EXPO DUBAI - Porta nel nome la data 2020, ma si svolgerà da ottobre 2021 a marzo 2022 l’Expo Dubai 2020. Nonostante l’anno di ritardo ha aperto i battenti e si presenta come il primo grande evento internazionale dopo lo stop imposto dalla pandemia.
Con l’accompagnamento della voce di Andrea Bocelli e altri famosi cantanti il primo ottobre 2021 l’Expo Dubai ha aperto le porte di tutte le installazioni presenti. Sono 192 i Paesi partecipanti con un'aspettativa di pubblico di 25 milioni dilatati in 6 mesi. È il primo grande evento internazionale a svolgersi nel periodo pandemico, ma i riconoscimenti da elogiare sono ben altri. Si tratta infatti della più grande Esposizione Universale realizzata fino ad ora e la prima a svolgersi nella regione ME.NA.SA (Medio Oriente, Nord Africa e Asia meridionale).
Ogni padiglione, installazione, evento e tutto ciò che è presente all’interno dell’esposizione verte su tre principali tematiche: opportunità, mobilità e sostenibilità sotto il filo conduttore di “Connecting Minds, Creating the Future”. Lo scopo dell’Expo non è solo quello di mostrare bellezze architettoniche, ma di portare organizzatori e visitatori a riflettere su problemi importanti e a studiare insieme le possibili soluzioni. Tutto questo sfruttando una sito di esposizione pari a 4.38 km quadrati.
Tra le eccellenze presentate a Expo Dubai si inserisce il Padiglione Italia. Realizzato grazie a 70 partner istituzionali, oltre 50 imprese sponsor, 15 Regioni e 30 Università presenterà nel corso dei 182 due giorni di apertura numerose manifestazioni ed eventi all’insegna del motto La Bellezza unisce le Persone, motto di inaugurazione dell’Esposizione. Non solo anche i temi principali, opportunità, mobilità e sostenibilità sono affrontati a 360°. Già il modo in cui la struttura stessa del padiglione è stata pensata e realizzata si inserisce all’interno di economia circolare. Le pareti sono realizzate con gomene in plastica riciclata, ignifuga; le vernici utilizzate sono ricavate con i resti del caffè e delle bucce di arancia. Il progetto dell’architetto Italo Rota è pensato per consumare CO2 e non essere mai dismesso.
La copertura del padiglione, realizzata da Fincantieri, è costituita da tre scafi rovesciati che riproducono la bandiera italiana e che dopo marzo verranno messi in mare e percorreranno le vie navali per tutto il mondo. Anche se dichiarano Rota e Carlo Ratti, altro autore del progetto:
“In realtà i tre scafi sono piaciuti così tanto che gli Emirati potrebbero trattenerli più a lungo e comunque sono l’esempio di un’architettura sempre più trasformabile e mutevole nel tempo. In pratica si tratta di un’architettura circolare e installativa, completamente smontabile e riusabile”.
L’ingegno e l’innovazione del nostro padiglione si nascondono soprattutto dietro il sistema di aerazione. All’interno dei 3.500 metri quadrati per 27 metri d’altezza non è presente l'aria condizionata, ma chi vi entra non se ne accorge, nonostante i 40 gradi esterni. A spiegare il perché è lo stesso Rota: “Le facciate non sono muri», spiega, «ma file di gomene realizzate con plastica riciclata ignifuga che fanno passare il vento. Siamo vicini al deserto e il vento, che qui è costante, crea una ventilazione interna. L’aerazione è aiutata dalle superfici di acqua orizzontale, che sfruttano le antiche tecniche di raffrescamento evaporativo delle zone desertiche, contribuendo ad abbassare la temperatura percepita”.
Già di per sé il Padiglione Italia rispetta tutti i principi base che Expo Dubai vuole promuovere. Ma ciò non basta e grande peso e rilevanza hanno i progetti che vi sono presentati. Stiamo parlando ad esempio dell'installazione Terna "Driving Energy”. Si tratta di un’opera d’arte dell’artista Marianna Masciolini che rappresenta sotto tre forme differenti i concetti di sostenibilità, innovazione e digitalizzazione. Si tratta di un progetto realizzato per sensibilizzare i temi che i grandi del pianeta dovranno affrontare alla COP26. Il progetto è costituito da una rete che si estende per tutto il Padiglione Italia e guida il visitatore lungo il tour al suo interno, metafora della rete elettrica che porta luce nelle nostre case.
L’economia delle auto elettriche, con Hamid-Reza Khoyi