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Per il futuro dell’Italia servono urgenti riforme fiscali

8 Agosto 2022
- Di
Massimiliano
Tempo di lettura: 2 minuti

RIFORME FISCALI MASSIMILIANO SAMMARCO - Per l’Italia quella delle riforme fiscali ed economiche non è solo una necessità non più rimandabile, è una grande sfida e un nodo da sciogliere per il futuro del Paese.

La rivoluzione fiscale necessaria per l’Italia

La rivoluzione fiscale che proponiamo dovrebbe muoversi sul doppio binario pubblico-privato. Il pubblico interviene nelle grandi opere, mentre il privato entra con le sue attività imprenditoriali a sostegno dello Stato e per realizzare progetti industriali innovativi che creino occupazione e cultura e redistribuiscano ricchezza tra i cittadini. Sono urgenti misure e scelte eccezionali per trasformare definitivamente l’Italia in una nazione moderna e all’altezza delle sue possibilità.

Burocrazia semplice, equa tassazione, incentivi ed aiuti alle imprese sia sul mercato nazionale che internazionale, fisco amico, possibilità di interloquire con qualsiasi apparato burocratico dello Stato, normative chiare con propensione a modificare indirizzi e norme a seconda delle nuove situazioni dettate dal mercato.

Queste riforme non devono guardare all’immediato, al presente, ma a uno sviluppo futuro con una visione inclusiva produttiva (una riforma lenta - passo dopo passo - ma costante nel tempo, che cambi completamente le radici dell’impianto tributario). Il principio ispiratore è quello dell’investimento, dello Stato che fa ciò che l’impresa da sola non può fare e che promuove innovazione: se attiro attività sul territorio con incentivi fiscali a breve termine, a lungo termine creerò un indotto economico di crescita e di ricchezza (non solo economica ma soprattutto culturale). Con un piano così strutturato anche le imprese straniere potranno decidere di stabilirsi in Italia.

Aiuti a imprese e infrastrutture

Le imprese cercano condizioni ottimali per poter investire e produrre: servono incentivi per chi assume, per chi porta nuova tecnologia sul territorio; serve una diversa tassazione, con aliquote più basse rispetto a quelle ordinarie, per chi vende sul mercato internazionale; serve la possibilità di operare anche come un holding di partecipazione per tutte le proprie succursali nel mondo e quindi anche in questo caso con un trattamento differente rispetto alla normale tassazione dei dividendi ricevuti da succursali straniere. 

E poi ancora: le infrastrutture ed i collegamenti sono fondamentali per la crescita economica di un’area geografica. Dal primo gennaio 2018 c’è una legge in vigore in Italia che riguarda la Zona speciale economica, che interessa tutti i porti del Sud Italia, scritta e realizzata sui modelli delle zone franche di Barcellona, Rotterdam, Suez; ma nessuno lo sa e la cosa più grave è che nessuno fa niente per portare avanti questi progetti.

Uno Stato illuminato deve anche semplicemente capire perché un'impresa trasferisce la sua sede all’estero e poi provare a ricreare in Italia quelle stesse condizioni - o anche di migliori - economico-giuridiche che l’impresa ha trovato all’estero. Se poi in Italia si pensasse davvero ad abbassare le tasse, con uno schema fiscale più equo, si contribuirebbe a risolvere il problema del nero e dell’evasione e si lascerebbero maggiori risorse ai privati per rilanciare i consumi: con aliquote più basse, tutti pagano e lo Stato incassa di più!

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