Nato a Mons, in Belgio, da famiglia di origini romane, Davide Moscardelli è un ex calciatore, nel ruolo di centrocampista. In Italia ha militato anche in Serie A con Chievo e Bologna, guidato dal tecnico Stefano Pioli. Lo abbiamo intervistato per capire come funziona il calciomercato dal punto di vista di un giocatore.
Ormai conta tantissimo soprattutto per i giovani che si affacciano per la prima volta nel calcio professionistico. Per essere proposti alle squadre è indispensabile.
Non tanto i rumors dei giornalisti ma può influire sul giocatore l’effettiva trattativa in corso che può distogliere la concentrazione dalla partita. Se i rumors non hanno un fondo di verità personalmente, penso non influiscano proprio.
Questa domanda forse va fatta ai procuratori, da calciatore non so esattamente cosa può influenzare dall’esterno. Immagino che le trattative più complicate siano quelle con le contropartite, i prestiti, gli scambi tra giocatori. Ad esempio convincere un giocatore più giovane ad andare in una nuova squadra per consentire un’altra trattativa di un giocatore con più esperienza.
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Questa è una domanda che si fanno un po’ tutti, come si fa? A mio avviso non c’è una regola fissa. Quando si parla di grandi campioni più o meno si può sapere. Il problema avviene sul giocatore un po’ meno conosciuto, magari di un’altra categoria, non esistono solo i campioni che militano in serie A, ci sono tanti professionisti anche nelle categorie inferiori e il lavoro è sempre lo stesso quindi è lì più difficile determinarne il valore.
Avviene spesso che un giovane straniero è valutato più di un giovane italiano e spesso non si sa il perché. Io ho pensato perché vengono lanciati un po’ prima e quindi hanno maggiore esperienza, ma è una mia valutazione.
Purtroppo non saprei dirti perché ho sempre giocato in Italia, diciamo che da quello che si sa, guardando i contratti dei top player di Serie A effettivamente all’estero valgono e guadagnano di più.
Allora dovrebbe essere al 50% per entrambi: la società cerca di convincere il giocatore che comunque ha sempre l’ultima parola.
È cambiato moltissimo in questi ultimi anni, basta vedere le tante trasmissioni in tv che ne parlano e vari rumors di cui abbiamo già parlato, dei dettagliati retroscena delle trattative.
Le quotazioni alte di un giocatore giovane, come abbiamo detto non sappiamo bene come vengono date, possono influire su di lui perché naturalmente ci sono altrettante alte aspettative, c’è un rischio da parte della società ma anche per il giocatore che non può ‘bruciarsi’ se non fa bene. Partendo da uno standard alto e facendo bene può solo migliorare.