Parla Oliver Camponovo - La pandemia di coronavirus potrebbe rivelarsi la peggiore calamità economica che abbia mai colpito il mondo economico moderno. La pandemia di coronavirus potrebbe rivelarsi la peggiore calamità economica che abbia mai colpito il mondo economico moderno.
In Europa e negli Stati Uniti, il danno totale delle chiusure e fallimenti dovrebbe diventare evidente in aprile, quando cominceranno ad arrivare i numeri della disoccupazione totale. Solo per gli Stati Uniti, le previsioni degli economisti stimano da cinquecento mila a cinque milioni di nuovi disoccupati nei prossimi 6 mesi.
La pandemia di coronavirus potrebbe rivelarsi la peggiore calamità economica che abbia mai colpito il mondo economico moderno.
I tentativi di fermare la diffusione del virus hanno portato a uno stato di emergenza globale, con chiusure di massa di attività (volontarie o meno) in tutto il mondo.
Oliver Camponovo, professionista nell’ambito finanziario e dei servizi di investimento, fin dalla giovane età ha avuto uno spiccato interesse per il panorama internazionale, che lo hanno portato a conseguire periodi di studio all’estero.
Nel 1998 Oliver Camponovo ha conseguito un master in Economia presso l’Università Basel a Basilea, città famosa per l’arte e per i suoi musei di fama internazionale, come il celebre Kunstmuseum, la prima collezione d’arte accessibile al pubblico in Europa (1661) e il più grande museo d’arte di tutta la Svizzera.
Oliver Camponovo ha poi proseguito gli studi negli Stati Uniti, periodo nel quale ha frequentato l’Università della California, Berkeley e l’Università del Texas, ad Austin.
La sua passione per l’arte ha alimentato i suoi modelli e le sue conoscenze per creare nuovi percorsi alternativi e innovativi sulla blockchain security, ed investimenti all’interno dei circuiti artistici mondiali.
Migliaia di persone sono già state licenziate o licenziate in tronco da aziende che non sono state in grado di pagarle per tutta la durata della crisi, e il mercato azionario ha toccato perdite mai registrate precedentemente.
Donald Trump per evitare panico di massa ha addirittura chiesto ai propri funzionari di non pubblicare i dati dei nuovi disoccupati. A titolo di confronto, il mese peggiore del crollo economico e della recessione del 2007-2008 ha visto la disoccupazione raggiungere il suo massimo complessivo di 800.000 unità in un mese. Mentre è improbabile che questa nuova potenziale nuova depressione raggiunga il tasso di disoccupazione del 24,5% della Grande Depressione degli anni ’30, il Segretario del Tesoro Steven Mnuchin ha informato il Congresso che quest’anno la disoccupazione potrebbe raggiungere il 20%.
Solo tre settimane orsono non avrei mai pensato di scrivere una cosa del genere ma lo shock economico sarà fortissimo e la disoccupazione in ogni nazione crescerà in modo violento. Lo shock sarà così forte che non lascerà ai responsabili politici (globali, nazionali e locali) altra scelta se non quella di trasmettere molti più stimoli di quelli attualmente in discussione. La politica monetaria, fiscale e finanziaria sarà portata al limite delle proprie possibilità ed il debito pubblico aumenterà ovunque.
La percezione che la spesa possa portare a una ripresa in una recessione è la teoria proposta dall’economia keynesiana, considerata il mainstream della disciplina. Secondo la teoria, articolata da John Maynard Keynes negli anni Trenta, è la domanda a guidare l’economia. Se un’economia rallenta, sia attraverso l’inspiegabile “spirito animale” degli investitori, sia attraverso un virus, è la spesa massiccia che rilancia la crescita. Questa spesa è tipicamente effettuata dal debito pubblico.
La piccola Svizzera ha iniziato con una combinazione di Helicopter Money, allargando le possibilità di lavoro ridotto a tutta la forza lavoro Svizzera, e debito pubblico, garantendo finanziamenti ad ogni azienda in carenza di liquidità.
Certo non tutte le nazioni potranno permettersi quanto fatto dalla Svizzera anzi saranno pochissime.
I critici di questa teoria controbattono che è la produzione a guidare l’economia, non la domanda. La spesa non crea risorse preziose, ma solo il risparmio. L’obiettivo della ripresa dovrebbe essere quello di lasciare che i cattivi investimenti falliscano naturalmente, tagliando le spese e gestendo il debito, in modo che la produttività possa aumentare. Oppure, avvertono gli economisti, nel lungo periodo la spesa per il debito distruggerà il Paese.
Personalmente ritengo che in questa fase indipendentemente dalle diverse politiche monetarie e fiscali messe in gioco i governi riusciranno solo a contenere una crisi finanziaria che sarà brutale. La gente comune smetterà di spendere e cambierà le proprie abitudini posticipando ogni spesa inutile questo cancellerà non solo singole aziende ma dei settori interi creando un effetto ulteriore di rallentamento economico aggiuntivo allo shut down.
Ma come in ogni crisi bisognerà sapere scegliere chi sarà capace di beneficiare delle opportunità che ogni crisi crea. L’umanità andrà avanti e si adatterà come sempre ha fatto. Nasceranno nuove industrie, i processi di digitalizzazione si accelereranno, la globalizzazione si fermerà in parte e le aziende locali ne beneficeranno, chissà cosa altro nascerà di positivo nel lungo termine.
Oggi però e molto concretamente come investitori (e buoni padri di famiglia informati) possiamo solo: