AUMENTO COSTO ENERGIA - Tutto aumenta di prezzo: elettricità, cibo, automobili e tasse. Ma quello a cui stiamo facendo più caso gli italiani in questo periodo è l'aumento del costo dell’energia, sia essa derivata da gas naturale che dal gas metano. Se l'incremento delle bollette di luce è gas è stato annunciato con largo anticipo, lo stesso non è avvenuto per il costo del metano. Ma si sono verificati entrambi nelle stesso periodo, perchè?
Dal primo di ottobre ad oggi si sono riscontrati notevoli incrementi nel prezzo del gas naturale e di altri combustibili fossili. Per esempio, il gas naturale, che a settembre aveva un costo pari a 16 euro/MW, oggi si è assestato intorno ai 100 euro/MW. Nel frattempo però c’è stato un periodo in cui il suo costo è arrivato a toccare picchi vicini ai 116 euro/MW. Questo aumento ha cominciato ad influenzare vari settori, come quello dei trasporti in cui il GPL è arrivato ad avere una media di 0.735 euro al litro.
La vera rivoluzione però si è vista con il gas metano. Da un giorno all’altro i possessori di auto alimentate a metano hanno visto il prezzo del combustibile raddoppiare, passando da circa 0.9 a quasi 2,000 euro al metrocubo. In questo caso non sono state solo le cifre a spiazzare i consumatori ma la repentinità dell’incremento. Se per il gas ce lo aspettavamo un po’, visto l'annuncio dell’aumento delle bollette per luce e gas, per il metano eravamo del tutto impreparati.
Ma a cosa è dovuto l’aumento del costo dell’energia? Le cause sono molteplici. La prima riguarda la situazione disponibilità materia prima. La prima distributrice di gas naturale in Europa è la Russia, ma in questa nazione, come in molte altre, i giacimenti di gas non riescono a supportare l’aumento della domanda.
Uno dei motivi riguarda anche i cambiamenti climatici. Negli scorsi anni abbiamo registrato un graduale allungamento della durata degli inverni. Questo ha portato ad avere una richiesta maggiore di gas per alimentare i nostri caloriferi per un arco di tempo più lungo. In questo modo si è attinto a tutti gli stoccaggi europei, rimasti così oggi a secco.
I cambiamenti climatici riguardano anche il terzo punto, o meglio la lotta ad essi. Infatti ad aumentare di prezzo non è stato solo il costo dell’energia ma anche il valore dei permessi per l’emissione di CO2 che sono passati da 30 euro a tonnellata a 60. Il loro scopo è quello di ridurre l’emissione l’utilizzo di emissioni fossili e l’aumento del costo è stato in parte voluto, dal momento che sono state ritirate dal mercato quote dell’Unione Europea. Questo in concomitanza con l’aumento dei consumi e la riduzione della disponibilità di gas naturale ha fatto sì che si torni a ricorrere maggiormente al carbone aumentando la domanda di permessi per l’emissione di CO2.
Ma perchè gli aumenti del costo dell’energia si sono verificati tutti dopo il primo ottobre? Semplice perchè questa è la data che segna l’inizio dell’anno termico e termine in cui vengono stipulati i contratti di fornitura.
A pagare le conseguenza maggiori dell'aumento del costo dell’energia saranno, secondo gli analisti, le famiglie “in povertà energetica”, ovvero coloro che, essendo a basso reddito, rischiano di avere difficoltà a pagare i servizi energetici essenziali. Stiamo parlando, secondo le stime, di circa 8,850 famiglie italiane.
Come può agire il governo il tal senso? Purtroppo come afferma Massimiliano Dona, avvocato e presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, può fare ben poco.
“L’unica manovra possibile e facilmente attuabile è ridurre il costo dell’iva, come è stato già fatto nel caso del gas naturale e del riscaldamento.”
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