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La finanza decentralizzata per l’ambiente e la crisi energetica

13 Ottobre 2022
- Di
Viola
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Tempo di lettura: 5 minuti

ADVEPA EXCO CRISI ENERGETICA - Il metaverso e tutte le tecnologie a esso legate, come blockchain e criptovalute, passano spesso verso un’immagine di alienazione, che non gli appartiene. Per questo Advepa, azienda italiana leader nella realizzazione di ambientazioni virtuali immersive, e Exco, la fiera virtuale dedicata alle eco-tecnologie, hanno dato vita a una serie di eventi volti ad alfabetizzare sul metaverso e viverlo grazie ad incontri che si propongono di creare un dibattito e vari approfondimenti su temi di attualità collegati alle tematiche dell'economia circolare. 

Advepa ed EXCO insieme per combattere la crisi energetica e climatica

Gli strumenti per affrontare la crisi energetica passano necessariamente da un piano per la riduzione della dipendenza energetica e una solida strategia di risparmio. Grazie all'uso di nuove tecnologie è possibile abbattere i costi e migliorare l'ambiente in cui viviamo. Ma, viste tutte le critiche che la blockchain e i suoi derivati sta ricevendo è difficile pensare che possa essere una tecnologia utile per ridurre lo spreco di energie e ridurre le emissioni di CO2. 

Per comprendere questo aspetto e quale è il ruolo della blockchain nella lotta al cambiamento climatico e nella crisi energetica, ci aiutano le parole dei professionisti intervenuti, lo scorso 7 ottobre, al primo dei quattro eventi del ciclo ‘L’Ecometaverso: proposte e soluzioni?, dal titolo ‘Crisi energetica: soluzioni a confronto’. 

Le parole di Cavagna, ospite dell’evento di Advepa ed EXCO sulla crisi energetica

Tra i professionisti del settore che hanno preso parte all’evento c’era Gabriele Cavargna, ingegnere formatosi al Politecnico di Torino e perfezionata all'Università di Monaco. La sua passione per la tecnologia l'ha portato a incontrare la blockchain nel 2016 dando poi vita a un progetto legato alla finanza decentralizzata. 

“La tecnologia blockchain viene percepita a livello internazionale in qualità di potenziale, di mezzo abilitante, per raggiungere certi risultati. Basta pensare che quando la conferenza sul ‘Climate Change’ delle Nazioni Unite nel novembre 2021 ha sottolineato l'esigenza di raggiungere la famigerata net zero mission come target entro il 2050, in molti hanno iniziato a pensare alla blockchain come elemento abilitante per poter raggiungere questi target”. Afferma Cavargna che prosegue. 

“Il programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), ha identificato in modo molto esplicito quattro driver preferenziali a livello di aree di intervento in cui la tecnologia blockchain può portare un beneficio o comunque agevolare l'accelerazione verso un'azione ecologica. Questi quattro driver sono:

  • trasparenza
  • energia pulita
  • Carbon Market dove intendiamo banalmente lo scambio di Carbon Credit quindi sono i credit che equivalgono ad una tonnellata di anidride carbonica
  • Climate Finance”.

Climate Chain Coalition

Cavagna prosegue ancora, sottolineando il supporto delle Nazioni Unite all’uso della blockchain nella lotta al cambiamento climatico.

“Sicuramente è importante sottolineare che già nel 2017 il segretariato per il climate Change delle Nazioni Unite aveva dato una sorta di endorsement a un'iniziativa chiamata la “Climate Chain Coalition”.  Già si vedeva se vogliamo il routing connesso alla blockchain che era stata portata avanti da diversi stakeholder internazionali dando già dal 2017 un segnale di supporto alla tecnologia blockchain relativamente alle tematiche dell'ecologia mondiale. Da allora in avanti questa Claimax Chain Coalition ha avuto un reach impressionante per cui a inizio 2022 si parla di più di 300 membri istituzionali provenienti da 50 paesi, che trattano un diverso numero di issue legati a problematiche macro. Quindi sicuramente c'è già stato un crescendo a livello di envisioning della tecnologia blockchain come elemento abilitante per l'ecologia. 

Il beneficio ecologico di passare da Proof of Work a Proof of Stake

Giovanni Cavargna continua parlando di come la blockchain sta diventando più ecologica. 

“La blockchain è un registro distribuito digitale che può aiutare a tracciare e verificare transazioni. Chiaramente l'algoritmo di consenso che aiuta a tenere in sicurezza il network e la struttura di queste transazioni a livello macro può essere di due tipologie: il famigerato Proof of Work, maggiormente utilizzato da Bitcoin e, fino a poco tempo fa Ethereum, che rispetto al Proof of Stake è già dichiaratamente meno ecologico.  

La finanza decentralizzata oggi è quasi principalmente basata sulla blockchain di Ethereum e recentemente c'è stato un importante passaggio a livello di meccanismo per questa rete da proof  of work a proof of stake. Questo passaggio è molto importante perché parlando a livello di numeri se stimiamo che il consumo globale energetico si attesta intorno ai 25.000 terawattora, ad oggi il mining di Bitcoin si aggira intorno allo 0,82% del consumo energetico mondiale mentre quello di Etherium si attestava intorno allo 0,34%. con questo passaggio al nuovo sistema. 

Il founder di Ethereum, Vitalik Buterin per paragonare la complessità dell'azione che è stata portata avanti la paragona alla difficoltà di cambiare un motore a un aereo mentre lo stesso aereo è in volo. Nonostante questo è stato un successo, poiché ha permesso di ridurre immediatamente dello 0,34%, il consumo energetico mondiale. Fattore non banale se parliamo del volumi mondo. 

Dall'altra parte la blockchain di Bitcoin, può venir percepita come meno ecologica in questo contesto, però bisogna pensare che più del 60% di tutte le attività di mining ad oggi operano alimentate da energie rinnovabili. Per cui comunque anche a livello macro stiamo parlando di una minimizzazione delle impronte energetiche che viene data dagli algoritmi di consenso delle principali blockchain”. 

Le applicazioni della blockchain per i cambiamenti climatici e la crisi energertica

È ancora Giovanni Cavargna, nel corso dell’intervento, a spiegare come la tecnologia blockchain, applicata al settore della finanza decentralizzata, può aiutare nella lotta al cambiamento climatico e ad affrontare la crisi energetica. 

“Chiaramente questo è tutti i temi legati più alla tracciabilità all'efficienza energetica sono ancora più forti nell'attuale panorama. Recentemente abbiamo visto che ci siamo dovuti far piacere degli sconvolgimenti a livello economico mondiale. Per cui a livello logistico abbiamo visto una crescita media di trasporto del 400%. A livello delle materie prime ci siamo attestati intorno a una crescita del 30-40% su base annua. In tutto ciò i prezzi del gas e dell’energia sono esplosi. 

Alcuni esempi pratici 

Innanzitutto ci sono da decenni progetti internazionali di sviluppo sostenibile che però sono caratterizzati da una complessità altissima di coordinamento e di gestione di processo. La blockchain in questo può portare un grossissimo beneficio perché per definizione riesce a creare un’armonizzazione della distribuzione, dal momento che questo costituisce la sua funzionalità principale; ma anche andando su applicazioni più connesse a un discorso finanziario recentemente stiamo vedendo delle delle realtà che stanno proponendo una tokenizzazione dei crediti di CO2. È una cosa non banale perché abilita la partecipazione, il trading in un modo un po' più distribuito. Quindi in tutto quello che riguarda il contesto della finanza distribuita, anche di crediti che sono alla base della riduzione dell'impronta dell'inquinamento a livello mondiale. 

Ci sono altri progetti che offrono token per la raccolta di fondi e che successivamente, per esempio, investono nella forestazione. Altresì ci sono dei progetti che stanno puntando al risparmio energetico. Tra l'altro c’è un progetto italiano che si chiama Air Force, che ha conquistato anche Steve Wozniak, co-founder di Apple, che permette di tokenizzare il risparmio energetico. Cioè non parliamo solo di tokenalizzare i crediti di anidride carbonica ma stiamo tokenizzando il risparmio energetico che è un'implicazione non banale. 

Tutto questo ci porta poi allo Smart Grid Management, ovvero l’abilitazione dei mercati di energia decentralizzati dove tu stai portando a connettere in modo peer to peer diversi produttori di energia rinnovabili. Come? Creando una competizione rispetto ai grandi distributori con un abbattimento dei prezzi. 

La conclusione di Cavargna

In definitiva, il discorso della Finanza del centralizzato, anche a livello solo di gestione stessa e di opportunità, ad oggi sta di fatto andando a sostituire la finanza tradizionale su diversi fronti. E lo sta facendo in un modo tra le 10-20 volte più efficace e più efficiente. Quindi chiaramente a livello di costo dell'indotto stiamo parlando di una riduzione impressionante, che può avere una connotazione non banale in ottica di preservazione ecologica.  

Non perderti l’evento completo

  • 0:00 - 02:00 Introduzione a cura di Ilaria Vanni ed Elena Pagliai
  • 2:00 - 13:04 Intervento di Rossano Tiezzi e Fabio Roggiolani
  • 13:05 - 23:08 Prende la parola Pietro Azzara che tratta il tema dell’uso della blockchain in termini di recupero energetico
  • 23:09 - 36:14 Intervento di Gabriele Cavargna per affrontare i temi della blockchain che con l’impiego dei token e delle criptovalute puntano al risparmio energetico. 
  • 36:15 - 45:45 Giorgio Mottironi, che parla delle aziende che vogliono affrontare il tema della sostenibilità ambientale
  • 45:56 - 50:50 Intervento di Giovanni Cimini per parlare dell’aspetto pratico della produzione di impianti fotovoltaici legati alla blockchain. 
  • 50:51 - 55:54 Fabio Roggiolani interviene riassumendo tutti i concetti esposti da gli altri esperti riportando alcuni esempi pratici dell'applicazione delle nuove tecnologie per raggiungere il risparmio energetico. 
  • 55:55 - 59:47 Conclusione di Elene Pagliai che spiega come partecipare agli eventi di Ecometaverso tramite l’auditorium del Metaverso di EXCO
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