OLIVER CAMPONOVO INVESTIMENTI ESG - Confidereste in un’azienda che non ha a cuore il benessere dei dipendenti, la parità di genere o le politiche retributive eque? Investireste in un’azienda chimica che non compie alcuno sforzo per mitigare il suo impatto ambientale?
Negli ultimi anni c’è stata una crescente attenzione a temi legati all’ambiente e ai diritti umani, che ha portato ad un radicale cambiamento anche nel mercato finanziario e degli investimenti.
Alle imprese viene chiesto di farsi sempre piú carico del loro “impatto” e di renderlo il più positivo possibile, arrivando al punto, da parte degli investitori, di valutare le organizzazioni non solo in base alle performance finanziarie ma anche in base a criteri non finanziari e al modo di gestire i relativi rischi e le opportunità.
Inoltre la maggiore sensibilitá a questo tema si riscontra nei Millennials e nella Generazione Z al punto che alcuni analisti finanziari e gestori di investimenti offrono delle linee di advisory o investimento dedicate proprio a questi fattori.
ESG è l’acronimo di Environmental, Social and Governance.
L’investimento socialmente responsabile risale agli anni ’60, quando gli investitori iniziarono ad evitare aziende con fattori reputazionali negativi (e.g. società coinvolte nel regime dell’apartheid sudafricano). Da allora é stato fatto molto e nel 2015 le Nazioni Unite hanno ufficialmente stabilito 17 Obiettivi Universali di Sviluppo Sostenibile.
Gli investitori stanno applicando sempre più spesso questi fattori non finanziari come parte del loro processo di analisi e selezione degli investimenti e, se pur le metriche ESG non siano obbligatorie in ambito di reporting, sempre più aziende pubblicano dati specifici sui fattori ESG.
L’investimento ESG è nato dalle filosofie Socially Responsible Investing (SRI) pur essendoci differenze fondamentali.
I SRI utilizzano tipicamente giudizi di valore e screening negativi per decidere in quali società investire mentre l’investimento ESG cerca di trovare valore positivo nelle aziende che applicano i principi socialmente responsabili.
L’SRI filtra ed esclude dai portafoglii le aziende che non soddisfano determinati criteri mentre l’ESG opta per le realtá definite “impact” in base alle tre relative aree:
• i fattori ambientali (Environment), si riferiscono al comportamento dell’azienda su questioni legate all’esaurimento delle risorse, al cambiamento climatico, ai rifiuti e l’inquinamento.
• i fattori sociali (Social), sono correlati al trattamento dell’azienda per quanto riguarda le persone, i lavoratori e le comunità locali, comprese le questioni di salute e sicurezza.
• i fattori di governo (Governance), si riferiscono alla governance e alle politiche aziendali, tra cui la strategia fiscale, la corruzione, la struttura, la retribuzione.
È chiaro che la responsabilità sociale è un tema di attualitá a qualsiasi livello (finanziario, normativo, etc.) e, a prescindere dai requisiti di legge, è un argomento che si dovrebbe affrontare all’interno della propria organizzazione.
Poiché molti investitori stanno incorporando fattori ESG nel processo di investimento, l’integrazione di elementi di sostenibilità nella vostra strategia può sicuramente avere un impatto sulle vostre entrate.
Ciò richiede un cambiamento di mentalità: l’ESG deve essere considerato un investimento piuttosto che un costo perché permette di ottenere diversi benefici, tra cui una maggiore fiducia nel mercato ed una migliore reputazione.
Non è possibile diventare dei campioni ESG nel giro di una notte
Ci vuole tempo per accrescere la relativa cultura e creare un team dedicato ad investire in iniziative a lungo termine per guidare la creazione di valore condiviso.
Le organizzazioni ESG cercano di evitare il pensiero a breve termine e a basso costo.
Al contrario, immaginano la causa e l’effetto delle azioni aziendali e colgono le opportunità di creazione di valore incentrate sugli stakeholder, evitando i rischi legati agli stakeholder stessi. Gli azionisti continuano a prosperare anche se non a spese dei dipendenti, dei clienti, dei fornitori, della comunità o del pianeta – e di solito su un orizzonte temporale più lungo.
Pertanto, anche gli studi che analizzano i fattori ESG nell’analisi di una eventuale sovra o sottoperformance fanno fatica a cogliere tutti gli aspetti di questa nuova filosofia aziendale e sicuramente in tanti casi il valore aggiunto di una cultura ESG non è ancora riflessa nel valore delle azioni.
Ad oggi non tutte le analisi e pubblicazioni scientifiche supportano l’idea che i fattori ESG portino sempre a migliori rendimenti azionari. Ci sono molte variabili in gioco, tra cui elementi semplici come il tempo ed il fatto che non tutti gli operatori di borsa sono buoni operatori di borsa.
Tuttavia, una quantità significativa di ricerche suggerisce una correlazione positiva tra le aziende che fanno bene e le aziende che fanno bene finanziariamente – e per estensione, fanno bene agli azionisti.
Al contempo non vi è neppure un singolo studio che prova invece il contrario.
Quindi, se i fattori ESG probabilmente sono positivi e, come minimo, non danneggiano la performance aziendale, perché allora gli investitori non dovrebbero voler investire in aziende che cercano di rendere il mondo un posto migliore?
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