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EXPO 2030 ROMA

2 Marzo 2022
- Di
Massimiliano
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Tempo di lettura: 4 minuti

EXPO 2030 ROMA - Ci aspetta una grande sfida per Roma; anche quella delle riforme fiscali ed economiche è una grande sfida nella grande sfida. 

Il fulcro su cui si muove tale riforma fiscale è il doppio binario del pubblico e del privato; il pubblico riqualifica i quartieri periferici (scuole, trasporti, verde, luoghi d’incontro, etc) il privato entra con le sue attività imprenditoriali a sostegno del pubblico ma anche per realizzare progetti industriali innovativi che creano occupazione, aiutano la cultura e redistribuiscono ricchezza tra i residenti. Localizzare, quindi, nelle periferie luoghi e spazi per le imprese, per le start up, per i poli tecnologici, per la ricerca delle Università e  per la formazione! Incentiviamo, Attiriamo e Costruiamo.

EXPO 2030 ROMA

Roma Capitale può (o deve) chiedere al Governo centrale più autonomia gestionale (quindi anche legislativa) per rilanciare l’economia della città.

Considerando la situazione critica e tragica in cui si trova l’amministrazione capitolina si richiedono misure straordinarie e riforme straordinarie per trasformare Roma anche e soprattutto in una città moderna ed imprenditoriale (cominciando ad eliminare quella sua immagine Palazzinara che ci condanna da decenni).

Queste riforme devono guardare non a domani ma ad uno sviluppo di decenni a futuro con una visione moderna, inclusiva e produttiva. EXPO 2030 può essere il punto progettuale di partenza.

Il principio ispiratore è quello dell’investimento: se attiro attività sul territorio con incentivi fiscali a breve termine, a lungo termine creo un indotto economico di crescita e di ricchezza (non solo economica ma soprattutto culturale).

Con un piano così strutturato anche le imprese straniere potranno decidere di stabilirsi a Roma.

La gestione e l’attuazione di tali riforme dovrà essere gestito da un assessorato tecnico (comitato scientifico) con un grande potere decisionale autonomo. Questo sarebbe formato da professionisti in grado anche (e quindi con poteri ) di snellire tutta la burocrazia. Per esempio un ufficio unico per le Imprese che si stabiliscono a Roma).

Le proposte fiscali per rendere possibile EXPO 2030 Roma

Le proposte fiscali per questo nuovo risorgimento di Roma potrebbero essere (in alternativa o insieme):

1)  Dare la possibilità di trattare con il Fisco le aliquote all'inizio attività delle imprese per 5 - 10 anni

Le aliquote per le nuove attività vengono negoziate, trattate e decise previamente con l’amministrazione tributaria (a titolo di esempio molto generale. Il primo anno un'aliquota dell’imposta sulle società potrebbe essere del 2% (o 3 o 4 ....) e poi via via crescendo a secondo del business e-o fatturati e-o utili, perdite, investimenti e andamento del mercato etc etc). In ogni caso verrà ulteriormente premiata la ricerca, lo studio, lo sviluppo scientifico e le nuove tecnologie.

2) Incentivi per investimenti all'estero delle società italiane (che hanno la sede legale ed operativa nel comune di Roma)

Per tutte le società italiane che si stabiliscono nei territori di Roma Capitale e che investono all’estero esenzione totale d'imposta sui redditi ricevuti dalle partecipate e-o stabili organizzazioni estere quali:

  • Dividendi
  • Interessi
  • Plusvalenze
  • Canoni

Le partecipate estere e le stabili organizzazione non dovranno essere residenti nei paradisi fiscali. Le attività estere dovranno essere di: produzione industriale, di ingegneria, di progettazione, ricerca e sviluppo scientifico ed esportazione del made in Italy (escluse tutte le attività bancarie, finanziarie e simili).

3) Holding italiane, società di partecipazione italiana (SPI)

Possibilità per investitori esteri di costituire a Roma  società di partecipazione finanziaria ed industriale con i seguenti vantaggi e condizioni:

- il socio straniero della SPI non deve essere residente in un paradiso fiscale

- i redditi della SPI provenienti da attività al di fuori del territorio italiano (escluso i paradisi fiscali ) sono esenti quali:

  • Dividendi
  • Interessi
  • Plusvalenze
  • Canoni

I redditi invece prodotti dalla SPI a Roma (quindi in Italia ) saranno tassati secondo le norme generali interne sopra citate al punto 1). Potrebbe anche essere prevista una norma specifica per i manager stranieri che si trasferiscono in Italia a lavorare per la SPI - quindi che non sono mai stati residenti prima in Italia - che fissa un'aliquota fissa, per esempio, del 15% per 4 anni su tutti i redditi da loro percepiti come persone fisiche sia in Italia (Roma) che all’estero).

Con riferimento alla distribuzione dei profitti dalla SPI al socio straniero non sarà prevista nessuna ritenuta alla fonte indipendentemente dalle previsioni normative  delle convenzioni per evitare la doppia imposizione firmate. Le attività estere dovranno essere: di produzione industriale, di progettazione, di ingegneria, di ricerca scientifica ed esportazione. (escluse tutte le attività bancarie, finanziarie e simili)

4) Zes

Queste zone speciali consentono di operare con incentivi fiscali convenienti e quindi possono anche loro attrarre investimenti stranieri.

La ZES (Zona Economica Speciale) è di fatto un’“arma” per poter invogliare imprese a investire in un territorio offrendo incentivi fiscali, agevolazioni burocratiche e per attenuare il costo del lavoro. A tutto questo vanno sommate la vicinanza e la disponibilità di un'efficiente ed efficace sistema infrastrutturale ubicato nelle immediate vicinanze, in genere un aeroporto, un porto, con ferrovie e strade facilmente raggiungibili.

In diversi Paesi del mondo le ZES sono utilizzate da anni, alcuni hanno addirittura quasi “istituzionalizzato” tale strumento, estendendolo a gran parte del territorio nazionale.  

Con Legge L.12 agosto 2017 n.123 è stata introdotta in Italia per tutti i porti del Sud. Ma fatta la legge poco si è fatto (anzi direi nulla) per incentivare e stimolare la creazione e la nascita di queste Zone che potrebbero attrarre tantissimi investimenti nazionali ed internazionali (a parte la questione del risparmio fiscale per le imprese  pensiamo solo la posizione dell’Italia nel Mediterraneo ). Roma Capitale potrebbe chiedere l’estensione di tale legge anche a tutti i territori e quartieri periferici da riqualificare, servendo quindi i vari porti ed interporti del Lazio.

Roma può e deve farcela! 

Immaginiamo di presentare tutti questi progetti nel 2030: un sogno? Forse ma tante volte i sogni diventano realtà basta volerlo!

Roma: storia, cultura, tradizione, impresa, modernità!

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