HAMID-REZA KHOYI COSTO ENERGIA - Negli ultimi mesi moltissime persone in tutto il mondo hanno ricevuto bollette del gas e dell’energia elettrica decisamente più care rispetto a un anno fa. Di fronte a costi quasi quintuplicati in pochi mesi i privati cittadini hanno poche possibilità di limitare le conseguenze e per questo motivo il governo è intervenuto per limitare gli aumenti. Non è bastato: anche con gli aiuti del governo l’aumento del costo dell'energia ha influito molto sulle casse del popolo. Ma quali sono le cause di questi aumenti? E si può agire ancora per arginare il problema? Ne ha parlato Hamid-Reza Khoyi.
L’aumento dei costi dell’energia è iniziato già l’autunno del 2021, con il prezzo del gas metano che è raddoppiato nel giro di una notta tra il 30 settembre e il 1 ottobre. Da questa prospettiva sembra quasi che la guerra tra Russia e Ucraina non sia la causa dell’aumento dei prezzi, o almeno che non sia la causa principale. Questo però non è propriamente vero. Il conflitto scoppiato nel cuore dell’Europa ha infatti influito, a mio parere, per il 99%. Il resto, e l’aumento dello scorso autunno, è dovuto alla dipendenza che molti paesi hanno dagli altri in merito al reperimento delle materie prime. Come era per l’Europa dalla Russia.
Altra causa è l’incertezza del mercato che si aveva, con la percezioni di mercati impazzi. Io, Hamid-Reza Khoyi sono infatti convinto che una parte della colpa è dovuta alle società di produzione e distribuzione che vogliono guadagnare di più, accentuando il fattore speculativo. Ritengo che sia giusto saperlo e ricordarlo. La guerra ha sì inciso sì per la maggiore, ma è stato anche un forte catalizzatore di una situazione già in bilico.
L’incremento dei costi per l’energia ha colpito praticamente tutti i paesi del Mondo, anche se non in egual misura. La differenza più grande, a mio avviso, però riguarda il modo in cui la situazione è stata affrontata. Paesi come Cina, India, Francia e forse anche Italia, stanno reagendo in modo più tempestivo ed efficiente per arginare il problema dei rincari energetici. I transalpini possono, infatti, contare su 56 reattori nucleari, che garantiscono ingenti fonti di energia pulita e ad alta efficienza. Questo permette ai francesi di dipendere molto meno,rispetto ad altri paesi dell’Unione Europea, da altre Nazioni per riempire le proprie stazioni di stoccaggio dell'energia.
Per l’Italia il discorso è diverso. Il nucleare non è una fonte di energia presente e ritenuta utilizzabile. Ma i politici del ‘Bel Paese’, seppur con i loro difetti, hanno sempre dimostrato di avere ottime capacità commerciali. Questo, nel tempo, ha permesso all’Italia di stipulare contratti vantaggiosi, per l’intera Nazione. Tra i paesi dell’Unione, lo ‘Stivale’ è quella che per prima è riuscita ad assicurarsi un contratto di fornitura di gas che permettesse di ridurre dal 40 al 25% la dipendenza da quello Russo.
“L’Algeria è legata all’Italia da un contratto di trasporto per 30 miliardi di metri cubi di gas all’anno - dichiara Toufik Hekkar, amministratore delegato di Sonatrach, a 24 News. - “L’Italia è qualificata per essere la porta d’ingresso dell’Algeria verso i mercati dell’Europa dell’est”.
Sul piano superficiale sembra essere un buon affare, e lo è anche. Ma allo stesso tempo, se si va a guardare più da vicino, si nota come l’Italia sia passata da essere dipendente dalla Russia a essere dipendente dall'Algeria, in materia di gas, invece di diversificare la distribuzione. Lo spiega molto bene Sissi Bonomi nel suo articolo sul Sole 24 Ore:
“L’Italia si lega sempre di più all’Algeria per le forniture di gas. Ma affidarsi al Paese nordafricano – da cui ormai compriamo più che dalla Russia – non mette completamente al riparo dai rischi: nemmeno da quelli geopolitici, visto che Algeri non solo è un fedele alleato di Mosca (tanto da non aver votato la risoluzione di condanna all’Onu dopo l’invasione dell’Ucraina) ma ha anche dimostrato di recente, nelle relazioni con la Spagna, di non disdegnare l’uso dell’energia come arma di pressione”
Diversificare è forse la vera chiave per risolvere il problema dell’aumento dei costi dell’energia. In questo caso però non mi riferisco a diversificare i fornitori, ma a diversificare le fonti. Dipendere meno dal gas è un’opzione più che valida. C’è quindi il bisogno di investire in altre fonti di energia, che siano green ed economiche, sia in fase di reperimento, che di produzione e distribuzione. Mi riferisco in particolar modo alle fonti di energia rinnovabili e il nucleare. Investire in queste fonti di energia ha senso, ma se fatto con criterio, sfruttando le qualità del territorio per massimizzare il profitto.