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Voglio godermi la vita adesso ma…

29 Settembre 2022
- Di
Parvin
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Tempo di lettura: 3 minuti

AGIRE PARVIN AFSAR - Lasciar andare è spesso difficile, ma arriva un momento nella vita in cui abbiamo bisogno di farlo, per pura sopravvivenza. Se non saremo in grado di girare pagina, continueremo a trascinare con noi il dolore e il rancore. Non riusciremo ad andare avanti perché saremo emotivamente legati. Se guardiamo continuamente dietro di noi e non siamo in grado di lasciare andare il passato, non possiamo goderci il presente e tanto meno costruire il futuro. Pertanto, una delle lezioni più preziose che dobbiamo imparare è quella di chiudere i cerchi della vita. Solo così potremo continuare ad avanzare alleggeriti e aprirci alle nuove esperienze.

Voglio godermi la vita adesso, non quando avrò 70 anni!

È quello che mi ripetevo come un ossesso e me lo sento ripetere dalla maggior parte degli imprenditori italiani. Il profilo tipico è della persona che lavora circa 12 ore al giorno e non va in vacanza per più di una settimana da almeno 3 anni… perché “Se manco in azienda per 3 ore, sono sicuro che non ne rimarrebbe nemmeno l’ombra”. 

A fine mese – mentre scappa dall’agenzia delle entrate -, divide i soldi in cassa tra i suoi operai per pagare gli stipendi, paga fornitori, affitti, leasing, finanziamenti, e rimane con la bocca praticamente asciutta, a volte. Ma ci sono anche momenti nei quali tutto va come da copione:

* Lui vestito bene che esce da una bella macchina

* Discutere di affari da milioni al cellulare e dire frasi del tipo “Si, oggi non posso che ho una cosa da fare a Miami, ma la settimana prossima quando torno da Rio ti chiamo” 

Ma poi di nuovo un tuffo nella realtà coi conti della società in bilico e zero tempo libero per fare le cose da ricchi, come andare in barca, giocare a golf o qualche altra follia che fa la gente con i soldi!

E invece no. Ha creato una azienda. Ha anche una azienda che va abbastanza bene.

Ma di fatto si ritrova ad esserne schiavo, passando 12 ore al giorno impegnato a far fronte a tanti compiti inutili e con la frustrazione di non riuscire a concentrarsi sulle azioni davvero importanti per la crescita dell’azienda.

Agisci per uscire dall’immobilità di una vita che non vuoi

Questa purtroppo è la storia del 90% degli imprenditori che hanno deciso di mettersi in proprio e che oggi si trovano intrappolati nella loro stessa azienda. Anche quelli che da fuori possono sembrare di successo vivono questa frustrazione. Perché non ha a che vedere con quanto guadagni, ma con quanto sei libero di fare quello che vuoi.

“Sono il migliore, è vero. Io però penso ancora a migliorare. Quando credi di essere perfetto vuol dire che sei finito”

Non lo diceva solo Valentino Rossi, ma anche la saggezza orientale: “Qualunque cosa tu abbia fatto finora non è niente se la paragoni a quello che potresti fare, e qualsiasi cosa farai non è niente se paragonata a ciò che sei” (Osho Rajneesh). 

È lo spirito del “never stop learning”. In sostanza, la crescita personale professionale e personale continua.  

Albert Einstein osservava: “La vita è come andare in bicicletta. Per mantenere l’equilibrio devi muoverti!”. 

E Winston Churchill diceva: “Migliorare significa cambiare, essere perfetti significa cambiare spesso”. 

Per migliorare bisogna dunque fare la fatica di cambiare. Si tratta di un dovere verso noi stessi, verso il nostro business, ma anche nei confronti di coloro sui quali abbiamo influenza! 

Se hai paura dei cambiamenti fai così

In che modo superare il senso di spaesamento che ci accompagna nei primi tempi successivi a un grande cambiamento?

Dopo un cambiamento tutto è nuovo e non sappiamo se ci farà del bene e neppure se saremo in grado di adattarci e di inserirci in abitudini e situazioni, appunto, nuove. Non opporre resistenza ai cambiamenti e… ritrovi casa!

Quando ci piomba addosso qualcosa di nuovo è fondamentale creare con se stessi uno stato di “presenza osservativa” che non commenta gli eventi e le emozioni e che non faccia previsioni. Se noi mettiamo in atto solo la nostra presenza osservativa che non giudica, non ha aspettative ed è aperta al nuovo, impareremo che solo dal silenzio e dal vuoto mentale può scaturire un nuovo sviluppo creativo della nostra vita.

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