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Ferrari e Williams: i due grandi garagisti della F1

2 Dicembre 2021
- Di
Viola
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Tempo di lettura: 4 minuti

FERRARI WILLIAMS - Se dici F1 pensi a Fangio, Lauda, Senna, Ascari, Schumacher, Hamilton e molti altri campioni. Quasi nessuno in prima battuta pensa a coloro che molto spesso sono dietro le quinte e che hanno dato vita alle scuderie che forniscono le macchine ai piloti. Due fra tutti sono Enzo Ferrari e Sir Frank Williams. Cosa si nasconde dietro al loro successo?

Il mito della F1, dei piloti e dei suoi garagisti: Ferrari e Williams

La Formula 1, in sigla F1 è la massima categoria di vetture monoposto a ruote scoperte da corsa su circuito definita dalla Federazione Internazionale dell'Automobile (FIA). La categoria è nata nel 1948 (in sostituzione della Formula A, a sua volta sorta solo due anni prima, nel 1946), diventando poi a carattere mondiale nella stagione 1950. Ogni decennio ha avuto una sua fisionomia abbastanza precisa: negli anni 1950 dominarono le auto a motore anteriore; negli anni 1960 quella a motore posteriore, prive di alettoni; negli anni 1970 si ebbe invece un grande sviluppo dell'aerodinamica della vettura di Formula 1; gli anni 1980 furono caratterizzati dai motori turbo; gli anni 1990 dall'elettronica; dagli anni 2000 in poi, dalla competizione tra le grandi case automobilistiche.

Ma chi sono stati gli uomini dietro al successo del “Circus”? A tutti, a primo impatto, vengono in mente i nomi dei più grandi piloti di tutti tempi, Fangio, Lauda, Senna, Ascari, Schumacher, Hamilton. Quasi nessuno, in prima battuta, pensa a coloro che hanno permesso ai piloti di diventare le leggende che sono oggi: i garagisti. Se arriviamo a pensare loro allora i due nomi più risonanti sono Enzo Ferrari e Sir Frank Williams, i due capisaldi delle due più grandi scuderie di tutti i tempi: Ferrari e Williams. Scopriamo come da nulla, questi due uomini, hanno costruito un grande impero.

Scuderia Ferrari: il Sogno di Enzo Ferrari

Enzo Ferrari nasce nel 1898 a Modena. Fin da giovane aiuta il padre, che lo voleva ingegnere, nell’officina di famiglia. La prematura morte del padre e del fratello maggiore Dino lo costringono ad assumere il comando della famiglia e con esso eredita ogni responsabilità. Dopo essere stato costretto a lasciare l’impegno bellico, nel primo conflitto mondiale, comincia a lavorare in varie aziende metalmeccaniche, cominciando dalla famosa FIAT. Il suo futuro comincia a plasmarsi però nel 1919 quando trova lavoro presso la CMN, una piccola impresa meccanica milanese, il cui socio era Ugo Sivocci. Grazie al suo intervento diviene assistente al collaudo delle auto, impiego che lo porta a disputare anche alcune competizioni di automobilismo.

Due anni dopo, nel 1920, inizia la sua ufficiale carriera da pilota con Alfa Romeo. Iconico è il Gran Premio del Savio del 1923, che vince, in cui lo stesso Ferrari ha raccontato di aver ricevuto quello che poi diventerà il simbolo della casa automobilista da lui fondata. Il cavallo rampante gli fu donato da Paolina Bianconi, madre di Francesco Baracca, con la promessa che se lo avesse messo nella sua vettura da corsa, gli avrebbe portato fortuna.

La nascita della Scuderia Ferrari

Dopo una lunga pausa per problemi personali, Enzo Ferrari, viene richiamato da Alfa Romeo per fondare quella che poi diventerà la Scuderia Ferrari. La crisi economica nel 1933 portò l'Alfa Romeo a ritirarsi fino al 1937; poco dopo Ferrari si ritirò e creò l'Auto Avio Costruzioni (AAC) con sede a Modena. A causa della guerra, per paura dei bombardamenti, nel 1943 Enzo Ferrari trasferì l'AAC nel suo nuovo stabilimento di Maranello. Dopo la guerra Ferrari creò "La Scuderia Ferrari", la sezione sportiva della casa automobilistica Ferrari, che era esistente fin dal 1930 ma che fu costituita in ragione sociale dal 1947. In occasione della prima vittoria della Scuderia in F1 dirà Ferrari:

«Quando nel 1951 González su Ferrari, per la prima volta nella storia dei nostri confronti diretti, si lasciò alle spalle la "159" e l'intera squadra dell'Alfa, io piansi di gioia, ma mescolai alle lacrime di entusiasmo anche lacrime di dolore, perché quel giorno pensai: "Io ho ucciso mia madre".»

Dal 1950 ad oggi la Ferrari non ha mai saltato un singolo Gran Premio di F1. Una famosa frase recita: “i piloti passano ma la Ferrari resta”. Infatti “ Enzo Ferrari fondò la Ferrari, ma questa ha restituito lui fama e immortalità.

Frank Williams: da una cabina telefonica ai box di tutto il Mondo

Il 28 Novembre 2021 ci ha lasciati Sir Frank Williams, colui che insieme con Enzo Ferrari ha contribuito a portare in alto il nome dall F1. Il suo approdo nella massima categoria inizia come pilota, ma a differenza dell'imprenditore italiano, le sue doti alla guida non sono eccelse e lascerà molto presto. La sua passione però è tale che non riesce a starne lontano per molto tempo e comincia una carriera dall’altra parte del circuito. Per alcuni anni si limita a fare il meccanico per altre case automobilistiche fino a che nel 1966 fonda la sua scuderia: la Williams Racing Cars.

Prima di approdare nella massima categoria si presenta in Formula 2 e Formula 3. La prima gara in F1 è nel 1969 con un'auto realizzata con un vecchio telaio comprato da modello della Brabham. La prima auto completamente realizzata dal team Williams è del 1972, ma venne distrutta alla gara di esordio dal pilota Pescarolo. La cosa particolare di quel periodo è che la scuderia veniva amministrata da Williams da una cabina telefonica. La situazione economica era talmente disastrosa da non riuscire a pagare le bollette della luce, che era stata quindi staccata. La situazione migliora quando ottiene la sponsorizzazione da parte di Marlboro e Iso Rivolta.

Sarà proprio il fallimento dell’Iso e le conseguenze che ne derivarono a portare Frank a lasciare la scuderia e acquistare, insieme all’ingegnere Patrick Head, un negozio di tappeti a Didcot. Sarà in quei fondi che nascerà, nel 1977 la Williams Grand Prix Engineering, l’attuale Williams Racing.

Tutti i successi che hanno caratterizzato la scuderia dal 1977 ad oggi li conosciamo tutti bene. Sono stati frutto della passione, la dedizione e l’impegno di un uomo che dalle corse ha avuto gioie e dolori. È stata proprio una corsa sconsiderata a bordo di un’auto da strada a costringerlo su ruoto per tutta il resto della sua vita, anche se erano le ruote di una carrozzina. Nonostante ciò non ha mai lasciato il paddock, e sono state proprio la sua presenza e la sua forza a dare il contributo necessario al successo della Williams Racing.

Sì ai finanziamenti per il Gran Premio di Imola

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