L'incontro tra governo e azionisti a Palazzo Chigi sull'ex Ilva di Taranto si è concluso con l'indisponibilità di Arcelor-Mittal ad assumere impegni finanziari e di investimento, anche come socio di minoranza. Attualmente il gruppo franco-indiano detiene il 62% di Acciaierie d'Italia, il 38% invece è in mano pubblica tramite Invitalia.
Il Governo Italiano sta attuando in modo intelligente, attento e innovativo; ma si può fare di più o meglio si può provare a fare di più!
Dobbiamo avere la completa conoscenza e cognizione della realtà economica in cui viviamo; da sempre scrivo che è di fondamentale importanza cercare di trattenere nel nostro territorio le imprese straniere e di non farle scappare all’estero ( non mi ripeto qui sugli altissimi costi fiscali e del lavoro che abbiamo in Italia ma che l’attuale Governo sta cercando di modificare con una ottima riforma tributaria).
In questa situazione dovremmo semplicemente cercare di capire perché l’impresa Arcelor-Mittal si sta ritirando e trasferendo le sue attività all’estero ; e poi semplicemente cercare di ricreare in Italia quelle stesse condizioni economiche-giuridiche che esistono negli altri paesi più attrattivi dal punto di vista fiscale, burocratico, etc etc .
Con riferimento alla distribuzione dei profitti dalla SPI al socio straniero non sarà prevista nessuna ritenuta alla fonte indipendentemente dalle previsioni normative delle convenzioni per evitare la doppia imposizione firmate.
quindi rendere finalmente esecutiva la Legge che ha creato le Zone Speciali Economiche per i porti del Sud per mettersi in competizione con i porti come Rotterdam, Barcellona, Suez..etc etc .Questo zone speciali consentono di operare con incentivi fiscali convenienti e quindi possono attrarre investimenti stranieri; la Arcelor-Mittal da questa zona potrebbe vendere i suoi prodotti della nel mercato internazionale con enormi vantaggi fiscali
Tutto questo permetterebbe aiutare la Arcelor-Mittal a decidere di continuare a lavorare in Italia.