Il Lussemburgo da sempre ha un sistema fiscale per attirare le imprese del mondo nel suo territorio. Possiede un sistema normativo interno che consente al Governo di trattare direttamente la tassazione o l’esenzione totale dei grandi gruppi che decidono di stabilirsi sul territorio del Lussemburgo (per questo ci sono tantissime multinazionali con la sede legale in Lussemburgo - l’elenco è lunghissimo).
La società holding che secondo le norme interne non viene tassata sui dividendi e plusvalenze che riceve dalle sue partecipate ovunque residenti nel mondo; negli anni 80, 90 e parte del 2000 le isole dei caraibi sono state il terminal di arrivo di tutti i fondi, dividendi,plusvalenze, utili che provenivano dal Lussemburgo.
In altre parole si costituiva la società in Lussemburgo, il socio era una scatola vuota nelle isole dei caraibi (o in altri paradisi fiscali localizzati in altre parti del mondo) cioè una società con titoli al portatore che venivano poi depositati in un trust con Benificial Owner (ultimo proprietario) del quale non si poteva conoscere mai l’identità. Dunque la società riceveva i dividendi e le plusvalenze non pagava imposte in Lussemburgo e ridistribuiva i dividendi alla società nei caraibi dove a sua volta non si pagavano imposte e quindi il Benificial Owner si creava la sua cassaforte locale e da li con lo stesso strumento poteva reinvestire in altre attività nel mondo.
A partire dalla metà degli anni 2000 ECOFIN ed UE hanno cominciato a stringere un po' la mano su queste operazioni ma le trattative segrete del Governo del Lussemburgo sulla tassazione delle multinazionali sono ancora lì.
Per decenni quindi la ricchezza del Lussemburgo si è basata sull’ essere un paradiso fiscale legalizzato finanziario ed economico!
Ma la colpa non è del Lussemburgo ma della UE che non ha messo un freno a queste attività.
Allora o anche noi facciamo come Lussemburgo oppure la UE deve capire che ci vuole una tassazione equa tra tutti i paesi!
Noi come Italia è chiaro che non faremo mai come Lussemburgo ma si una riforma tributaria strutturata che ci consenta di ottimizzare i costi fiscali, ma tutto alla luce del sole con incentivi ed una tassazione molto più bassa e così facendo riusciremo anche a tenere le nostre imprese in Italia e a non mandarle in Lussemburgo!
Lussemburgo è comunque libero di muoversi come vuole nel panorama internazionale ma in ogni caso non possiamo accettare lezioni di moralità , saggezza e rigore morale ed economico da chi per anni ha sfilato soldi agli altri paesi e su questo ha costruito i suoi bilanci statali.
Tanto per capire cosa stiamo dicendo:
Le società holding lussemburghesi, meglio conosciute come “holding del 1929“, sono state disciplinate dalla legge del Granducato del 31 luglio del 1929. Nel 2006 questa tipologia societaria è stata considerata come forma di “aiuto di Stato” da parte della Commissione Europea. Pertanto, il parlamento del granducato ha abrogato tutte le norme in materia dal 2007, con un periodo transitorio che si è protratto sino al 2010.
La normativa di favore delle holding del 29 ha permesso a queste società di divenire davvero molto utilizzate in relazione ai benefici ottenibili legati all’esenzione fiscale su:
Inoltre, sui pagamenti effettuati dalla holding sotto forma di interessi e di dividendi non veniva effettuata alcuna ritenuta (in uscita).
In pratica, una holding in Lussemburgo del 1929 che riceveva un dividendo da una società controllata italiana, non lo doveva tassare. Allo stesso modo non vi era l’applicazione di alcuna ritenuta la distribuzione del suo dividendo.
La So.Par.Fi. invece (normativa attuale) per lo svolgimento di attività di holding può beneficiare di uno specifico regime, che riguarda:
In particolare, la So.Par.Fi. fiscalmente residente in Lussemburgo può beneficiare di un regime di esenzione sui dividendi percepiti.
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