RIVOLUZIONE FISCALE - Per l’Italia quella delle riforme fiscali ed economiche non è solo una necessità non più rimandabile, è una grande sfida e un nodo da sciogliere per il futuro del Paese. La rivoluzione fiscale che proponiamo dovrebbe muoversi sul doppio binario pubblico-privato. Il pubblico interviene nelle grandi opere, mentre il privato entra con le sue attività imprenditoriali a sostegno dello Stato e per realizzare progetti industriali innovativi che creino occupazione e cultura e redistribuiscano ricchezza tra i cittadini.
Considerando la situazione critica in cui versa il Paese, diventano urgenti misure e scelte eccezionali per trasformare definitivamente l’Italia in una nazione moderna e all’altezza delle sue possibilità. Queste riforme non devono guardare all’immediato, al presente, ma a uno sviluppo futuro con una visione inclusiva e produttiva (una riforma lenta - passo dopo passo - ma costante nel tempo, che cambi completamente le radici dell’impianto tributario).
Il principio ispiratore è quello dell’investimento, dello Stato che fa ciò che l’impresa da sola non può fare e che promuove innovazione: se attiro attività sul territorio con incentivi fiscali a breve termine, a lungo termine creerà un indotto economico di crescita e di ricchezza (non solo economica ma soprattutto culturale). Con un piano così strutturato anche le imprese straniere potranno decidere di stabilirsi in Italia.
Da tempo, troppo tempo ormai, l’Italia è priva di una guida politico-economica forte, che decida e realizzi le grandi riforme che possono mettere in marcia una crescita costante per quella rete infinita di PMI che rappresentano -non scordiamolo mai- la linfa vitale del sistema produttivo italiano.
Negli altri Paesi occidentali il trend è inverso: burocrazia semplice, tassazione equa, incentivi e aiuti alle imprese sul mercato nazionale e internazionale, vero fisco amico, possibilità di interloquire con qualsiasi apparato e livello dello Stato senza attendere decenni, legislazione chiara e immediatezza nel modificare indirizzi e norme a seconda delle nuove situazioni che si presentano nel mercato.
Ma è proprio oggi, quando il Covid ha messo in luce le nostre debolezze, che dobbiamo creare le condizioni per essere protagonisti e superare le nostre criticità di sistema. Le imprese cercano condizioni ottimali per poter investire e produrre: servono incentivi per chi assume, per chi porta nuova tecnologia e know how sul territorio; serve una diversa tassazione, con aliquote più basse rispetto a quelle ordinarie, per chi vende sul mercato internazionale; serve la possibilità di operare anche come un holding di partecipazione per tutte le proprie succursali nel mondo e quindi anche in questo caso con un trattamento differente rispetto alla normale tassazione dei dividendi ricevuti da succursali straniere.
E poi ancora: le infrastrutture ed i collegamenti sono fondamentali per la crescita economica di un’area geografica. Dal primo gennaio 2018 c’è una legge in vigore in Italia che riguarda la Zona speciale economica, che interessa tutti i porti del Sud Italia, scritta e realizzata sui modelli delle zone franche di Barcellona, Rotterdam, Suez. Ma nessuno lo sa e la cosa più grave è che nessuno fa niente per portare avanti questi progetti! Una legge fatta e scritta benissimo che però nella realtà non trova applicazione per l’incompetenza e il disinteresse delle parti in gioco.
Uno Stato illuminato deve anche semplicemente capire perché un'impresa trasferisce la sua sede all’estero e poi provare a ricreare in Italia quelle stesse condizioni -o anche di migliori- economico-giuridiche che l’impresa ha trovato all’estero.
Se poi in Italia si pensasse davvero ad abbassare le tasse, con uno schema fiscale più equo, si contribuirebbe a risolvere il problema del nero e dell’evasione e si lascerebbero maggiori risorse ai privati per rilanciare i consumi: con aliquote più basse, tutti pagano e lo Stato incassa di più!
MENO PRESSIONE FISCALE quindi MENO NERO, quindi PAGANO TUTTI, quindi lo STATO INCASSA DI PIÙ
Queste le proposte per una rivoluzione fiscale che liberi l’impresa e generi ricchezza:
Aliquota generale al 15%; creazione dell’istituto del TAX RULING e di APA, cioè la possibilità di trattare con il fisco le aliquote all’inizio dell’attività delle imprese per 5/10 anni; le aliquote per le nuove attività vengono negoziate, trattate e decise preventivamente con l’amministrazione tributaria (a titolo di esempio molto generale: il primo anno un’aliquota dell’imposta sulle società potrebbe essere del 2%, 3% o 4%, e poi via via crescendo a secondo del business e/o del fatturato, e/o degli utili, delle perdite, degli investimenti e dell’andamento del mercato, etc etc). In ogni caso verranno ulteriormente premiati la ricerca, lo studio, lo sviluppo scientifico e le nuove tecnologie. Non sarà previsto nessun altro tipo d’imposta diretta o indiretta sulle società. Altri incentivi potranno essere regolati in caso di assunzione con contratti a tempo indeterminato.
Aliquota generale al 15% (per far aumentare i consumi)
Aliquota per i redditi da:
Imposta sul patrimonio prevista su un totale di asset in proprietà (titoli, immobili, etc etc) di un valore pari o superiore a 5.000.000 di euro con un’aliquota dello 0,5% (esclusa da questa imposta patrimoniale e quindi dal calcolo è la prima casa in proprietà).
Per tutte le società italiane che investono all’estero esenzione totale d‘imposta sui redditi ricevuti dalle partecipate e/o stabili organizzazioni estere quali: dividendi; interessi; plusvalenze; canoni. Le partecipate estere e le stabili organizzazioni non dovranno essere residenti nei paradisi fiscali. Le attività estere dovranno riguardare i seguenti settori: produzione industriale, di ingegneria, di progettazione, ricerca e sviluppo scientifico ed esportazione del made in Italy (escluse tutte le attività bancarie, finanziarie e simili).
Possibilità per gli investitori esteri di costituire in Italia società di partecipazione finanziaria ed industriale con i seguenti vantaggi e condizioni. Il socio straniero della SPI non deve essere residente in un paradiso fiscale; i redditi della SPI provenienti da attività al di fuori del territorio italiano (escluso i paradisi fiscali) sono esenti quali dividendi, interessi, plusvalenze, canoni. I redditi invece prodotti dalla SPI in Italia saranno tassati secondo le norme generali interne sopra citate al punto 1. Potrebbe anche essere prevista una norma specifica per i manager stranieri che si trasferiscono in Italia a lavorare per la SPI – quindi che non sono mai stati residenti prima in Italia – che fissa un'aliquota, per esempio, del 15% per 4 anni su tutti i redditi da loro percepiti come persone fisiche sia in Italia che all’estero.
Con riferimento alla distribuzione dei profitti dalla SPI al socio straniero, non sarà prevista nessuna ritenuta alla fonte indipendentemente dalle previsioni normative delle convenzioni, per evitare la doppia imposizione firmate. Le attività estere dovranno riguardare: produzione industriale, progettazione, ingegneria, ricerca scientifica, esportazione (escluse tutte le attività bancarie, finanziarie e simili).
Possibilità da parte di qualunque soggetto di dedurre tutte le spese e costi quali ricevute, fatture, ticket etc,etc di qualsiasi tipo, anche non inerenti alle attività svolte dagli stessi soggetti (per esempio, un lavoratore dipendente potrà dedurre come spesa la fattura dell’idraulico: se io posso dedurre chiedo sicuramente la fattura e l’idraulico la emette e paga iva ed imposte).
Azzerare tutto il contenzioso in corso con la possibilità di chiuderlo con aliquote crescenti dal 5% al 20%, a seconda del volume degli importi contestati. Verrà costituito un albo professionale di mediatori fiscali: tali professionisti avranno la funzione di mediare e risolvere i conflitti fra l’amministrazione tributaria ed il contribuente per tutti i contenziosi fiscali fino ad un valore massimo di 1.000.000 euro. LOTTA SENZA SOSTA E CONFINE CONTRO I GRANDI EVASORI (mafie, riciclaggio di denaro sporco) con la previsione di pene ancora più severe.
L’aliquota generale sulle plusvalenze realizzate e relative a tutte le operazioni di borsa sarà pari al 20%.
Definitivo condono tombale per far rientrare i capitali italiani depositati in conti cifrati esteri e/o in paradisi fiscali, con un'aliquota pari al 15% del totale dell’importo condonato e rientrato in Italia.
Tutte le banche italiane dovranno presentare i bilanci completi e consolidati di tutte le loro partecipate, consociate e fiduciarie estere anche se non detenute direttamente. Inoltre, dovranno essere specificati tutti i nomi dei titolari italiani di conti correnti nelle suddette partecipate e consociate; ivi compresi anche i conti correnti aperti indirettamente in altre entità bancarie estere con la collaborazione, partecipazione e consulenza delle succursali, consociate e fiduciarie italiane estere (con particolare riguardo ai paradisi fiscali). L’aliquota generale sui redditi prodotti dalle banche ed enti creditizi in Italia ed all’estero sarà pari al 30%.
Abrogare, azzerare ed eliminare qualsiasi tipo di assistenza e-o sussidio statale. Resta altresì implicita la necessità di aumentare in modo esponenziale gli aiuti statali a tutti gli operatori economici per la ripartenza post-covid .
I fondi verranno destinati all’Università con focus su innovazione, sviluppo e ricerca scientifica. Si adegueranno di conseguenza gli stipendi di tutti gli operatori universitari secondo un principio meritocratico. Si stabiliranno programmi per professori e ricercatori stranieri su grandi progetti scientifici da sviluppare in Italia (da collegare anche alla SPI al punto 7) in stretto collegamento con il mondo privato ed imprenditoriale.
Abrogazione di tutte le norme di restrizione valutarie – legali sui pagamenti e versamenti in denaro contante sia in Banca che in relazione a tutte le transazioni commerciali.
Rendere finalmente esecutiva la Legge che ha creato le Zone Speciali Economiche per i porti del Sud. Queste zone speciali consentono di operare con incentivi fiscali convenienti e possono attrarre investimenti stranieri. Creazione ad hoc di un comitato scientifico per la realizzazione di tale progetto, indipendente dalle varie autorità portuali con potere assoluto decisionale.
Ritenuta a titolo d’imposta in Italia del 15% su tutti i pagamenti effettuati ai grandi gruppi del web dai soggetti residenti in Italia.
Contemporaneamente alla riforma fiscale vanno di pari passo inasprite ed aumentate tutte le pene relative ai reati per evasione fiscale.
LEGGI ANCHE ---> EXPO 2030 ROMA: una grandissima opportunità per trasformare Roma in città moderna ed imprenditoriale e non più palazzinara!