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Riforma Fiscale: sostenere lavoratori e imprese

30 Ottobre 2023
- Di
Viola
Riforma Fiscale lavoratori imprese Massimiliano Sammarco
Tempo di lettura: 3 minuti

Il Consiglio dei Ministri del 16 ottobre 2023 ha annunciato una serie di importanti riforme fiscali mirate a sostenere i lavoratori e le imprese in Italia. Queste misure includono un regime agevolativo per i lavoratori impatriati e incentivi per le imprese che trasferiscono la loro attività in Italia da Paesi esteri al di fuori dell'Unione europea o dello Spazio economico europeo:

  • Regime agevolativo a favore dei lavoratori impatriati
  • Regime agevolativo per le imprese che trasferiscono in Italia la loro attività che precedentemente hanno svolto in un Paese estero, diverso da uno Stato appartenente all’Unione europea o allo Spazio economico europeo.

Sforzi verso l'attrazione di investimenti stranieri e il ritorno delle imprese italiane

Da tanto tempo scrivo che per rilanciare la crescita del Paese è fondamentale saper attrarre gli investimenti esteri e saper far rientrare le persone e le imprese italiane che si sono stabilite all’estero; finalmente un passo in questa direzione siamo sulla buona strada ma bisogna fare di più ancora di più! La ricetta?sempre la stessa Burocrazia snella, tassazione equa, incentivi e aiuti alle imprese sia sul mercato nazionale che internazionale, fisco amico.

Nuovo regime agevolativo a favore dei lavoratori impatriati

ll testo normativo si riferisce ai titolari di reddito di lavoro dipendente, di reddito assimilato a quello di lavoro dipendente e di lavoro autonomo. Viene posta una limitazione quantitativa relativamente all’entità del reddito prodotto (l’agevolazione viene prevista solo per i primi 600.000 euro di reddito) così come viene limitata  la misura dell’agevolazione che passa al 50% dell’ammontare del reddito.

Sempre relativamente alla fruibilità di tale regime vengono altresì previsti specifici requisiti:

  • i lavoratori non devono essere stati fiscalmente residenti in Italia nei tre periodi di imposta precedente al trasferimento in Italia  e si devono impegnare a risiedere fiscalmente nello Stato per almeno cinque anni;
  • l’attività lavorativa dovrà essere svolta in Italia in virtù di un nuovo rapporto di lavoro con soggetto diverso da quello presso il quale il lavoratore era impiegato all’estero prima del trasferimento nonché da quelli appartenenti al medesimo gruppo;
  • l’attività lavorativa deve essere prestata per la maggior parte del periodo di imposta in Italia;
  • i lavoratori devono essere in possesso dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazioni, come definiti dalla legislazione speciale in materia.

Sostenere il trasferimento in Italia

Inoltre, si promuove lo svolgimento nel territorio dello Stato italiano di attività economiche, attraverso un incentivo fiscale che consiste nella non concorrenza alla formazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’IRAP del 50% del reddito imponibile derivante dalle attività d’impresa e dall’esercizio di arti e professioni esercitate in forma associata trasferite in Italia e precedentemente svolte in un Paese estero, diverso da uno Stato appartenente all’Unione europea o allo Spazio economico europeo.

L’agevolazione si applica nel periodo d’imposta in cui avviene il trasferimento e per i cinque periodi di imposta successivi alla scadenza del regime di agevolazione. Si prevede il recupero del beneficio qualora l’attività economica trasferita, per la quale si è goduto dell’agevolazione, venga successivamente trasferita in uno Stato non appartenente all’Unione Europea e allo Spazio economico europeo durante il periodo in cui si beneficia dell’agevolazione o entro dieci periodi di imposta dal termine del regime di agevolazione. Non sono incluse tra le attività agevolabili quelle esercitate nel territorio dello Stato nei 24 mesi antecedenti il loro trasferimento. Tale limitazione è volta ad evitare che siano agevolate attività già in precedenza esercitate in Italia e trasferite all’estero per poi essere nuovamente trasferite nel territorio dello Stato al solo fine di beneficiare del vantaggio fiscale.

Promuovere la crescita economica a lungo termine

Capacità di attrarre investimenti esteri e capacità di mantenere i soggetti nazionali sul nostro territorio. Così uno Paese cresce, si sviluppa e guarda avanti con progettualità.

Nella maggior parte dei Paesi occidentali alla base della crescita economica c’è sempre la stessa ricetta: burocrazia semplice, equa tassazione, incentivi ed aiuti alle imprese sia sul mercato nazionale che internazionale, fisco amico, possibilità di interloquire con qualsiasi apparato burocratico dello Stato, normative chiare e immediata propensione a modificare indirizzi e norme a seconda delle nuove situazioni dettate dal mercato.

Pare dunque evidente che uno dei passi più urgenti da compiere in Italia vada nella direzione di una riforma tributaria e finalmente i primi passi sono stati fatti! Una riforma che  non deve guardare all’immediato, ma a uno sviluppo futuro con una visione inclusiva e produttiva (una riforma lenta -passo dopo passo- ma costante nel tempo, che cambi completamente le radici dell’impianto tributario).

Se attiro attività sul territorio con incentivi fiscali a breve termine, a lungo termine creerò un indotto economico di crescita e di ricchezza (non solo economica ma soprattutto culturale). Con un piano così strutturato anche le imprese straniere potranno decidere di stabilirsi in Italia.

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