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L’evoluzione della figura del consulente finanziario

25 Luglio 2023
- Di
Viola
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Roberto Capitanelli durante un'intervista sulla figura del consulente finanziario nel tempo
Tempo di lettura: 3 minuti

Come sta cambiando il mondo della finanza? Lo abbiamo chiesto a chi vanta un’esperienza pluridecennale nel settore e che dunque ha attraverso una vera e propria rivoluzione. Roberto Capitanelli, toscano classe 1949, Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, da sempre innamorato di un’economia che dia risposte concrete alle persone e ai loro bisogni, ha aperto il cassetto dei ricordi per spiegare ai lettori di FIC dove sta andando la finanza del futuro, osservando cosa è accaduto in passato.

Dal consulente finanziario, al fai da te degli investimenti online, al nuovo mondo delle cripto artist. Cosa resta dell’economia tradizionale nel nuovo mondo della finanza decentralizzata e quali sono gli attori protagonisti? Scopriamolo insieme a Roberto Capitanelli, intervista dalla giornalista Ilaria Vanni.

Capitanelli, in che modo ha mosso i primi passi nel mondo della finanza?

La prima, la più importante opportunità di muovere i primi passi nel mondo della finanza me l’ha concessa la Banca Toscana, quando nel 1976 mi chiese di seguire tutti i grandi clienti aretini, importanti imprenditori in vari settori. In quegli anni sono venuto a contatto con personalità innovative per l’epoca, che erano per ogni giorno fonte di conoscenze nuove, in particolare nella finanza di allora.

Nel 1983 ho preso consapevolezza delle mie capacità e, ancora alle dipendenze della Banca Toscana, insieme a mia moglie Cinzia e tre amici imprenditori di Arezzo, fondai la Finam Spa la prima società di leasing e factoring ad Arezzo.

Poi arrivò l’esperienza con la Prime Consult, società del Gruppo Banca Monte dei Paschi di Siena e della Fiat, che prima, nel 1985, mi incaricò di seguire la nascita della loro sede ad Arezzo. Poi dal gennaio 1987, visti gli ottimi risultati, mi affidò l’intera regione Toscana. Oggi la mia esperienza è cresciuta di nuove esperienze grazie alla collaborazione ultraventennale con lo studio Missale & Partners di Bergamo.

Quali erano i player italiani più importanti all’epoca nella tua esperienza?

  • Prime Consult (MPS e FIAT)
  • Interbancaria (Gruppo INA e BNL)
  • Fideuram (Gruppo Intesa San Paolo)
  • Azimut (Gruppo Zurigo Assicurazioni)
  • Mediolanum (Gruppo Fininvest)

Cosa è cambiato da 10 anni a questa parte con l’avvento delle criptovalute?

Per certi aspetti è che come se con le criptomonete si fosse aperta l’alba di una nuova economia, un ciclico ritorno ad una economia basica. Certo non siamo tornati al baratto, ma è comunque un tentativo di ritorno verso un’economia più semplice e immediata.

Rispetto al sistema bancario tradizionale, le criptovalute non fanno capo ad una Banca ma utilizzano reti di computer. Sono di natura privata: non sono emesse o garantite dagli stati o banche centrali. Inoltre il valore della singola criptovaluta è determinato unicamente dalla domanda e dall’offerta. Quindi il suo valore e il suo cambio sono affidati al libero mercato. Il mondo della finanza ha subito, negli ultimi dieci anni, una delle innovazioni più radicali che si possono annoverare e che ha già fatto la storia.

Come è cambiata la figura del consulente finanziario?

Oggi il consulente finanziario è di due tipi, bancario o indipendente. C’è da dire poi che “il fai da te”, ha preso campo anche in questo settore. Anche se oggi, grazie al web e a vari software, è relativamente facile investire sui mercati finanziari da soli, purtroppo l’esito non è sempre scontato.

Il consulente finanziario, bancario o indipendente che sia, è il plus per un investimento informato e consapevole per le sue conoscenze pregresse e la miriade di informazioni che ha a disposizione in tempo reale. Il Consulente Finanziario del “futuro” deve rimanere aggiornato sulla normativa sempre più stringente e in continua evoluzione e conoscere tutti gli strumenti che ha a disposizione ed oggi sono tantissimi.

Il Consulente come educatore finanziario deve essere sempre in “prima linea” di fronte a chi, rispetto alle difficoltà dei mercati finanziari, si spaventa e chiede aiuto, consigli, chiarimenti e conforto.   

È un bene che la finanza sia sempre più decentralizzata?

La DeFi (Decentralized Finance) è un movimento in fase di sviluppo è un’alternativa globale e aperta ad ogni servizio finanziario, conto corrente, finanziamenti e mutui, trading e assicurazioni accessibile in qualunque parte del mondo e h24: unica condizione uno smartphone collegato a Internet. A mio parere i vantaggi ci sono, ma vanno saputi utilizzare e analizzare con una certa preparazione.

Innanzitutto è importate dire che finanza decentralizzata non significa totale libertà e quindi rischio di anarchia. La DeFi si appoggia su regole scritte e codificate (smart contract), si basa su minime interazioni umane e che quindi assottigliano la possibilità di errore, si può avvalere di una piena trasparenza e di zero burocrazia. Quello che ad oggi può essere letto come uno svantaggio e un limite è che non c’è una vera e propria “rete di sicurezza”.

Quello che dobbiamo auspicarci è che la finanza, cioè chi la finanza la fa sul campo, compia anche una riflessione etica esia pronta cioè a valutare, indagare e analizzare.

Ilaria Vanni

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