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Ilva di Taranto serve la ZES

10 Gennaio 2024
- Di
Viola
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Ilva di Taranto ZES Massimiliano Sammarco
Tempo di lettura: 2 minuti

L'incontro tra governo e azionisti a Palazzo Chigi sull'ex Ilva di Taranto si è concluso con l'indisponibilità di Arcelor-Mittal ad assumere impegni finanziari e di investimento, anche come socio di minoranza. Attualmente il gruppo franco-indiano detiene il 62% di Acciaierie d'Italia, il 38% invece è in mano pubblica tramite Invitalia.

Ancora non c'è pace per  Ilva di Taranto

Il Governo Italiano sta attuando in modo intelligente, attento e innovativo; ma si può fare di più o meglio si può provare a fare di più!

Dobbiamo avere la completa conoscenza e cognizione della realtà economica in cui viviamo; da sempre scrivo che è  di fondamentale importanza cercare di trattenere nel nostro territorio le imprese straniere  e di  non farle scappare all’estero ( non mi ripeto qui sugli altissimi costi fiscali e del lavoro che abbiamo in Italia ma che l’attuale Governo sta cercando di modificare con una ottima riforma tributaria).

In questa situazione dovremmo semplicemente cercare di capire perché l’impresa Arcelor-Mittal si sta ritirando  e trasferendo le sue  attività all’estero ; e poi semplicemente cercare di ricreare in Italia quelle stesse condizioni  economiche-giuridiche che esistono negli altri paesi più attrattivi dal punto di vista fiscale, burocratico, etc etc .

Cosa fare dunque

  1. Creare incentivi per assunzione dei lavoratori e quindi non caricare tutto il costo del lavoratore all’impresa.
  2. Possibilità per il socio di costituire in Italia società di partecipazione finanziaria ed industriale (capo gruppo)- SPI- con i seguenti vantaggi e condizioni ( quindi la stessa Arcelor-Mittal):
  • i redditi della SPI provenienti da attività al di fuori del territorio italiano (escluso i paradisi fiscali ) sono esenti quali:
  • Dividendi
  • Interessi
  • Plusvalenze
  • Canoni
  • potrebbe anche essere prevista una norma specifica per i manager stranieri che si trasferiscono in Italia a lavorare per la SPI - quindi che non sono mai stati residenti prima in Italia - che fissa una aliquota fissa, per esempio, del 15% per 4 anni su tutti i redditi da loro percepiti come persone fisiche sia in Italia che all’estero .

Con riferimento alla distribuzione dei profitti dalla SPI al socio straniero non sarà prevista nessuna ritenuta alla fonte indipendentemente dalle previsioni normative  delle convenzioni per evitare la doppia imposizione firmate.

  • far funzionare definitivamente e velocemente la ZES Taranto e quindi dare la possibilità alla Arcelor-Mittal  di operare direttamente nella stessa ZES;

quindi rendere finalmente esecutiva la Legge che ha creato le Zone Speciali Economiche per i porti del Sud per mettersi in competizione con i porti come Rotterdam, Barcellona, Suez..etc etc .Questo zone speciali consentono di operare con incentivi fiscali convenienti e quindi possono  attrarre investimenti stranieri; la Arcelor-Mittal da questa zona potrebbe vendere i suoi prodotti della  nel mercato internazionale con enormi vantaggi fiscali

Tutto questo permetterebbe aiutare la Arcelor-Mittal a decidere di continuare a lavorare in Italia.

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