GRUPPI LAVORO - Come si fa a cambiare gli altri? Qual è l’ultima volta in cui hai tentato di cambiare il comportamento del tuo partner, del tuo collega di lavoro, del tuo amico, del tuo capo, dei tuoi figli? Qual è stato il risultato che hai ottenuto?
Presumo nessuno e, semmai tu sia riuscito/a a determinare una briciola di cambiamento nell’altro, scommetto che hai compromesso in qualche modo il vostro rapporto.
Pretendiamo di agire su qualcosa che non dipende da noi. Il tentativo è fallimentare in partenza e dovremmo immaginarlo. Eppure siamo lì che puntiamo i piedi, pretendiamo, ci ostiniamo. Per capire meglio il concetto dell’impossibilità di cambiare gli altri, ho deciso di condividere con voi un breve racconto dal messaggio molto esplicito:
“Un re che camminava per un paese roccioso, si arrabbiò e disse: ‘Ordino che tutte le mucche vengano uccise per farne dei tappeti per ricoprire tutto il paese’. I saggi del luogo si riunirono e gli risposero: ‘Faremo come sua altezza chiede: uccideremo dieci mila mucche e conceremo le loro pelli, e fra dieci anni avremo tappezzato tutto il paese così da non causare il dispiacere del nostro re’. Ma ecco che un buffone si fece avanti, e dopo aver chiesto il permesso del re, intervenne: ‘Perché non uccidere una sola mucca, e con il cuoio ricavato non farne delle scarpe?’. Fu così che il re imparò come fosse meglio cambiare se stesso che cercar di cambiare il paese intero.”
È la stessa cosa che capita a noi: crediamo che cambiare gli altri sarà più semplice rispetto a cambiare noi stessi.
In un ambiente lavorativo cambiare gli altri lo riteniamo necessario perché convinti che per lavorare bene ci si deve assomigliare e avere caratteristiche caratteriali e lavorative molto simili. Non c’è nulla di più sbagliato. Esistono infatti 5 principi per 5 dita su cui impostare gruppi di lavoro EFFICACI, portatori di spirito COSTRUTTIVO, RISPETTOSI degli altri, in MIGLIORAMENTO continuo e con la consapevolezza di offrire CONTRIBUTI validi: