Riccardo Fraccaro consiglia un modo più ecologico per svolgere la Cop27

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RICCARDO FRACCARO COP27 EXCO - Il giorno della chiusura della COP27 è andato in onda anche il terzo appuntamento del ciclo ‘L’Ecometaverso: proposte e soluzioni'. Il tema di questo evento è stato ‘Uffici e store virtuali: perché gli imprenditori di oggi dovrebbero usare la realtà immersiva’. Tra i relatori anche Riccardo Fraccaro, ex sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha suggerito di prendere a modello realtà come EXCO per migliorare la lotta al cambiamento climatico. 

Riccardo Fraccaro racconta si presenta, dalla laurea ai primi incarichi

Io mi sono laureato in giurisprudenza, non ho fatto il praticantato perché sono andato a lavorare subito per Unesco e mi occupavo soprattutto di parte legale e contrattuale, di energy performance contract, queste cose. Questo tipo di percorso mi ha portato poi elaborare il super bonus che è una proposta che feci io alla presidenza del Consiglio quando ero in presidenza e poi divenne legge. Credo anche che i dati sulla riduzione dell'impatto ambientale siano incoraggianti in questo. Tra l'altro leggevo recentemente l'ultimo studio che è uscito sul superbonus che ha ridotto di un miliardo di metri cubi all'anno il fabbisogno di gas nel nostro paese . 

La mia esperienza mi porta a dire che si possono fare oggi grandi cose nel settore, diciamo così tutela dell'ambiente. Forse tutela dell'ambiente è anche un'espressione sbagliata, perché qui non dobbiamo tutelare l'ambiente inteso come qualcosa fuori di noi. In realtà la natura continua, la vita continuerà anche dopo di noi. Probabilmente dovremmo pensare di tutelare noi stessi, perché siamo noi che siamo a rischio estinzione. 

Riccardo Fraccaro evidenzia quelli che sono i problemi di coerenza di eventi come la Cop27

La domanda che mi faccio io e che vuoi che voglio condividere è rivolta a un congresso, una riunione di altissimo livello internazionale che si svolge ogni anno e che ha come obiettivo quello di fermare il surriscaldamento globale e impedire che la temperatura globale superi un grado e mezzo. Cosa che secondo me abbiamo già che ormai è già assodato che succederà, quindi probabilmente dovremmo evitare i due gradi, visto il livello che abbiamo raggiunto. 

Un siffatto congresso che pensa come fare in modo che il pianeta produca meno CO2 e non si occupi lui stesso di non produrne rende l'idea del gap che si crea tra le intenzioni e la vita reale. E se tu vuoi creare una società dal punto di vista delle emissioni climalteranti neutrale, devi iniziare a pensare a una società in cui ogni singolo tassello non produce CO2. 

“Ovvio che la fiera virtuale non eliminerà la necessità di un incontro fisico, ma lo renderà più efficiente, perché permetterà di fare incontri mirati” - Riccardo Fraccaro dall’Ecometaverso. 

Essere più ecosostenibili nella vita quotidiana

È una cosa che, se pensiamo alle nostre vite quotidiane molto difficile. Immaginiamo di ragionare sulla prima ora della nostra giornata. Quando ci svegliamo per avere un risveglio a zero emissioni, dobbiamo capire la luce che accendiamo per muoverci in casa come viene prodotta; il cibo, il latte se produce CO2, se le mucche che producono il latte che noi mangiamo, che tipo di mangimi hanno utilizzato, se vengono utilizzati diserbanti non vengono utilizzati, è un'attività sostenibile o se la CO2 immense è stata compensata.

Dopodiché apriamo l'acqua per lavarci i denti, il dentifricio è riciclabile, lo spazzolino… È una quantità di cambiamento estremamente radicale che dobbiamo fare nella nostra quotidianità, nella quotidianità di tutti, ma che non è ancora entrato nella mentalità di tutti. A partire da chi dovrebbe guidare la transizione, che è ovviamente la classe politica globale, i leader globali e lo dimostra la Cop. 

La Cop27 verso un futuro più ecosostenibile

“La Cop non si preoccupa di essere a emissioni zero, ma vuole raggiungere la società a emissioni zero, cioè un corto circuito. Ora credo che il concetto di base che ho utilizzato anche nella mia attività politica, perché ci credo, è che in questo momento storico c’è un futuro molto preoccupante. Se noi lavoriamo e ci occupiamo di costruire una società a emissioni zero, una comunità globale di emissioni zero, creiamo anche dei benefici per tutti, perché non condivido minimamente la tesi per cui la transizione comporti dei danni per la società. Per me comporta dei benefici. 

Mentre ci sono delle situazioni da gestire vanno gestite. Ma se oggi noi lavoriamo per le energie alternative, per produrre energia da fonti rinnovabili, se lavoriamo per la sostenibilità, per l'efficientamento energetico, per la digitalizzazione, che non si aggiunge alla burocrazia tradizionale, cartacea, ma che toglie, creiamo posti di lavoro, ricchezza, benessere, creiamo una società più equa. Non è vero il contrario. Lavorare per la transizione, occuparsi dell'evoluzione permette di vivere meglio tutti quanti. 

Riccardo Fraccarco consiglia alla Cop27 di seguire l'esempio di EXCO

E lo dimostra EXCO, questa fiera virtuale estremamente interessante. Perché voi state parlando oggi di qualcosa che succederà è che tutti dovranno fare in futuro, come è successo con i social. Tutti sono entrati nei social. Certo, ci vuole l'infrastruttura perché l'immersione in un mondo digitale prevede oggi l’Oculus e altre tecnologie. Ma pensiamo a cosa sarebbe per esempio una Coop 27, 28 e 29 che si svolgesse con questo tipo di modalità con questo tipo di tecnologia. 

Prima di tutto non sarebbe una cosa che durerebbe tutto l'anno. Qualsiasi cittadino del mondo potrebbe immagino entrare in questa Coop e andare a vedere ogni singolo paese cosa può e cosa sta facendo, che posizioni porta. Magari commentare e interagire, vedere quali interventi all'interno di quel paese si sta facendo e magari mettere anche in contatto, che ne so, cittadini o imprese? 

La forza degli eventi virtuali

Perché io impresa italiana che vedo che c'è un'attività futuristica interessante la vado a vedere, mi metto in collegamento e sviluppo business. Quindi fare questo oggi significa creare valore, non togliere valore. Ovvio che la fiera virtuale non eliminerà la necessità di un incontro fisico, ma lo renderà più efficiente, perché permetterà di fare incontri mirati. 

Magari non ci vanno delegazioni di cinquanta persone, ma vanno all'incontro nel momento cruciale i cosiddetti sherpa e solo loro. Quindi si riduce drasticamente l'inquinamento, la necessità di organizzare eccetera. E c’è una preparazione non solo più lunga, ma credo anche più coinvolgente per tutti.

Chi parla di cambiare le cose non le sta cambiando lui stesso, quindi qualcosa non funziona. Lo vediamo dai dati, perché ogni anno, nonostante le Coop, la temperatura dell'atmosfera aumenta. Quindi noi dovremmo definire degli obiettivi e vedere se si sono raggiunti, perché ancora non stiamo andando nella direzione giusta. 

L'unica cosa positiva che mi sembra di aver raccolto da questa Coop è il cambiamento del Brasile di posizione nel contesto internazionale. È una realtà globale importantissima, che ha invitato a fare la Coop in Brasile per parlare di Amazzonia”.

“Prossima Coop, facciamola virtuale e apriamola al mondo intero” - Riccardo Fraccaro.

Leggi anche ---> La finanza decentralizzata per l’ambiente e la crisi energetica

Coworking: una soluzione sostenibile

Tempo di lettura: 2 minutiCOWORKING SOSTENIBILE - Quando si parla di sostenibilità si pensa subito a soluzioni “green”. In realtà dietro a questa parola si nasconde un significato molto più ampio che fa riferimento non solo ad una maggiore attenzione verso l’ambiente ma anche verso l’uomo. In questo contesto rientra il coworking che punta ad essere sostenibile proponendo soluzioni più attente alla salute del lavoratore e del Pianeta.

Il coworking come soluzione sostenibile

Il coworking è la condivisione di spazi di lavoro tra persone che non svolgono stesse mansioni e lo fanno per aziende spesso molto differenti tra loro. Con il coworking però coabitano uno stesso spazio lavorativo potendo tutti usufruire di servizi comuni. Questa attività permette molti vantaggi tra cui quello di lavorare in smart working, rimanendo vicino alla propria abitazione, ma non dovendo trasformare la casa in uno studio. Il dipendente ha quindi la possibilità di rimanere vicino alla propria famiglia pur essendo integrato in un ambiente lavorativo vero e proprio. Casa e lavoro rimangono così distinti.

Il coworking però implementa anche altre soluzioni sostenibili. Permette una riduzione degli sprechi, una diminuzione dei consumi, riciclo, riutilizzo dei materiali e molto alto. Mettere insieme realtà diverse permette anche di dare vita a idee innovative e che puntano alla sostenibilità per altri ambiti.

Avere spazi condivisi da lavoratori attenti a soluzioni sostenibili porta anche alla scelta di ambienti e arredi green e vantaggiosi per la salute dell’uomo e del pianeta.

Una piattaforma che rende il coworking ancora più sostenibile

Se il coworking è già di per sé sostenibile, l’idea di Sercam Advisory e Advepa Communication contribuirà a renderlo ancora più eco-sostenibile. La pandemia ci ha mostrato come lo Smart Working abbia contribuito a ridurre la congestione stradale e di conseguenza l’inquinamento atmosferico. Il rapporto di Life Prepair dimostra che nel primo quadrimestre del 2020 nell’area padana dove abita il 40% della popolazione che genera il 50% del PIL nazionale, si è registrata una “una repentina riduzione di alcune tra le principali sorgenti di inquinamento atmosferico.”

Non tutti però sono entusiasti di passare definitivamente allo smart working poiché, se da una parte è più eco-sostenibile, dall’altra perde su requisiti legati alla sostenibilità dell’ambiente di lavoro. Per questo entra in campo la piattaforma per il coworking virtuale. Si tratta di un progetto che volge a riprodurre uffici e persone con la realtà 3D. A spiegarlo meglio è il presidente di Sercam Advisory Marco Ginanneschi:

“I fruitori dello studio virtuale vengono rappresentati da avatar (con sembianze umane) che interagendo tra di loro (attraverso chat e video-chat) svolgono le normali attività d'ufficio e di confronto/incontro con i clienti di uno studio.

All’associato o alla segreteria dello studio viene assegnato non solo un avatar che lo rappresenti nello studio ma anche un software di back-end, direttamente collegato con l’ambientazione virtuale 3D, attraverso cui possano essere svolte le normali operazioni di ufficio.

Lo studio virtuale si compone della tecnologia Multiplayer che permette la compresenza degli avatar (dello studio e del cliente) nello stesso ambiente virtuale e le interazioni tra gli stessi.”

Dall’emergenzialità alla necessità

Non è più possibile tornare ad un mondo completamente uguale a quello pre-pandemia, specialmente nell’ambiente lavoro. Sono stati scoperte soluzioni che da risposta nell’emergenzialità sono passate ad essere una necessità. L’importante adesso è risolvere alcune problematiche non sostenibili a lungo termine e dare garanzie ai lavoratori.

Per saperne di più sul futuro dello smart working, clicca qui.

Approfondiamo il tema Greenwashing con Hamid-Reza Khoyi

Tempo di lettura: 4 minutiGREENWASHING HAMID REZA KHOYI - La necessità di combattere i cambiamenti climatici e difendere il nostro pianeta è una questione che deve riguardare tutti. Purtroppo però ancora non c’è da parte dell’opinione comune l’interessamento adeguato, anche se ci si sta, seppur lentamente, muovendo in questa direzione. Le aziende hanno capito che il mercato è sempre più sensibile alla questione ma troppo spesso dicono di essere imprese sostenibili piuttosto che esserlo veramente nei fatti. Il greenwashing è un fenomeno molto diffuso, ma altrettanto dannoso per il pianeta e Hamid-Reza Khoyi ci spiega perchè.

Pericolo greenwashing

Per parlare bene dell’argomento c’è bisogno in primo luogo di spiegare cosa è il greenwashing. Per greenwashing si intende “essere verdi di facciata” ovvero dichiarare di essere un’azienda sostenibile, ecologicamente all’avanguardia, ma non esserlo con i fatti. Le imprese sono portate a farlo per accattivarsi un mercato che è sempre più sensibile al tema della sostenibilità, ma è ancora troppo poco informato. Comunicare di essere un’azienda green affascina il cliente e quindi permette di massimizzare i profitti.

Investire in adeguamenti eco-sostenibili è costoso e ancora non porta a riscontri economici adeguati, quindi praticare il greenwashing rientra in abili questioni di marketing. Purtroppo i consumatori hanno estrema difficoltà a difendersi da questi inganni. L’unico strumento a loro disposizione oggi è quello dell’informazione, ovvero fare ricerche accurate, anche sul web, sull’azienda da cui si vuole acquistare per capire se applicano o meno ciò che affermano.

Boicottare chi fa greenwashing è sbagliato per Hamid-Reza Khoyi

Ci sono soluzioni che potrebbero essere attuata anche dalla politica per cercare di eliminare il greenwashing, ma ne parleremo dopo. Infatti il cambiamento può e deve partire anche dal basso, ovvero da noi consumatori. Dobbiamo essere noi i primi a credere nei valori della sostenibilità e metterli nelle nostre scelte, senza però cadere in errori pesanti.

A mio avviso ad esempio, boicottare in toto un’azienda che si scopre fare greenwashing è sia sbagliato che controproducente. Però si può denunciare e far venire allo scoperto i nomi di chi non opera in maniera sostenibile come afferma. Questa operazione porta a due benefici: - costringere l'azienda incriminata a diventare effettivamente sostenibile; - mettere ancora più in risalto coloro che effettivamente attuano politiche eco-sostenibili.

Noi come consumatori però dobbiamo anche sensibilizzarci maggiormente ed informarci per essere noi stessi più sostenibili e riuscire a scovare coloro che operano greenwashing. Deve cambiare anche il nostro rapporto con il consumo. Non è utopistico pensare infatti alla realizzazione di un consumismo etico, nonostante la società in cui viviamo. È sbagliato imporre cosa comprare ma possiamo pensare di riuscire a fare in modo che il consumatore abbia tutto il necessario per poter compiere azioni etiche e responsabili.

 L’importanza della comunicazione

Uno strumento molto potente di cui dispone chi fa greenwashing è la pubblicità, che sia tramite cartelloni, social, tv, o online. Infatti è tutta una questione di facciata e comunicazione e questi sono i mezzi principali su cui ruota tutto. Purtroppo non si può vietare che ciò avvenga, ma anche qui è necessario che il consumatore abbia l’interesse di approfondire l’informazione e vada a scovare dove si trova la verità.

Per riconoscere se un’azienda è davvero sostenibili si devono andare a guarda alcune cose. Ad esempio si può cercare all’interno della descrizione dei propri valori d’impresa se sono presenti i principi di eco-sostenibilità che si impegnano a seguire. Inoltre in alcuni casi è possibile accedere anche a dati concreti, come per esempio riguardo alle emissioni di CO2. Infatti è possibile monitorare le emissioni e i dati raccolti possono essere riportati pubblicamente così da testimoniare l’impegno effettivo dell’azienda.

Il greenwashing può essere combattuto con l’aiuto dei certificatori come Hamid-Reza Khoyi

In giro non ci sono ancora politiche attuabili che permettono di impedire il greenwashing o almeno ostacolare pesantemente. Però uno strumento importante si sta già affacciando nel mercato. Si tratta delle certificazioni Bcorp. Sono attestati che si ottengono dopo aver dimostrato con i fatti di aver rispettato criteri altissimi di sostenibilità.

“Le aziende certificate devono soddisfare i più alti standard di prestazioni sociali e ambientali verificate, trasparenza pubblica e responsabilità legale per dimostrare che stanno bilanciando profitto e scopo, facendo del bene per tutti gli stakeholder, in altre parole, non solo gli azionisti.”

Come certificatore di conti ritengo questa strada facilmente attuabile e quella giusta. Infatti i governi potrebbero richiedere che le aziende forniscono certificazioni nei quali garantiscono di rispettare certi parametri e le rendano pubbliche, un po’ come succede per le classi energetiche di molti prodotti. In questo modo sarebbe chiaro a tutti se un’azienda dice solo di essere sostenibile o lo è veramente.

In questo senso sarebbe molto importante anche la mia professione perché ovviamente servirebbe che ci siano organi competenti che verifichino l’autenticità delle attestazioni rilasciate. E se noi non facessimo bene il nostro lavoro e sostenessimo chi applica il greenwashing rischieremmo grosso. Infatti, una volta scoperti, perderemmo di credibilità e ne andrebbe anche del nostro business.

Il greenwashing è sbagliato ma accende la speranza

C’è chi ritiene che, nonostante la poca eticità, il greenwashing sia una presa di coscienza e chi invece lo condanna senza mezzi termini. Io mi sento in mezzo a queste due scuole di pensiero. Infatti il fatto che ci siano aziende disposte a farne uso vuol dire che si sente il peso di un mercato che vuole essere sostenibile. Ciò è positivo perché vuol dire che i consumatori si stanno muovendo nella direzione giusta. Però, come dicevo precedentemente non si può rimanere in silenzio. Si deve far conoscere questo fenomeno e si deve smascherare chi lo attua così da costringerlo a mettere in atto azioni di sostenibilità concrete e reali.

Se sei curioso di approfondire il tema Bcorp, clicca qui.

Ma possibile che gli sport minori acquistino dignità soltanto alle Olimpiadi?

Tempo di lettura: 3 minutiSPORT MINORI OLIMPIADI - Ma possibile che gli sport minori riescono ad emergere solamente durante le Olimpiadi? In un'estate in cui, pur sull'onda dell'entusiasmo per la vittoria dell’Italia agli Europei, si fa un gran parlare degli stipendi sempre più alti dei giocatori e si levano voci sull’eventualità di inserire il concetto di salary cap e di calmierare le percentuali dei procuratori, gli italiani si ritrovano a far colazione davanti alle immagini degli atleti azzurri impegnati nei Giochi Olimpici di Tokio. Si celebrano medaglie storiche, ma di alcune delle quali non se ne riparlerà per altre quattro anni.

Dai salari con cifre da capogiro alla ricerca di più sostegni possibili 

A ogni nuova olimpiade si rinnova la medesima considerazione.. ma possibile che gli sport meno conosciuti rimangano sempre figlio di un dio minore? Se alcune discipline riescono a ottenere anche fuori dalle competizioni a cinque cerchi una buona visibilità, grazie anche alle eccellenze dei loro campioni, per altri sport sembra impossibile ottenere quel riconoscimento, quel sostegno di cui hanno assoluta necessità.

Dietro l’exploit di un atleta in una olimpiade ci sono anni di enorme impegno, sacrifici e rinunce che, nel caso di chi pratica sport meno appetibili dagli sponsor e dalla grande comunicazione diventano ancora più grandi. La famiglia e le Forze Armate che sovente li inseriscono nei propri gruppi sportivi garantendogli almeno la possibilità di allenarsi in modo adeguato, sono i principali motori di questo mondo che rimane spesso lontano dagli occhi del pubblico, se non in occasione dei grandi eventi o in caso di vittorie eccezionali.

Per rendere gli sport minori importanti anche al di fuori delle Olimpiadi basterebbe poco

Possibile che non ci sia nel nostro Paese la possibilità di dare una visibilità e un sostegno concreto a tutti gli sport in maniera costante? Pur rispettando gli interesse economici e le leggi del mercato, non si può trovare il modo di far conoscere e magari invitare alla pratica le nuove generazioni tutti gli sport che vivono silenziosi nelle palestre delle piccole città?

Io provengo dal mondo del calcio, lo sport privilegiato per eccellenza. Ho portato la mia passione anche nel mio lavoro, ideando portali virtuali che lo vedessero protagonista. Ma l’idea di allargare anche agli sport minori la possibilità di essere protagonisti anche del mondo virtuale mi affascina incredibilmente. Le possibilità di sviluppare idee e progetti in questo senso sono infinite, se fossimo in grado di trovare i giusti canali e  veicolare i giusti investimenti.

Tanto si potrebbe fare per creare una vera cultura dello sport che manca nel nostro Paese e che comunque non è paragonabile a quella dei paesi anglosassoni, Stati Uniti in Primis, che consentono ai migliori sportivi non solo di allenarsi ma di frequentare grazie allo sport le migliori Università.

Saranno anche sport minori ma alle Olimpiadi la gioia di medaglie è per tutti la stessa

Lo Sport, senza bisogno di scomodare motti latini o decoubertiniani, è sicuramente un grande maestro di vita. Ti richiede rigore e disciplina ma è anche balsamo per lo spirito. Ti mostra chi sei e cosa puoi raggiungere con l’impegno,  ti insegna a superare i tuoi limiti  e le tue paure ma anche  ad accettare le sconfitte ed esserne comunque fiero.

E se tutti abbiamo gioito davanti al tuffo di Donnarumma che ha parato l’ultimo rigore regalando il titolo europeo all’Italia, l’immagine di Maria Centracchio con il suo sorriso ferito e le mani provate dalla fatica che stringevano un bronzo più prezioso dell’oro, ci ha fatto davvero tremare il cuore. Per non parlare poi degli storici e splendidi ori ottenuti da Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi, che nel giro di dieci minuti hanno compiuto un’impresa che rimarrà per sempre negli occhi e nel cuore di tutti gli italiani.

Le Olimpiadi sono un esempio anche di sostenibilità, per saperne di più clicca qui.

Ferrari riceve la certificazione Equal Salary

Tempo di lettura: 3 minutiFERRARI CERTIFICAZIONE EQUAL SALARY - Il mondo dell’automobilismo è da anni impegnato nel raggiungimento di obiettivi di sostenibilità. Non solo per dare il buon esempio al copioso numero di appassionati ma soprattutto per fare concretamente la differenza per un mondo che ha sempre più necessità di essere sostenuto. La casa automobilistica Ferrari non è da meno. Lo ha dimostrato in vari modi, per ultimo ottenendo la certificazione di Equal Salary.

L’automobilismo, i suoi protagonisti e il loro impegno nel sociale

L’automobilismo è forse un settore che si presenta sotto più aspetti e sfaccettature. Si passa dalla realizzazione delle auto che ogni giorno noi usiamo, alle auto di lusso, a quelle sportive utilizzate per un numero considerevole di discipline diverse tra loro, fino ad arrivare adesso anche alla cimentarsi nella ristorazione e moda. Dati tutti gli ambiti su cui spazia si fa presto ad immaginare la quantità di persone che per una via o l’altra è vicino a questo ambiente. Non solo appassionati di belle auto ma anche coloro che sono attratti dalle alte velocità e dai percorsi spericolati.

Una citazione molto famosa afferma: “da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Sono poche le cose che si possono dire più vere di questa affermazione e l'ambiente automobilistico lo sa bene. I mezzi di trasporto e le corse automobilistiche sono da sempre dentro l’occhio del ciclone per quanto riguarda l’inquinamento. I fatti sono uno dei fattori che più contribuiscono all’inquinamento globale. Ma loro stessi ne sono consapevoli e da anni stanno già mettendo in pratica soluzione per ovviare a questo problema. Per esempio si è alla ricerca di carburanti green e si stanno sviluppando motori elettrici sempre più efficienti e accessibili al grande pubblico. Ma non ci si limita a questo perché l’attenzione alla sostenibilità è per le cause automobilistiche a 360°. Non si guarda solo all’eco-sostenibilità ma anche a rispettare tutti gli altri obiettivi che fanno parte adesso dell’Agenda 2030 dell’Onu.

Ferrari e la certificazione Equal Salary

Tra le case automobilistiche più famose e più impegnate nel raggiungere gli obiettivi di sostenibilità troviamo Ferrari. Il suo impegno è totale e lo si vede in numerosi aspetti. Nel corso del 2020 ha annunciato di mettere in commercio entro il 2025 la prima auto elettrica e con Shell è da tempo impegnata nella ricerca di carburanti verdi. Sotto questo ultimo punto di vista ha ottenuto già dei riconoscimenti, che però non sono arrivati da soli. Infatti sempre nel 2020 Ferrari ha ottenuto la certificazione Equal Salary per la parità di retribuzione tra donne e uomini con le stesse qualifiche e mansioni. Ferrari è la prima società italiana ad aver ottenuto questa specifica certificazione. Louis Camilleri, Amministratore Delegato di Ferrari S.p.A., ha dichiarato:

 “Siamo fieri di ricevere questa certificazione, che rappresenta una pietra miliare importante nel percorso verso il miglioramento continuo del nostro posizionamento e delle nostre azioni per un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso delle differenze. La parità retributiva e di opportunità non riguarda solo un principio di equità. È un pilastro fondamentale per attrarre, trattenere e sviluppare i migliori talenti e stimolare così l’innovazione e la nostra crescita nel lungo periodo”.

Questo primo riconoscimento è arrivato in base ai criteri stilati dalla Commissione Europea, ma è stata confermata nel luglio 2021 anche con i criteri del Nord America. Possiamo portarvi alcuni dati ad esempio:

“La certificazione Equal Salary è un’ulteriore tappa di una crescita del contributo femminile all’interno della Società. Dal 2016 al 2019, in particolare, le dipendenti sono aumentate dall’11,5% a oltre il 14% dei 4.285 lavoratori complessivi (dati al 31 dicembre 2019) e hanno assunto progressivamente maggiori responsabilità e ruoli crescenti.”

Come Ferrari e l’esempio della certificazione Equal Salary siamo tutti chiamati a fare meglio

I buoni esempi sparsi per tutto il mondo delle grandi cose, con piccoli gesti, che si possono realizzare sono molteplici. Il caso sopra riportato riguarda una immensa realtà, che però potrebbe stare benissimo ferma e non fare nulla. Invece si impegna e non si ferma ai primi obiettivi ma guarda sempre avanti per fare ancora meglio. Come Ferrari anche noi dobbiamo metterci d’impegno con ognuna delle nostre azioni quotidiane, perché una cascata nasce da una singola goccia.

Importanza del DEFI come perturbatore della finanza tradizionale

Tempo di lettura: 4 minutiDEFI FINANZA TRADIZIONALE - DeFi sta per Finanza decentralizzata. È l'ultima aggiunta alla rivoluzione tecnologica finanziaria (Fintech). La DeFi è guidata dalla tecnologia blockchain che funziona su una rete decentralizzata di nodi indipendenti. Questi nodi sono responsabili della verifica delle transazioni e dei contratti intelligenti e li registrano sui vari libri mastri della blockchain. DeFi si riferisce alla finanza decentralizzata in quanto nessuna terza parte controlla i fondi dell'utente tranne l'infrastruttura decentralizzata. La DeFi include il prestito e il prestito, il farming, la palificazione, i prestiti flash e le stablecoins.

Il sistema finanziario tradizionale è attualmente il sistema di superficie con cui abbiamo già familiarità. Il sistema finanziario tradizionale coinvolge una vasta rete di aziende che realizzano l'investimento, il credito, il debito, i mercati monetari, il prestito, l'assicurazione, e quasi tutto ciò che ha a che fare con la gestione del denaro. A differenza della DeFi, i sistemi finanziari tradizionali sono centralizzati e di solito gestiti da aziende a scopo di lucro. I sistemi finanziari convenzionali di tutto il mondo funzionano oggi su fiat.

In che modo DeFi sta sconvolgendo la finanza tradizionale?

 

Vantaggi della DeFi rispetto alla finanza tradizionale

I seguenti sono alcuni dei vantaggi che Defi offre rispetto ai sistemi finanziari tradizionali,

Verdetto

È un fatto che i protocolli DeFi non possono ancora competere con i sistemi finanziari tradizionali in termini di sicurezza, velocità e facilità d'uso. Ma, non c'è dubbio che DeFi ha prodotto applicazioni reali, efficienti e funzionanti che hanno attratto con successo miliardi di capitale. Le risorse generate da esse saranno ulteriormente utilizzate per sviluppare applicazioni più competitive e facili da usare in futuro.

La finanza tradizionale sta attualmente guardando con ansia ai sistemi decentralizzati a causa del loro potenziale dirompente.

Scommetto che la DeFi decentralizzata ucciderà la finanza tradizionale e non solo la integrerà. Tuttavia, abbiamo un sacco di miglioramenti da completare, come:

  1. Migliorare la scalabilità mantenendo la sicurezza combinando la prova di partecipazione con la prova di lavoro
  2. Integrare soluzioni KYC/AML basate sulla privacy
  3. Far adottare ai mercati di frontiera le criptovalute come alternativa al dollaro (El Salvador ha appena iniziato questo percorso)
  4. Fate in modo che la gente impari, studi e si istruisca sul piano B della privacy naturale.

Ma possibile che gli eventi in presenza inquinano così tanto?

Tempo di lettura: 2 minutiEVENTI INQUINANO - Ma possibile che gli eventi in presenza inquinano così tanto? Da anni mi occupo di eventi virtuali e sono sempre stato sensibile al tema della sostenibilità tanto da essere tra gli ideatori di Eco Futuro, la fiera virtuale dell’ecologia presentata nel corso di Eco Festival svoltosi a Padova dal 13 al 17 Luglio, 2021. Durante la presentazione a cui ho partecipato ho avuto modo di conoscere dati e statistiche relativi all'inquinamento provocato dagli eventi in presenza e sono rimasto di stucco.

Eventi virtuali per business e sostenibilità

Precursore dei tempi, da sempre dotato di un intuito futuristico, ho percepito da tempo l’importanza della realtà virtuale affiancata alla partecipazione in presenza nel mondo fieristico. Ma le motivazioni per cui ho sempre creduto ciò sono ben diverse da quello che ho appreso durante la presentazione dell’ottava edizione di EXCO e delle sue novità.

Attraverso l’esperienza di Eco Futura, infatti, ho consolidato la consapevolezza che oltre alle opportunità legate agli affari e al business, la virtualizzazione degli eventi rappresenta una vera e propria svolta ecologista, che va assolutamente implementata.

I dati dimostrano quanto gli eventi in presenza inquinano

Dati alla mano, il dispendio energetico e le emissioni inquinanti legate a un evento a larga partecipazione sono impressionanti.

I dati diventano ancora più impressionanti se si confrontano quelli relativi all’emissione di CO2 di un evento di tre giorni svoltosi completamente in presenza, con quelli di uno svoltosi online Nel primo caso, infatti, l’emissione di CO2 data dalla somma di viaggio (aereo e via terra), alloggio ed energia consumata è pari a 1.153.291 Kg a persona.  L’emissione per un evento virtuale è invece di 16.798 Kg a persona. Moltiplicate le cifre per il numero di persone che partecipa solitamente a un evento e capite quanto l’opzione in presenza con partecipazione su larga scala pesa in termini di sostenibilità.

Ma l’inquinamento dato da un evento in presenza non si ferma qui. Infatti le stime sopra citate non calcolano il consumo eccessivo di carta, di plastica per imballaggi, una raccolta differenziata non possibile visti i grandi numeri di persone presenti etc…

Questo non può lasciare indifferenti.

Gli eventi virtuali in presenza inquinano ma non per questo vanno abbandonati

Esco da queste giornate di incontri ancora più convinto che sensibilizzare il mondo degli affari verso una svolta eco sostenibile sia ormai una esigenza imprescindibile. Saremo in prima linea in questo senso, forti della nostra esperienza e di una ancor più forte consapevolezza che una nuova impostazione ecologica del lavoro e della vita quotidiana sia un obiettivo comune da raggiungere quanto prima.

Comincio dal mio lavoro. Infatti, senza voler sminuire l’importanza degli eventi reali, la possibilità di utilizzare piattaforme virtuali come quelle che siamo in grado di realizzare, trasferendo una parte degli utenti sul web, potrebbe rivelarsi una soluzione ideale per abbassare notevolmente l’impatto sull’ambiente. Questo perché in primo luogo ridurrebbe maggiormente il numero di persone che si recano all’evento in presenza. Ciò porterà alla riduzione delle emissioni e alla possibilità di poter prestare più attenzione alle scelte in termini di fornitori e forniture per gli eventi in presenza, in modo che siano più sostenibili e attente all’ambiente.

Per saperne di più sugli eventi ibridi, clicca qui

In Svizzera si da fiducia alle criptovalute anche contro il riciclaggio

Tempo di lettura: 2 minutiSVIZZERA CRIPTOVALUTE RICICLAGGIO - La Svizzera è sempre stata molto favorevole alle criptovalute. Tanto che una delle più famose, Ethereum, ha visto la sua nascita in questi territori. Ma ciò non basta, infatti, qualche hanno fa il Canton Ticino ha anche provato a dare vita ad una propria criptovaluta, la TicinoCoin non andata importo poi. La fiducia verso questo mezzo di pagamente però non è scemata, anzi l'interesse è sempre in aumento e riguarda anche gli NFT, ovvero la cripto arte.

I vantaggi delle criptovalute

 

In Svizzera ha visto la luce una delle più famose criptovalute, Ethereum, che non solo ha riscosso molto successo, ma ha permesso anche un forte sviluppo economico tutto intorno. Le criptovalute hanno colto l’interesse di molti imprenditori che hanno costruito una fitta rete di startup spinti dai vantaggi che queste nuove monete portano.

Uno dei maggiori vantaggi ce lo ricorda Oliver Camponovo parlando degli NFT (gettoni digitali relativi all’arte), ma esprimendo un concetto tranquillamente riconducibile alla criptovalute.

“Uno dei principali vantaggi di possedere un oggetto digitale da collezione rispetto a un oggetto fisico è che ogni NFT contiene informazioni distintive. Tali informazioni lo rendono diverso da qualsiasi altro NFT e facilmente verificabile. Questo rende inutile la creazione e la circolazione di falsi oggetti da collezione perché ogni oggetto può essere ricondotto all’emittente originale.”

La forza degli NFT e delle criptovalute, come indica Oliver Camponovo, è quella di essere completamente sicura e trasparente, diventando così uno strumento importante nella lotta al riciclaggio che la Svizzera porta avanti da anni.

In Svizzera vengono regolamentate le criptovalute per sfavorire il riciclaggio

Da inizio 2020 nell’Unione Europea è entrata in vigore la Quinta Direttiva Antiriciclaggio (5AMLD), con lo scopo di contrastare riciclaggio e finanziamento del terrorismo. Seguendo la stessa linea europea anche la Svizzera ha cominciato dal 2020 ha mettere in campo manovre simili, partendo da imporre regolamentazioni più severe nei confronti delle criptovalute. Questa scelta è stata fatta nell’ottica di dare ancora più fiducia a questo metodo di pagamento e investimento. Se infatti inizialmente si è intervenuti imponendo la conferma della propria identità per transazioni di criptovalute per un valore superiore a 1.000$, successivamente la Svizzera è stata la prima nazione in Europa a regolarizzare le criptovalute. 

La legge non è ancora in vigore ma lo sarà dal 1 Agosto 2021 e non fa altro che ridefinire alcune leggi già in vigore a riguardo delle criptovalute, perfezionandone:

“diritti, doveri e garanzie rispetto ad aziende finanziarie, investitori, utenti. In particolare questo regolamento esplicito degli asset in criptovalute incrementa le certezze del diritto in materia di insolvenza e consente l’uso di sistemi di negoziazione TRD innovativi.”

Con questa legge saranno salvaguardati maggiormente gli interessi degli utenti, regolamentando ancora più tutto quello che ruota intorno alle criptovalute, compresa la tecnologia della blockchain.

Autosufficienza energetica ed ecosostenibilità: un futuro prossimo?

Tempo di lettura: 3 minutiAUTOSUFFICIENZA ENERGETICA ECOSOSTENIBILITÀ - Realizzare una struttura totalmente autosufficiente a livello energetico, in grado di mantenersi attiva e indipendente rispettando tutti i principi di ecosostenibilità: una possibilità concretamente realizzabile e realmente vantaggiosa?

Ne parliamo con Fabio Mori, giurista aretino trentacinquenne, ideatore e Direttore dal 2016 del progetto Casa dell’energia - Urban Center ad Arezzo, una struttura recentemente recuperata nel cuore della città medievale toscana e diventata un polo multifunzionale in grado di ospitare e organizzare eventi, convegni, mostre di arte e offrire spazi di aggregazione e condivisione sociale.

La casa dell’Energia: il raggiungimento dell’autosufficienza energetica e di una maggiore ecosostenibilità

Costruito sulle fondamenta di un antico bastione a guardia delle mura trecentesche che ancora formano l’ossatura della struttura, divenuta poi a fine 800 sede di una storica fonderia cittadina, la fonderia Bastanzetti. L’edificio è stato riqualificato con l’intento di diventare un esempio di architettura ecosostenibile e volto all’autonomia energetica, tramite l’uso dell'energia solare.

Uno splendido esempio di connubio tra tecnologia, storia e archeologia industriale: da una fabbrica metallurgica grandemente energivora a immobile alimentato da energie rinnovabili, dove l’attento progetto tecnologico di ristrutturazione incentrato sull’ottimizzazione dei consumi a livello impiantistico ha consentito la realizzazione di una stabile che tende all’impatto ambientale zero (zero impact).

Attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici, vetri termoisolanti, tetto ventilato e pavimento radiante, con il sussidio di una pompa di calore che sfrutta il gap termico per produrre energia, sia il consumo di energie non rinnovabili che le emissioni di componenti inquinanti sono tenute a bassissimo impatto.

I vantaggi dell’autosufficienza energetica e della ricerca di ecosostenibilità

"La filosofia che sta alla base di questo progetto - ci spiega Mori - è fondamentalmente quella di creare le basi per impostare un nuovo modo di pensare il lavoro e la vita in generale."

Utilizzando in maniera costruttiva le possibilità infinite del progresso e della tecnologia come le armi più efficaci per custodire e proteggere l’ambiente circostante e trovando nel contatto con la natura e nella tutela del territorio un rinnovato senso della vita e delle relazioni umane.

Questi sono innegabilmente gli obiettivi di un progetto come questo. I vantaggi sono enormi per l’ambiente e per la salubrità della vita delle generazioni future; trovare un nuovo modello di vita più equo e sostenibile è la grande sfida di questo millennio e sicuramente la sfida più importante da vincere.

Non a caso la green economy viene vista unilateralmente come l’unica possibilità di migliorare il benessere umano, ridurre i danni ambientali prima che diventino irreversibili e ristabilire attraverso un cammino comune, una maggiore equità sociale.

"È ovvio - prosegue Fabio Mori - che dietro a realizzazioni di questa natura ci siano da prevedere investimenti importanti, con benefici visibili nel lungo periodo."

I costi iniziali devono essere sostenuti da capitali sostanziosi, questo al momento è l’unico svantaggio che personalmente vedo nella progettazione e messa in opera di ambienti ecosostenibili.

Ma è anche vero che sempre maggiore attenzione viene data alla cosiddetta “transizione ecologica” e si moltiplicano i contributi economici e i finanziamenti degli Stati per sostenere una nuova visione Green, sia del mondo dell'industria che della vita quotidiana. D’altronde, al netto degli interessi economici più potenti, questa è l’unica via per lasciare alle generazioni future la possibilità di un mondo ancora vivibile.

Un esempio da rendere noto e divulgare

Un’ idea, un progetto così caro a Mori da essere oggetto del suo libro di prossima pubblicazione, pensato e maturato durante i lunghi mesi del lockdown.

“Rinascita Ecologica" che sarà presentato il 15 luglio prossimo nella sala convegni della Casa dell’Energia, nasce dal desiderio di raccontare non soltanto un’esperienza lavorativa, ma per lanciare un messaggio positivo per ritrovare nel rispetto dell’ambiente e nella qualità delle relazioni il vero obiettivo per il futuro.

Nelle pagine del libro viene illustrata la storia della struttura e della sua rinascita eco sostenibile spiegata nei dettagli tecnici, ma soprattutto viene mostrato come un vecchio polo industriale si sia trasformato in un museo dell’efficienza energetica a livello urbano, non soltanto come esempio per una riconversione di ambienti lavorativi ma come guida a una nuova impostazione ecologica nelle abitudini di vita e nel mantenimento delle proprie abitazioni.

Il grande rinnovamento di cui abbiamo assoluta necessità, conclude Mori, deve partire sì a livello industriale, ma per poi arrivare nelle case e nelle abitudini quotidiane delle persone; in questo modo sarà veramente possibile invertire l’andamento verso un nuovo paradigma e una migliore qualità della vita per noi e per le generazioni future che erediteranno la Terra.

Innovazione e sostenibilità: uno sguardo verso l’Italia

Tempo di lettura: 4 minutiINNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ ITALIA - In questa intervista a Luciano Ippolito, commerciale con anni di esperienza, facciamo il punto sulla situazione italiana per quanto riguarda innovazione e sostenibilità sul territorio italiano.Innovazione e sostenibilità: uno sguardo verso l’Italia.

In questa intervista a Luciano Ippolito, commerciale con anni di esperienza, facciamo il punto sulla situazione italiana per quanto riguarda innovazione e sostenibilità.

Innovazione, digitalizzazione e sostenibilità sono stati argomenti che hanno accompagnato la politica e l’economia del paese Italia (e non solo) nell’ultimo decennio. Si è sempre discusso sull'importanza di dover implementare le giuste azioni, sia nel pubblico che nel privato, per raggiungere risultati quanto meno soddisfacenti nei tre ambiti.

Digitalizzazione: l’indice Desi 2020 elaborato dalla Commissione Europea l’Italia è venticinquesimo in Europa collocandosi in una posizione migliore solo di Romania, Grecia e Bulgaria.

A tal proposito sono state allocate ingenti somme per finanziare progetti che creassero un circolo virtuoso per il raggiungimento di questi tre obiettivi, ma attualmente i risultati sono stati poco soddisfacenti.

Quali pensi siano le ragioni per cui l’Italia non riesce a fare quel passo in più rispetto ad innovazione, digitalizzazione e sostenibilità?

Forse la pandemia, e l’esigenza di uscirne fuori il più rapidamente possibile, sta fornendo le risposte che spiegano questo “insuccesso” (o quantomeno le rende oggettive e visibili a chi non vuole ancora considerarle) e ha suggerito, se non imposto, le azioni che le aziende (pubbliche e private) devono avviare per generare quel cambio di passo, tecnologico e soprattutto culturale, per fa si che vengano raggiunti gli obiettivi.

Ho sottolineato culturale perché forse proprio la storia e la tradizione del paese Italia sono diventati, loro malgrado, dei dissuasori che hanno rallentato il processo di crescita.

Potresti fare un esempio di ciò che stai dicendo?

Per innovazione e digitalizzazione si è soprattutto fatto riferimento, nei progetti finanziati e nei budget di innovazione aziendale, a idee progettuali che interessassero la componente “macchine” di una impresa, evincibile, non per altro, nel nome usato da lungo tempo nei parametri valutativi di finanziamenti ed investimenti ovvero “industria” 4.0. Concetto di industria che legato ad una mentalità, ancora fortemente radicata, che valuta il lavoro di un dipendente sulla base della sua presenza davanti al macchinario ha fatto si che le soluzioni per l’innovazione, l’organizzazione e sostenibilità fossero sempre orientate al miglioramento dei macchinari o al miglioramento dei posti di lavoro.

Sostenibilità: Rapporto Sviluppo Sostenibile 2020 con Italia 30° nel Ranking Mondiale Su 193. Rallentata soprattutto dalle Situazioni critiche in cui perdurano i maggiori ritardi che si verificano per il Goal 9 (“Imprese, innovazioni e infrastrutture).

Quanto premesso non ha portato a risultati soddisfacenti anzi ha generato un incremento di azioni inquinanti e ad una rincorsa a produrre strumenti e macchinari sempre più efficienti e produttivi a discapito della crescita professionale e della qualità di vita dei diretti interessati.

L’esempio di questo micro-argomento, appositamente semplicistico, serve a dare l’idea di come cultura e tradizione influenzano, più di quanto si possa pensare, alcune importanti scelte strategiche e prospettiche.

Quindi, per provare a migliorare questa condizione sono stati aumentati i progetti e le promozioni con un nuovo slancio, conosciuto come “Impresa 4.0”, ma che di fondo ricalca in grandi linee Industria 4.0, continuando pertanto a condizionare la spinta innovativa più sulla costruzione di “macchine” che sulla implementazione di soluzioni e servizi innovativi.

Quindi la possibile soluzione è stata a sua volta consolidatrice, se non generatrice, dei problemi.

Praticamente siamo entrati in un circolo vizioso che ha allontanato il traguardo e ha generato caos sia a livello macro che micro.

Quale potrebbe essere, secondo te, una soluzione per implementare la digitalizzazione e la sostenibilità?

Come detto in precedenza , si sta arrivando ad una soluzione, a questo cortocircuito, risolvendo un altro problema: quello della pandemia.

La condizione di Lockdown ha dimostrato che tanti ostacoli alla digitalizzazione erano più mentali che pratici. In meno di un mese aziende e persone, per le quali sembrava impossibile il lavoro agile, si sono trovate a lavorare da remoto con nuovi strumenti di lavoro e progetti di formazione per il personale, la cui programmazione prevedeva una progettualità formativa di mesi, si sono concentrati in poche settimane con risultati più che soddisfacenti.

Il processo di inquinamento atmosferico, acustico e la qualità della vita è improvvisamente migliorata grazie al crollo verticale degli spostamenti (soprattutto in auto) e al ritorno ai momenti di aggregazione familiare intorno al focolaio domestico.

Si è scoperto che il non utilizzare le auto è risultato più eco-sostenibile rispetto all’uso di auto elettriche o ibride la cui progettazione ha richiesto e chiede sforzi innovativi ed economici.

Soluzione ovvia ma mai implementata (se non con rare domeniche ecologiche), ed ecco dove dovrebbe orientarsi la spinta innovativa e digitale ovvero non tanto su come rendere meno inquinanti le auto ma su come abbatterne l’uso.

In conclusione, quali sono, per te, i punti salienti che caratterizzano la digitalizzazione, l’innovazione e la sostenibilità?

Digitalizzazione
Un passo in avanti sulla digitalizzazione è stato fatto, un piccolo passo nella pratica ma un grosso cambio di mentalità che ha fatto superare alle persone la paura del cambiamento, adesso bisogna incentivare e promuovere quanto spontaneamente è nato in ognuno di noi.

Innovazione
Forse stiamo cominciando a comprendere che “invece di inventare alternative al motore a scoppio” dobbiamo trovare il modo di non usare più il “motore a scoppio”. Ovvero non dobbiamo trovare il modo di innovare facendo inquinare meno le automobili, ma dobbiamo innovare trovando il modo di usare meno automobili e macchinari.

Sostenibilità
Portando avanti quanto si sta ottenendo nella Digitalizzazione e innovazione, appena descritto, si sta automaticamente generando un processo sostenibile.

L’inversione di processo si è avviato, il circolo da vizioso sta diventando virtuoso, adesso siamo nelle condizioni di raggiungere gli obiettivi perché non sono più solo imposti ma sono stati compresi e sono tangibili i vantaggi per ognuno di noi.

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