BANKSY NFT – Il concetto di arte è ampio e vasto. Come l’interpretazione che possimao dare alle varie opere, anche l’interpretazione del termine stesso di arte non ha una sola visione. Pensando all’arte ci viene spontaneo immaginare quadri, dipinti, musei e sculture e molto ancora si dibatte sull’arte moderna, sulla quale è difficile trovare un punto d’incontro. Se riflettiamo poi sul fatto che ad oggi si è aperto pure un dibattito se i meme sono o do da considerarsi arte, capiamo quanto sia difficile etichettare qualcosa come arte. Tuttavia negli ultimi anni sono nati nuovi modi per esprimersi e di fare arte anche nel mondo digitale. Le opere digitali hanno preso piede tanto da diventare mainstream e coinvolgono un enorme mercato internazionale. Anche gli strumenti usati sono nuovi e più adatti allo scopo: si chiamano NFT
I cosiddetti NFT (Non Fungible Tokens) sono uno strumento completamente digitale: possiamo definirli come gettoni con caratteristiche uniche per ognuno di essi. Gli NFT rappresentano un oggetto qualsiasi che può essere fisico o digitale anch’esso: per esempio, si può avere un NFT che rappresenta un mobile, o un altro che rappresenta un’immagine digitalizzata. Infatti la sua applicazione all’arte digitale è arrivata in modo spontaneo.
Gli NFT hanno determinate caratteristiche: la non-interoperabilità, l’indivisibilità, l’indistruttibilità e la verificabilità. Significa che ognuno di questi gettoni è unico e di conseguenza non esistono altri NFT con cui può essere scambiato. Inoltre, data la loro natura digitale, possiamo facilmente verificarne l’autenticità e una volta creati non possono essere distrutti. In altre parole, gli NFT sono come dei documenti digitalizzati a cui associamo un bene: comprando l’NFT otteniamo quel bene con molte garanzie annesse.
famosissimo street artist Banksy è rinomato per le sue opere irriverenti e provocatorie. Ha fatto moltissimo scalpore la sua opera “Bambina con palloncino” battuta all’asta per 1,2 milioni di euro e distrutta nell’istante successivo alla vendita. Nel caso di cui stiamo per parlare però non ha attuato lui la performance: la società americana Injective Protocol, che tratta blockchain e finanza decentralizzata, ha commissionato la distruzione del quadro “Morons”. Il giovane ripreso nel video ha subito chiarito l’intento: hanno bruciato il quadro per poter vendere la sua versione digitale grazie agli NFT. Così facendo, quel NFT è l’unica testimonianza rimasta e garantita del quadro di Banksy.
Ecco che si scopre il ruolo del NFT nel caso di Banksy: quel NFT ha permesso la vendita di un’opera che non esiste più fisicamente, ma virtualmente. Infatti il prezzo di vendita parla da sé: la versione fisica valeva 95mila dollari, mentre l’NFT è stato battuto all’asta per 382mila dollari. Un evento unico nel suo genere che lascia molto da pensare sia agli appassionati di arte sia agli esperti di finanza.
Il caso di Banksy e NFT non è l’unico a fare scalpore all’interno del mercato dell’arte. Sono moltissimi le notizie che nel corso dei primi mesi del 2021 sono rimbalzate sui titoli di giornale. Come si evolveranno in futuro gli NFT ancora è troppo presto per dirlo. Quello che si può dire oggi, però, è che se l’arte oggi sta riuscendo a combattere la crisi economica lo deve al digitale. Digitale non solo della moneta, ma anche della virtualizzazione e dell’apertura sul web di nuovi spazi dedicati alle opere che stanno facendo avvicinare a questo mondo un numero sempre più grande di appassionati.