renderlo ancora più eco-sostenibile. La pandemia ci ha mostrato come lo Smart Working abbia contribuito a ridurre la congestione stradale e di conseguenza l’inquinamento atmosferico. Il rapporto di Life Prepair dimostra che nel primo quadrimestre del 2020 nell’area padana dove abita il 40% della popolazione che genera il 50% del PIL nazionale, si è registrata una “una repentina riduzione di alcune tra le principali sorgenti di inquinamento atmosferico.”
Non tutti però sono entusiasti di passare definitivamente allo smart working poiché, se da una parte è più eco-sostenibile, dall’altra perde su requisiti legati alla sostenibilità dell’ambiente di lavoro. Per questo entra in campo la piattaforma per il coworking virtuale. Si tratta di un progetto che volge a riprodurre uffici e persone con la realtà 3D. A spiegarlo meglio è il presidente di Sercam Advisory Marco Ginanneschi:
“I fruitori dello studio virtuale vengono rappresentati da avatar (con sembianze umane) che interagendo tra di loro (attraverso chat e video-chat) svolgono le normali attività d'ufficio e di confronto/incontro con i clienti di uno studio.
All’associato o alla segreteria dello studio viene assegnato non solo un avatar che lo rappresenti nello studio ma anche un software di back-end, direttamente collegato con l’ambientazione virtuale 3D, attraverso cui possano essere svolte le normali operazioni di ufficio.
Lo studio virtuale si compone della tecnologia Multiplayer che permette la compresenza degli avatar (dello studio e del cliente) nello stesso ambiente virtuale e le interazioni tra gli stessi.”
Dall’emergenzialità alla necessità
Non è più possibile tornare ad un mondo completamente uguale a quello pre-pandemia, specialmente nell’ambiente lavoro. Sono stati scoperte soluzioni che da risposta nell’emergenzialità sono passate ad essere una necessità. L’importante adesso è risolvere alcune problematiche non sostenibili a lungo termine e dare garanzie ai lavoratori.
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