ALESSIO AIANI GESTIONE RISCHIO - Con gestione del rischio definiamo il processo di identificazione e valutazione dei rischi e la creazione di un piano che consenta di contenere o tenere sotto controllo quelli individuati e le loro conseguenze ripercuotibili. Un rischio è una potenziale perdita o danno, ed è ascrivibile a molteplici ambiti. Vediamo insieme come applicarlo e perché è importante farlo.
Senza entrare nel merito di ogni tipologia di rischio – che varia a seconda di ogni azienda ed impresa – ciò che serve per realizzare una corretta gestione del rischio è la conoscenza dei diversi approcci.
Naturalmente la decisione rispetto a questi dipende da numerosi fattori, interni ed esterni all’azienda. Nonostante ciò è possibile adoperare diverse strategie:
Per poter applicare nella maniera corretta il risk management è necessario seguire determinate fasi. Eccole elencate di seguito
un evento ad alto impatto ma bassa probabilità potrebbe dunque produrre un rischio basso e viceversa. Di questa fase fa parte anche la definizione del risk appetite che, definito a livello di vertice, indica la propensione al rischio dell’organizzazione, in stretta connessione con la strategia aziendale. In pratica definisce la soglia massima di rischio alla quale l’azienda vuole esporsi senza compromettere il proprio business.
Se per qualche ragione il rischio (calcolato come probabilità per impatto) dovesse superare la soglia di risk appetite, si dovrà passare alla successiva fase di risk management.
Il vertice aziendale sarà responsabile della decisione finale soprattutto nel caso in cui non si sia riusciti, nelle fasi precedenti (di risk assessment e risk management), nel bilanciamento fra minacce e opportunità.
Il rischio operativo è definibile come il rischio di perdite derivanti dall'inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane, sistemi interni oppure da eventi esogeni.
Ridurre il rischio operativo significa riorganizzare i processi di controllo interni dell’azienda in modo da rispondere in maniera puntuale ed efficace ai mutamenti di mercato. Le aziende devono quindi poter riconoscere i segnali di un’anomalia e di un incidente in rotta di collisione con l’impresa.
Ciò implica, innanzitutto, identificare i Key Risk Indicators che permettano di monitorare regolarmente i fattori che più influenzano l’andamento dell’azienda. Quidni abilitino una prospettiva ad ampio raggio su cosa funziona e cosa invece va corretto.
I Key Risk Indicators sono dinamici: soprattutto in un momento di profondo cambiamento sociale, urbanistico ed economico, devono essere aggiornati per ridefinire le priorità.
Le diverse attività che fanno parte del RM possono condurre le aziende verso la crescita e l’efficientamento dei processi che le compongono. Questo genera un miglioramento della performance aziendale. Quindi, oltre a sottolineare la funzionalità delle pratiche attinenti al controllo aziendale, il RM può diventare una spinta propulsiva.
Affrontare la gestione del rischio, prima di tutto, significa condurre una corretta analisi sull’azienda. Verificare, cioè, l’organizzazione della stessa, le priorità, la collocazione delle risorse umane e finanziarie. Il risk management, tenuto presente questo, pertanto può essere definito come:
Un insieme di attività, metodologie e risorse coordinate per guidare e tenere sotto controllo un’organizzazione in riferimento ai rischi della stessa.
Attraverso questo, pertanto, è possibile sia prevenire gli eventuali effetti negativi del rischio aziendale, sia ottimizzare l’efficienza operativa dell’azienda stessa.
LEGGI ANCHE ---> Audit finanziario spiegato da Hamid-Reza Khoyi