SMART WORKING - La pandemia ci ha messo davanti alla necessità di trasferire il lavoro dagli uffici alle proprie case. Per molti questo passaggio è stato brutale, mentre altri si sono accorti di essersi preparati a questa transizione già molto tempo fa. Questo perché le tecnologie ci avevano già mostrato come è possibile lavorare da qualsiasi posto. Se oggi lo smart working ha il vantaggio di venire incontro alle necessità dettate dalle restrizioni, ieri e domani aiuta specialmente nel poter intrecciare rapporti con clienti provenienti da tutto il mondo senza doverci muovere.
Lo smart working, affacciatosi per la prima volta nell'ordinamento italiano nel 1998, come una prima sperimentazione delle Amministrazioni Pubbliche per autorizzare forme di lavoro a distanza, ha iniziato a prendere forma con la Legge 81/2017 con una nuova disciplina che ha consentito una modalità alternativa alla prassi lavorativa tradizionale, con una immediata adozione da parte di molte aziende tecnologiche, che ne ha fatto una nuova filosofia di pensiero, con sorprendenti risultati sulla produttività derivanti probabilmente dalla condizione di "comfort zone" del dipendente che è messo in condizione di autonomia, con la possibilità di conciliare al meglio vita personale e professionale.
Senza dubbio il fenomeno della pandemia ha fatto crescere a dismisura l'adozione di una nuova modalità di lavoro, soprattutto nei servizi, che tuttora sta interessando quasi 5 milioni di lavoratori, tanto da rendere necessaria la proroga al 31.12.2021 della misura emergenziale dello smart working "semplice" senza quindi la necessità dell'accordo individuale tra azienda e addetto.
Secondo l'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano i numeri sono esponenziali: a fine 2017 gli smart worker erano 305.000, a fine 2019 avevano raggiunto la cifra di 600.000 e ad oggi il numero è cresciuto quasi dieci volte di più.
Dal 2022 sicuramente occorreranno provvedimenti legislativi che prendano in considerazione meccanismi di tutela del lavoratore con nuove forme contrattuali e retributive, dove è auspicabile un sereno confronto che potrà misurarsi in apposite commissioni composte da aziende e sindacati per monitorare l'esperienza del lavoro agile su larga scala e risolvere questioni che stanno creando dibattito in questi ultimi mesi: dalle regole per evitare la connessione permanente dei lavoratori agli strumenti informatici, al diritto di indennità per le spese sulle connessione a banda larga, al divieto di lavoro in luoghi pubblici e molti altri casi analoghi di operatività ancora da disciplinare.
Indubbiamente l'emergenzialità di inizio marzo 2020 ha cambiato profondamente la metodologia del lavoro e il modo di comunicare all'interno dell'azienda, rivoluzionando non solo i sistemi informatici in adozione ma soprattutto la fluidità dei sistemi informativi interni.
Nelle PMI, che impiegano oltre il 95% della forza lavoro nel nostro Paese, il sistema informativo risulta poco strutturato e spesso caotico in quanto se da un lato c'è una assoluta "libertà di scambio senza regole definite" dall'altra c'è la dispersione delle conoscenze provenienti dall'esterno che possono essere determinanti nelle strategie che il management vuole adottare sulle indicazioni dell'indirizzo delle politiche indicate dalla Governance.
La necessità principale sarà per le aziende quella di investire nella formazione dei lavoratori in smart working, attività che viene tra l'altro finanziata da contributi a fondo perduto che alcune regioni (in primis Lazio e Lombardia) hanno erogato efficacemente per mantenere e rafforzare le dotazioni del capitale umano sul territorio.
L'evidente contrazione dei costi per gli affitti e le utenze, dovuto alla rimodulazione degli spazi di lavoro necessari, potrebbero liberare nuove risorse da investire in competenze professionali che potranno essere fruibili in qualunque momento e soprattutto senza vincoli di spostamento, a beneficio dei bilanci aziendali che per il 2020 hanno avuto un azzeramento dei costi di viaggio e di trasferta del personale.
Nasceranno altresì nuove esigenze e occorrerà spostare l'attenzione sulle modalità alternative di team building all'interno di un gruppo, dove gli equilibri non saranno più determinati da due chiacchiere davanti la macchina del caffè, ma avranno necessità di momenti diversi di comunicazione e di aggregazione. Per saperne di più sui vantaggi degli incontri virtuali, https://finanzeinvestimenticriptovalute.it/incontri-virtuali-le-opportunita-dalla-crisi-covid-19/